venerdì 5 dicembre 2014

Crisi di valore, crisi di valori

Forse qualcuno resterà deluso.

L'esito della consultazione popolare indicava nell'attualità il tema da affrontare.

Rispetto la vostra decisione, ma vorrei che non ci disperdessimo nel commento di fatti di cronaca: dobbiamo affrontare grandi questioni, problemi complessi del nostro tempo. Starà a voi individuarne il riflesso nei titoli cubitali dei giornali, negli estenuanti lanci di agenzia, o nella vita di tutti i giorni.

I valori al tempo della crisi.

Credo si tratti di un argomento che, in un modo o nell'altro, dovrà rientrare nelle tracce d'esame. E' un tema che si presta ad essere trattato da molti punti di vista diversi. Il dibattito può essere alimentato attraverso considerazioni di natura letteraria, storica, economica, giuridica, religiosa, perfino linguistica.

E' un argomento scontato, ma anche difficile.

René Magritte, Doppio segreto, 1927

Formulo qualche domanda esemplificativa: che cosa sono i valori? Come incidono sui comportamenti individuali e collettivi? Da dove originano? Quale relazione c'è tra economia, scienza, tecnologia, storia, letteratura e valori? I valori sono statici o dinamici? In che modo un valore si traduce in legge, in istituzione? In che modo si trasmettono i valori da una generazione all'altra? Quali valori di ieri sono valori ancora oggi? Esistono dei valori universali ed eterni, validi sempre in ogni tempo ed in ogni luogo, oppure i valori sono relativi ad ogni cultura? Quali valori, da noi non riconosciuti, debbono essere accettati e quali valori sono invece non negoziabili?

Come vedete c'è di che dibattere per l'intero anno scolastico.

Credo che al termine di questo percorso saremo tutti più consapevoli del nostro essere uomini e donne in questo tempo.
Per cominciare vi chiedo di commentare alcuni documenti che posto qui di seguito e di cercare di rispondere al primo quesito: che cosa sono i valori?

Alcune avvertenze:
1) Commentate un solo documento alla volta; si parte dal primo.
2) Commenti brevi: 10-15 righe alla volta.
3) Commenti frequenti: è così che si dibatte.

Intanto riflettete, tra poco arrivano i documenti...


Doc. 1 Francesco Alberoni: valori nell'era del darwinismo
Doc. 2 Amore al tempo della crisi (Qualche dato per farci un'idea ; Identikit del fedifragoA cosa serve Whatsapp?)
Doc. 3 L'uomo postmoderno - pag. 82-89

54 commenti:

  1. Ogni persona ha dentro di se un insieme di principi, o meglio, di modelli esistenziali che influiscono sulle proprie decisioni.
    Per spiegarmi meglio, i valori sono dei pensieri basati sulla propria esperienza culturale, determinanti un comportamento. Questi non possono essere universali perché sono degli ideali soggettivi, influenzati dalla situazione che ci circonda. Inoltre inducono a considerare un certo tipo di comportamento degno di ammirazione o totalmente meschino, opportunistico e sleale.
    Questi principi sono fortemente influenzati dalla cultura, basti pensare a come una persona mussulmana consideri giusta la lapidazione. I bambini che vivono negli ambienti caratterizzati da questo pensiero sono costretti ad aderire a queste idee e finiscono per crederci veramente, perché le loro menti sono facilmente plasmabili.
    Tuttavia l’uomo è in continua evoluzione e in lui c’è anche un carattere di etica raggiunta attraverso moltissimi anni di pensiero filosofico. In altre parole, non vige più la regola dell’annientamento della specie avversaria per la sopravvivenza della propria, ma si è sviluppato un carattere di altruismo verso qualsiasi essere vivente.
    MATTEO SPILLER.

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  2. Commento del primo documento: “Francesco Alberoni: valori nell'era del darwinismo”.
    Non sono totalmente d’accordo con l’idea di Francesco Alberoni. E’ vero, c’è stata un’epoca in cui l’uomo era totalmente influenzato dalla legge della natura ed era costretto a comportarsi di conseguenza. Nel mondo ci sono ancora molti esempi di questa visione della vita, come i paesi più poveri. Qui per sopravvivere bisogna lottare fino all’ultimo con tutte le proprie forze per assicurare la vita ai propri figli e di conseguenza la diffusione dei propri geni.
    Tuttavia la consapevolezza della vita che si è creata in altre parti del mondo, grazie allo sviluppo di una società basata sul rispetto di tutte le persone, è in contrasto con la legge del darwinismo.
    Con ciò non voglio dire che l’uomo non si comporti più avendo come obiettivo principale la propria sopravvivenza, ma che in lui si stia sviluppando un’interpretazione nuova del mondo, volta a rispettare la vita altrui. I vegani e la loro idea sono un esempio molto concreto di ciò che voglio far capire.
    Ovviamente, affinché si possa sviluppare una tale consapevolezza verso il rispetto della vita altrui, è necessario un ambiente di vita privo di minacce e ciò è la spiegazione della differente visione del mondo tra i paesi più sviluppati e quelli in continue guerre a nostro parere inutili e piene di massacri.
    MATTEO SPILLER.

