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Siamo abituati a pensare che il lavoro sia la parte più importante della nostra vita e uno strumento fondamentale della nostra realizzazione personale. Sacrifichiamo volentieri gli anni della giovinezza per metterci nella condizione di ambire ad una solida posizione lavorativa, dalla quale ci attendiamo prestigio sociale e potere economico. Persino la Costituzione italiana individua nel lavoro il fondamento della Repubblica ed è un luogo comune pensare che sia giusto e naturale dedicare le nostre migliori energie a produrre, come se da questo dipendesse il mantenimento e il progresso della civiltà.
Bertrand Russell osa sfidare queste verità incrollabili e ci butta in faccia provocatoriamente la sua contro-verità.
L'ozio è essenziale per la civiltà e nei tempi antichi l'ozio di pochi poteva essere garantito soltanto dalle fatiche di molti. Tali fatiche avevano però un valore non perché il lavoro sia un bene, ma al contrario perché l'ozio è un bene.[...] Senza una classe oziosa, l'umanità non si sarebbe mai sollevata dalla barbarie. [...]
Il concetto del dovere, storicamente parlando, è stato un mezzo escogitato dagli uomini al potere per indurre altri uomini a vivere per l'interesse dei loro padroni anziché per il proprio. [...] L'etica del lavoro è l'etica degli schiavi, e il mondo moderno non ha bisogno di schiavi. [...] In America molti uomini lavorano intensamente anche quando hanno quattrini da buttar via; costoro, com'è naturale, si indignano all'idea di una riduzione dell'orario di lavoro; secondo la loro opinione l'ozio è la giusta punizione dei disoccupati. [B. Russell, Elogio dell'ozio, 1935]
Sullo stesso tema, ecco un altro che si allinea sulle posizioni di Russell:
Una strana follia si è impossessata delle classi operaie delle nazioni in cui domina sovrana la civiltà capitalista. Questa follia trascina con sé le miserie individuali e sociali che da due secoli torturano la triste umanità. Questa follia è l'amore per il lavoro, la moribonda passione per il lavoro, spinta fino all'esaurimento delle forze vitali dell'individuo e della sua progenie. Nella società capitalista il lavoro è la causa di ogni degenerazione intellettuale, di ogni deformazione organica.
[P. Lafargue, Diritto alla pigrizia, 1880]
- Ma, come fa Russell a sostenere che l'ozio è lo strumento principe del progresso?
- Ha senso affermare che, in un certo senso, il lavoro è un ostacolo al cammino della civiltà e un male per tutti?
- Che cosa pensate dell'etica del lavoro?
Questo spazio è pronto ad accogliere le vostre riflessioni.