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    1. Sono d'accordo con quello che hai detto riguardo al cambiamento di mentalità dell'uomo però, affinché i paesi sottosviluppati raggiungano questa consapevolezza cosa possiamo fare? Chiedere un cessate il fuoco generale? Mi sembra alquanto improbabile.
      LORENZO ZAMUNER

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    2. Lorenzo, rispondere alla tua domanda non è semplice, tuttavia penso che ci stiamo allontanando troppo dall'argomento principale, cioè i valori.
      Io ho utilizzato l'esempio dei paesi sottovalutati soltanto per spiegare meglio la mia idea.
      Professore, lei cosa ne pensa? Possiamo addentrarci anche in questo problema oppure dobbiamo attenerci alla domanda principale?
      MATTEO SPILLER.

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  3. Definirei i valori come l'insieme degli atteggiamenti e degli ideali,in base ai quali una persona si orienta e valuta ciò che è giusto,opportuno perseguire nella vita. Il valore dovrebbe essere qualcosa che sentiamo dentro e alla quale ci crediamo fortemente, che cammina insieme a noi e guida i nostri comportamenti. In alcune situazioni può rappresentare gli obiettivi che cerchiamo di raggiungere e in altre i sentimenti di affetto tra due o più persone.
    Non è per certo che i valori debbano essere imposti;dipende infatti dalla nostra personalità decidere se dare maggiore o minore importanza.

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    1. Sono d'accordo con te, ma non pensi che ognuno di noi sia influenzato dalla situazione economica, sociale, politica, ecc. che lo circonda?
      MATTEO SPILLER.

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    2. Anche io sono d'accordo con te Matteo! Un Leonardo da Vinci nato oggi non sarebbe di certo lo stesso grande inventore che è stato 500 anni fa. I secoli hanno modificato i comportamenti, gli stili di vita e le abitudini così come l'attuale situazione sociale/economica modifica i valori dei nostri giorni.

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    3. Assolutamente si! Non è più possibile fuggire dai modelli della nostra società consumistica, i quali ci vengono proposti continuamente e appaiono come verità assoluta.Le nostre scelte,le idee sono tutti elementi condizionati dal periodo in cui viviamo ma d'altronde è sempre stato così.Crescendo in un società capitalistica come la nostra,finisci per apprezzare i gusti che ti vengono proposti e ti rimangono impressi nella mente.Non è questa la funzione dei mass media? Ci sono tantissimi esempi per capire come trenta,quaranta anni fa i valori che oggi non consideriamo più erano fondamentali per una famiglia.E,appunto,i tempi hanno modificato i valori.
      Tuttavia, parlare di situazione economica,politica,sociale significa prendere in considerazione moltissimi aspetti della nostra società.
      Più precisamente,cosa intendete con tali parole o meglio a cosa vi riferite?
      Al di là del periodo diverso è anche vero che il nostro paese non è un buon esempio se dobbiamo parlare di valori.
      Fin da piccoli ci insegnano di agire con onestà,diligenza,dignità,giustizia,rispetto.
      Poi, più passa il tempo,più ci si rende conto che non è cosi.E chi ce lo dimostra? La realtà.

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    4. Grazie mille per aver risposto alla mia domanda.
      La tua frase conclusiva mi fa riflettere molto e la prima cosa che mi viene immediatamente in mente è la corruzione che sta dilagando all'interno del nostro paese. Persino Roma, che dovrebbe essere d'esempio per tutte le altre città, è al centro di numerose indagini da parte della Guardia di Finanza.
      Tornando al discorso dei valori, ho avuto l'opportunità di confrontarmi con mio nonno su questo argomento. La conversazione è stata molto interessante. Infatti mi ha spiegato di come lui interpreti il trasformarsi della realtà sociale in cui vive. Inizialmente criticava i giovani, ma poi si è accorto di come noi dobbiamo confrontarci con nuove sfide e problemi. Successivamente, la sua attenzione si è focalizzata sulla classe dirigente, cioè la generazione che è venuta dopo la sua. E' stato molto interessante ascoltare la storia passata dei governi e dei partiti , ma il punto fondamentale che vorrei esprimere è che anche queste persone, di un'altra epoca e con valori diversi, fanno affidamento sulla nostra generazione.
      Non sperano più nella redenzione dell'attuale politica, ma si affidano su di noi e sui valori che ci appartengono.
      MATTEO SPILLER.

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  4. I valori sono il faro guida delle nostre scelte. Da quest'idea derivano la nostra concezione di giusto, l'obbiettivo e il fine delle nostre azioni, solo per fare alcuni esempi. Credo che i valori di una società siano strettamente legati all'etica. I comportamenti delle persone sono influenzati dai valori; come se fossero delle norme. Non imposte, ma accolte da un tacito assenso popolare (per chi li segue chiaramente). Nel Medioevo uno dei valori fondamentali era l'onore, per far rispettare il proprio nome si poteva arrivare ad uccidere. Oggi questo valore ha assunto una rilevanza minore nella vita di tutti i giorni anche se permane nella nostra società. Hanno assunti invece maggior importanza valori sociali ed affettivi.

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  5. A mio parere i valori sono dei principi cardine suoi quali ognuno di noi basa la sua vita, la sua esistenza. Sebbene sia diffusa la credenza che i valori etici stiano via via scomparendo io continuo a credere che la società ne sia invece colma; come potremmo in questa eventualità continuare a distinguere il giusto dallo sbagliato, ciò che si dovrebbe fare o meno in determinate situazioni? Ovvio, descrivere i valori e attribuirne un significato non è per niente facile, non sono infatti degli oggetti che possiamo vedere o analizzare sotto i più vari punti di vista, ma sono un qualcosa con cui ci dobbiamo confrontare giorno per giorno, che ci aiuta a crescere e che da sempre fa parte i noi.

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  6. Concordo con la tua idea, tuttavia i valori non stanno scomparendo ma semplicemente cambiando. Ecco il perché di questa percezione molto diffusa.
    MATTEO SPILLER.

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    1. Era proprio ciò che intendevo dire Matteo. È ovvio che i valori non scompariranno mai come del resto anche che muteranno di pari passo con la società; basti pensare all'importanza che ne davano le generazioni precedenti alla nostra.
      Ieri i valori erano posti quasi a pari livello di una legge, la distinzione era relativa puramente alla forma (una scritta mentre l'altra tramandata oralmente), oggi, invece, sono definiti un po’ come un qualcosa di facoltativo, a cui si può scegliere di attenersi o meno.

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    2. Io ritengo che i valori abbiano in ogni tempo valore prescrittivo: se ad esempio credo nella fedeltà coniugale, mi autoimpongo di non tradire mia moglie. Se fare il mio dovere con abnegazione, al meglio delle mie capacità rientra nei miei valori, allora combatterò con tutte le forze contro la pigrizia, la sciatteria, l'assenteismo. Non si può avere un po' di fede: o si crede, oppure non si crede. Le generazioni precedenti non erano migliori di noi, semplicemente credevano in principi ai quali noi non siamo più disposti ad attribuire valore, perché ne attribuiamo ad altri. Lucrezia, matrona romana, si tolse la vita per il disonore di essere stata violentata da Tarquinio Collatino. Dante rifiutò l'amnistia per non dover subire l'onta di dichiararsi colpevole di corruzione. Ariosto, che amava Alessandra Benucci, si fece chierico pur di incassare un modesto vitalizio. Ciascuno di questi comportamenti ha senso solo all'interno di precisi sistemi di valori che oggi non sono più attuali. O voi fareste altrettanto?

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  7. Carissimi, vi richiamo ad un confronto serrato con e sul primo documento, che permetterà di uscire da un dibattito di piccolo cabotaggio verso questioni di portata filosofica. Avanti, lanciatevi nell'interpretazione e nel confronto critico con l'altrui visione del mondo.

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  8. Commento del secondo documento: “Amore al tempo della crisi”.
    L’amore non è una scienza, non è possibile sintetizzarlo attraverso qualche reazione chimica del nostro corpo. Forse è vero, quando ci innamoriamo produciamo più ormoni e dopo qualche mese non si sentono più le farfalle nello stomaco dei primi incontri, ma ciò non significa non amare.
    Il momento in cui si scopre di aver perso la testa per una persona è frizzante, inaspettato, fa paura ma allo stesso tempo è la sensazione più bella che si possa provare. Con il tempo questa percezione si tramuta nel porsi un solo obiettivo, prendersi cura del proprio partner.
    Non voglio rappresentare un amore idilliaco perché mentirei, qualche volta si litiga, ci si sente trascurati e bisogna mettere da parte il proprio orgoglio, ma alla fine si perdona qualsiasi errore commesso dalla persona che si ha davanti e si ritorna ad essere felici.
    Ecco cos’è l’amore.
    Tuttavia nella nostra società, come ben sappiamo, molte persone non hanno il coraggio di mostrare al mondo cosa si ha dentro di sé, o meglio, chi si è veramente e ciò li porta a non approfondire i rapporti e ad assumere atteggiamenti superficiali.
    MATTEO SPILLER.

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  9. Commento degli allegati al secondo documento: “Qualche dato per farci un'idea ; Identikit del fedifrago; A cosa serve Whatsapp?”
    I dati forniti da questi documenti fanno riflettere molto, non pensavo che la tecnologia potesse influire sull’aumento dei divorzi e delle separazioni.
    Molto interessante è anche la situazione del Qatar, un paese dove la religione, almeno in passato, non permetteva di prendere decisioni di questo tipo. Ora sembra essersi portato al passo delle più moderne economie occidentali.
    A riguardo questo sito spiega in modo più approfondito le caratteristiche del matrimonio musulmano: https://www.justlanded.com/italiano/Dubai/Guida-Just-Landed/Cultura/Matrimoni-e-divorzi .
    Ciò che ha suscitato in me molta perplessità è anche la mappa delle città con il più alto tasso di tradimento.
    Tale situazione è sicuramente legata al fatto che i valori stanno cambiando e quelli che a noi possono sembrare essenziali per altre persone appaiono troppo vincolanti.
    MATTEO SPILLER.

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    1. Anche io sono rimasta un po' stupita nel leggere i dati forniti dai documenti. Si sente spesso per televisione di sondaggi che registrano aumenti delle separazioni o dei divorzi, ma non credevo con numeri così elevati. Anche secondo me, come sostiene Matteo, i valori su cui la società si basa stanno cambiando. In passato il matrimonio era una cosa molto importante, un'unione tra due persone che rare volte veniva sciolta. Oggi invece il matrimonio ha perso il suo valore. Si divorzia dopo pochi anni e ci si risposa anche per tre volte. Non si riesce più a costruire un rapporto solido, basato sulla fedeltà reciproca, ma si cercano invece delle scappatelle anche attraverso le nuove forme di tecnologia. I valori che fino a poco tempo fa erano importanti oggi non lo sono più.

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    2. Questo aumento delle separazioni non è causato soltanto dal cambiamento dei valori, ma anche dalla noia della vita caratterizzata dalla routine. Oggi non basta più essere felici ma si cercano nuove sensazioni ed esperienze. Vivere pensando di trovare ogni sera nella propria casa la donna sposata crea nella mente di alcune persone amarezza, tristezza e depressione. Ciò è dovuto alla mancanza di riflessione interiore. Un individuo che sapesse davvero cosa vuole non si addentrerebbe in nuove relazioni che lo porterebbero soltanto ad avere un senso di rimorso e di vergogna.
      Il mondo sta cambiando e ciò è caratterizzato anche da questa voglia di conseguire nuove esperienze e provare nuove sensazioni.
      MATTEO SPILLER.

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  10. L'essere umano appartiene alla natura ma si distingue da questa ultima in quanto è in grado di dare dei giudizi di valore.La scienza ci permette di conoscere con crudeltà la nostra esistenza. Le leggi morali mutano con il tempo e sono diverse rispetto al passato. In ogni ambiente vige la legge della sopravvivenza, di chi riesce a restare in vita nel proprio habitat.
    "Tutto è competizione.Per il territorio,per il cibo,per il sesso.E la competizione si svolge non solo fra individui,ma anche fra società organizzate come nel caso degli insetti". Sono queste le parole di F.Alberoni nella prima riflessione del suo libro "Valori". E' chiaro quello che ci vuole dire :per quanto tutti gli essere umani abbiano dei valori e delle regole da rispettare,nel momento in cui viene a mancare la certezza di sopravvivere,ognuno non bada più a leggi morali e adotta il comportamento più naturale possibile. E' ciò che avviene ancora oggi in maniera più spontanea tra gli animali e tra gli uomini.
    La scienza non ci spiega la moralità;è il risultato della ragione.Non ha sentimenti nemmeno giudizi.

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  11. Penso che la vicenda accaduta al Conte Ugolino di Gherardesca sia un ottimo esempio per spiegare concretamente ciò che vuoi dire. Cosa ne pensi?
    MATTEO SPILLER.

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  12. Sinceramente, non ho ben capito cosa intendi per vicenda.
    Se con essa ti riferisci al canto dell'Inferno nella Divina Commedia,allora forse è possibile un confronto con uno degli aspetti emersi nel documento di F.Alberoni,ovvero quello relativo all'uomo preda,il quale in un momento di fame,si trasforma in cannibale,disposto a divorare la carne altrui,al fine di non morire.
    Tuttavia,l'immagine del Conte Ugolino non mi è apparsa così immediata come esempio.

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    2. A me invece la storia del Conte Ugolino appare l'esempio più adeguato per descrivere la natura animale dell'uomo, il quale per sopravvivere è disposto a compiere gesti estremi, anche diventare un cannibale e mangiare i propri figli.
      MATTEO SPILLER.

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  13. Commento del documento: “Francesco Alberoni: valori nell'era del darwinismo”.
    A differenza di Matteo Spiller io sono abbastanza d’accordo con quanto sostiene Francesco Alberoni. Capacità di adattamento, legge della sopravvivenza, sono aspetti che tutt’oggi fanno parte della nostra realtà. Si può facilmente vedere nel mondo degli animali, dove solo il più forte sopravvive e il più debole invece viene ucciso. Questa situazione non è molto diversa dal mondo degli uomini. Questi comportamenti si manifestavano attraverso le guerre di conquista, la sottomissione dei più deboli. Non si può dire però che questa situazione oggi non ci sia più. A mio parere ha solo cambiato forma. Basti pensare alle piccole aziende che devono chiudere perché non riescono ad adattarsi ai cambiamenti del mercato. Oppure agli anziani, i quali fino a qualche anno fa non hanno mai avuto a che fare con la tecnologia, ma che sono costretti invece ad adattarsi e non sono gli unici. Oggi per iscrivere un bambino a scuola bisogna farlo esclusivamente tramite internet. Anche se non tutti sono favorevoli alla tecnologia ci si devono adattare oppure rimangono esclusi dal resto della società. La legge della sopravvivenza è valida anche oggi, ha solo cambiato i modi in cui si manifesta.

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  14. Commento del documento: “Amore al tempo della crisi”.
    Leggendo il documento posso dire di essere in disaccordo con quanto è stato detto. A mio parere il concetto di amore che viene descritto non è vero. L’amore viene descritto come un inganno, qualcosa che dopo un brevissimo periodo di tempo svanisce. Se manca la passione iniziale non c’è più regione di stare insieme e si deve cercare in qualcun altro quella scintilla che ci fa sentire bene. L’amore però non è rappresentato solo da quella scintilla, dai primi momenti in cui si conosce qualcuno, quando tutto è ancora nuovo ed elettrizzante. L’amore per me è anche imparare a stare con qualcuno per molto tempo, imparare a conoscere profondamente una persona e non lasciarla perché fa qualcosa che non ci piace. È normale che col tempo la passione iniziale pian piano si affievolisca e che può nascere in noi il desiderio di scoprire qualcosa di nuovo, di conoscere altre persone. Ma questa non deve essere una giustificazione per lasciare qualcuno di cui si era innamorati. Non ci può essere sempre la scintilla. Prendo ad esempio i miei nonni. Da poco hanno festeggiato i 50 anni di matrimonio. La loro vita non è sempre stata perfetta, hanno avuto i loro momenti di lite, di difficoltà, ma nonostante tutto stanno ancora insieme e sono ancora felici. Potrebbe sembrare un’idea un po’ banale però per me è questo il vero significato dell’amore: conoscere profondamente una persona, accettare i suoi difetti e cercare di affrontare le difficoltà insieme senza lasciarsi al primo ostacolo.

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  15. Come ci dice il primo documento, i valori ce li costruiamo noi, e cambiano continuamente. Non solo in base al tempo, non solo dal passato al presente, ma anche in base al territorio e alla società in cui viviamo. I valori cambiano e ci cambiano, i valori ci influenzano e sono influenzati dai nostri cambiamenti. Quindi mi chiedo, ne esistono di assoluti? Prendo un esempio concreto, per tutti noi la vita dei bambini è sacra, nessun atto di violenza contro di loro può essere accettato. Un solo schiaffo da un genitore al figlio è condannato dall'intera società, e per me è impensabile che questo cambi. Ma poi vedo bambini trasformati in soldati o bombardati in massa dentro una scuola. Quello che per me è un valore assoluto per altri è inspiegabilmente secondario. Sarebbe più facile se tutti avessero quella coscienza individuale che Manzoni attribuiva ai giudici del passato, ma pensandoci bene anche quella coscienza la determinano i nostri valori, la coscienza che avrebbero dovuto avere i giudici derivava proprio dai valori di Manzoni, quindi com'è possibile trovare qualcosa che valga per tutti?

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    1. La tua è una domanda che fa riflettere molto. Sono d'accordo con te per quanto riguarda il cambiamento repentino dei valori e penso che sia quasi impossibile trovarne di comuni tra le diverse società del mondo.
      Forse il dovere di onorare il padre e la madre è rispettato ovunque ma sicuramente si potrebbe trovare un'eccezzione.
      Certo è molto interessante provare ad immedesimarsi nel pensiero e nella situazione delle persone che vivono in condizioni estreme per provare a capire com'è possibile compiere delle azioni che a noi possono sembrare inconcepibili.
      In questi giorni continuo a stupirmi delle vicende accadute in Medio Oriente a causa dell'ISIS e trovo davvero assurde le stragi, i massacri e le decapitazioni che stanno accadendo.
      Questo argomento puó essere messo in relazione con i valori di cui stiamo parlando ed è la prova piú emblematica della grande differenza di pensiero che è presente tra i paesi piú sviluppati rispetto a quelli in difficoltá.
      Riflettendo su ció che sta accadendo penso che in queste situazioni si possa riscontrare la natura piú selvaggia dell'uomo. Alla fine queste guerre sono dovute alla sopravvivenza e alla lotta per l'ottenimento di una maggiore ricchezza, ecco perchè trovo una grande somiglianza tra queste vicende contemporanee e ció di cui stiamo parlando.
      MATTEO SPILLER.

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    2. A me ha fatto riflettere la tua domanda ed è proprio da ciò che hai scritto che vorrei partire per spiegare cosa sono i valori per me. Sono d’accordo con te sul fatto che i valori cambino e credo che questo sia naturale dal momento che vengono influenzati dalla società e dal tempo in cui si vive. I valori sono ciò che ci guida e che ci fa giudicare i fatti, ciò che accade. Le generazioni precedenti, basti solo pensare ai nostri genitori, ci tramandano dei valori fin da bambini ma poi siamo noi a decidere se conformarci o meno a ciò che ci tramandano. I valori secondo me sono soggettivi. Nella vita di tutti i giorni possiamo notare che ciò che vale per noi non conti anche per i nostri amici. Il modo in cui noi giudichiamo i comportamenti degli altri dipende dai valori in cui crediamo. Credo sia anche la famiglia in cui cresciamo a influenzare i nostri valori e i nostri ideali.

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  16. I valori sono l'insieme delle qualità morali e intellettuali che sono considerati generalmente il fondamento della vita umana e della società.
    Sto parlando degli ideali, delle tradizioni, dei principi morali che per molti anni sono stati tramandati da tutte le civiltà del passato e che hanno insegnato a vivere e ad adattarsi alla società del tempo. Questi valori mutarono e si trasformarono con il passare degli anni. Fino a dimenticarne qualcuno e ricordarsene altri. Spesso penso che la società di oggi non rispetti i valori di un singolo individuo o ad esempio della famiglia, perché violati dalla collettività che calpesta i principi morali e poi lavarsene le mani.

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    1. Sara sono d'accordo con te sul fatto che la società attuale tende a smorzare i valori della famiglia, ma penso che l'errore sia credere che il concetto stesso di famiglia (e i valori ad essa collegati) non sia cambiato, se una volta il nucleo familiare era composto da marito, moglie, figli e nonni, oggi la famiglia si è allargata: patrigni, matrignie, fratellastri sono assolutamente comuni. I valori erano quelli dell'unità familiare e del rispetto delle gerarchie, con le famiglie allargate questi valori stanno scemando: con il divorzio spesso la posizione dei genitori agli occhi dei figli cambia, perdono un po' di autorità e il rapporto diventa più informale, quasi d'amicizia.. L' opinione comune viene continuamente influenzata: penso alle seie tv dove le coppie separate e le famiglie allargate sono normali e rappresentano altri tipi di valori rispetto a quelli della famiglia tradizionale. I figli di divorziati devono imparare ad accettare persone estranee all'interno della famiglia, cosa molto difficile, questo può essere definito un valore? Secondo me si. I valori all'interno della famiglia non sono sicuramente influenzati dalla società, tuttavia non penso che vengano calpestati ma solamente mutati

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  17. Cosa sono i valori, si potrebbero avere certamente molte risposte diverse, influenzate dall'aspetto geografico, politico, storico e molte altre variabili che possono incidere su quei comportamenti che noi riteniamo privi di valori o al contrario. Si può notare come in cinquant'anni i valori della famiglia o della società siano cambiati già solo se ci confrontiamo con i nostri genitori riscontreremmo ideali diversi dai nostri, in teoria avrebbero dovuto trasmetterci i loro valori con l'educazione che ci hanno impartito ma non è sempre così perchè i valori sono collegati a una moltitudine di variabili. I nostri valori sono delle ripercussioni di quello che ci circonda nel complesso globale, perchè tutto è collegato in una rete di fili invisibili che ci accerchia e ci fa scegliere certi valori come fondamentali a esclusione di altri.

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  18. Vedo che stiamo scivolando verso affermazioni dal sapore relativistico. Sono levostre opinioni, ma in effetti è la cultura del nostro tempo, la civiltà occidentale giunta a questo stadio di maturazione che parla attraverso di voi. Mi chiedo e vi chiedo dunque non esiste alcun nucleo roccioso, alcun fondamento affidabile su cui costruire il nostro sistema di valori? E se relativismo deve essere, quali ne sono le opportunità e quali i rischi?

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  19. La sua è una domanda non molto semplice e prima di dare una risposta definitiva vorrei riflettere a lungo.
    Per quanto riguarda il suo ultimo quesito, il rischio sarebbe quello di andare a finire in un regime autoritario come quello dell'ISIS.
    Ho appena letto un libro di una giornalista che è vissuta in Medio Oriente travestita da siriana e lei spiega proprio la loro mentalità.
    E' molto curioso come sia possibile considerare certe punizioni li applicate giuste.
    Tuttavia questa signora spiega anche molta storia e qui si possono trovare le motivazioni di tali massacri.
    Tutto ció per tornare sullo stesso discorso di prima, la societá, l'economia, la politica, la storia ecc. Hanno caratterizzato la loro vita di tutti i giorni.
    MATTEO SPILLER.

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  20. Credo sia difficile, o forse impossibile, definire con precisione quali siano le cause di questa crisi di valori che tutti noi, senza esclusione di nessuno , stiamo affrontando. Credo inoltre sia giusto prenderla come una crisi della società, quest’ultima ormai troppo corrotta.
    Ritengo vero, dunque, dire che si ha perso qualsiasi tipo di valore che desse all'uomo la dignità di distinguersi dall'animale. Un esempio lo si può trovare sui fatti di cronaca, ovvero il continuo verificarsi di situazioni contrarie alla morale e alla natura stessa dell'uomo, quali omicidi, stupri, e cosi via.
    Riflettendo provo a capire da dove abbia avuto origine questo sfacelo e tuttavia sono d’accordo con chi sostiene che i valori che abbiamo ora sono frutto e diretta conseguenza della trasformazione che l’ambiente attorno a noi ha subito. Non abbiamo più ideali, più fede, più alcun tipo di valore morale da perseguire o raggiungere, e se anche crediamo di averne la maggior parte è condizionata a seguire quelle che qualcun altro ci impone.
    Purtroppo non possediamo più quei principi per i quali si è in grado di dire "questo è giusto, questo è sbagliato" ma valutiamo la realtà a seconda delle circostanze.
    ZABEO MARCO

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  21. Un valore è semplicemente un punto di riferimento. Può essere di ogni tipo e non necessariamente deve rimanere tale per noi per tutta la vita. Mi riferisco alla famiglia, all'amicizia, al denaro, alla libertà o anche solo alla coerenza, che spesso vengono tirati in ballo come se chi lo fa meritasse un premio (all'ipocrisia). Nella storia i valori hanno condizionato i popoli: penso alla patria, che spinse gli italiani a unificarla intorno all'Ottocento, al credo religioso, che condizionò la Costituzione del 1948 e tutto il Medioevo, o anche solo all'amore, che contraddistinse un movimento culturale degli anni sessanta, gli hippie. Credo che quelli che chiamiamo valori non siano altro che un insieme di regole di condotta che ci vengono insegnati (famiglia, scuola, letteratura, televisione) e che piano piano finiamo con l'assimilare. Ma come ho già detto, non per forza dobbiamo sentirli nostri per sempre. Settant'anni fa la patria era sacra, eppure ora non me la sento di dire che la società condivida ancora questo sentimento nazionale. È un male? È un bene? Non si può deciderlo, considerando che comunque viviamo in un mondo che è cambiato molto da quello dei nostri nonni e quello che a noi può rientrare nel canone della normalità, a loro può sembrare semplicemente scandaloso. La frase che mi è stata ripetuta più spesso dalla mia famiglia era: "Non c'è più religione", come per sottolineare il divario marcato tra la mia generazione e la loro. Che sia un male, ripeto, non lo so, ma come disse Manzoni ne "Il cinque maggio", lascio "ai posteri l'ardua sentenza".

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  22. Denis, stiamo cercando di capire proprio ciò che tu lasceresti che giudicassero le generazioni future.
    Sono d'accordo con te per ciò che hai detto, ma vorrei sottolineare una questione. Se la frase detta dai tuoi genitori è rivolta proprio alle nuove generazioni, oltre che alla nostra (ormai quasi vecchia), bisogna rifletterci sopra.
    Sono sicuro che non l’abbiano detta solo perché tu non abbia voluto seguire un loro consiglio.
    Anch’io l'ho sentita dire molte volte, ma per dei validi motivi.
    Oggi i giovani cercano esperienze nuove e trovandole finiscono per rovinarsi la salute o quella degli altri per esempio. Come? Alcol, droga, sesso...
    Basterebbe leggere un volantino di una nuova discoteca. Prendiamo il caso della Dis.....ace, recita proprio questo: "ad una domenica pomeriggio, agli amici, a qualche tempesta ormonale nascosti al buio su un divanetto... alla nascita di un amore, ad un fine settimana pieno di eccessi...".
    Ma che eccessi!?
    Sembra che le nuove generazioni debbano provare sensazioni più forti di quelle sentite dalle precedenti.
    Ma io la vedo in un altro modo, noi non sappiamo apprezzare la semplicità, ormai nulla ci stupisce e andiamo a cercare nuove esperienze. Potremmo essere paragonati a Charles Baudelaire.
    E allora si, in questo caso è giusto dire: "non c'è più religione".
    Sia chiaro che ognuno può fare ciò che vuole, anche morire di sifilide perché ha cercato di dimostrare di essere più capace degli altri, o meglio, diverso e più innovativo, avendo rapporti con prostitute.
    Tuttavia, se si vuole assaporare la vita fino in fondo, bisogna essere felici anche delle fortune più piccole e saper vivere con pienezza ogni singolo momento della vita perché ognuno potrebbe essere l'ultimo.
    MATTEO SPILLER.

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    1. Non credo che qualcuno morirebbe, almeno in Italia, andando a prostitute perchè comunque sono proprio i maschi i primi ad attrezzarsi al meglio. Ma poi, che c'entrano le prostitute? Non sono di certo gli anni 2000 quelli delle droghe o del sesso facile a contraddistinguerli. Solo che ora ci sono i centri sociali che evidenziano il problema più di quanto non si facesse. Non puoi giudicare qualcosa oggettivamente dal momento che la stai vivendo. Parli di crisi di valori, ma chi l'ha detto? Chi l'ha detto che questi che abbiamo ora (e non tutti poi) sono sbagliati e quelli di una volta (imprecisata, ma penso ci si riferisca agli anni '50-60) erano quelli giusti? Il solo non andare a messa o fare tardi la notte può cozzare con le abitudini dei nostri genitori. E tutte le famiglie che non si sono ammodernate, se mi è concesso il temine, e sono rimaste con la stessa mentalità dei loro genitori ritengono a grandi linee il loro figlio un completo mascalzone. Ma è ovvio. Anche solo prendendo l'esempio della discoteca: una volta, perchè mi stai dicendo che una volta si stava meglio, ma dal momento che tu non c'eri dubito fortemente dell'attendibilità dell'affermazione, una volta dicevo, in discoteca si andava a 16 o addirittura 18 anni e si cominciava verso il tardo pomeriggio, praticamente sera. Ora se non sono le 10 a momenti non aprono nemmeno e se provi a dare una rapida occhiata dentro, l'età minima, se non l'hai già scoperto, ti stupirà. Quindi per forza di cose si torna a casa tardi, e per tardi intendo mattina, perchè altrimenti si rimane il tempo per un saluto.
      Altro argomento: la stupidità. C'è sempre stata, basta non darle corda. Se c'è il ragazzino che si fa di eroina per fare l'alternativo o quel volantino che inneggia ad un modo di vivere la discoteca... Ti faresti mai abbindolare da come è scritto e da cosa promette? Io spero di no. Vorresti vivere con semplicità hai detto, io lascio rispondere a te stesso "e saper vivere con pienezza ogni singolo momento della vita perché ognuno potrebbe essere l'ultimo." Ti dirò una cosa che probabilmente già sai: la vita frenetica dei giovani rispecchia quella della società e tutto ciò che è diverso finisce con l'essere additato come Gregor di Kafka. A te la scelta. Se saprai rimanere saldo nei tuoi principi avrai certamente il mio rispetto, ma probabilmente non quello degli altri. Non puoi basare la tua vita su qualcosa che ormai è troppo lontano da noi e dalla mentalità comune senza pagarne le conseguenze.

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    2. Ti garantisco che il rischio c’è anche se ci si “attrezza”, o meglio, si usano le precauzioni.
      Non so se ti ricordi la vita di Charles Baudelaire, le prostitute sono state parte della sua esistenza.
      In secondo luogo, io non sto dicendo cose inventate e per dimostrartelo ti allego qui i siti da cui mi sono informato.
      http://www.unicri.it/min.san.bollettino/rassegne/oedt.htm
      Questo link è il più interessante:
      http://www.edscuola.it/archivio/handicap/europa_droga.htm
      http://www.azisanrovigo.it/media/organi_organismi/Conferenza_sindaci/cd_piano_Triennale_Lotta_alla_Droga.pdf
      Ecco alcuni effetti delle droghe:
      http://drogainbreve.dronet.org/droga_salute_mentale.html
      http://www.droganograzie.it/autoaiuto_problemi.html
      In terzo luogo, io non sto parlando di una crisi di valori che affligge tutti i giovani, ma molti di questi.
      Ci sono anche molti ragazzi a cui sono stati insegnati principi che vanno contro l’uso di canne, droghe e chi più ne ha più ne metta. In particolare, a me hanno insegnato che queste sostanze sono inutili, creano piacere a breve termine e danni nel lungo periodo.
      MATTEO SPILLER.

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    3. Scusami se non ho risposto a tutte le questioni, successivamente completerò il mio commento.
      MATTEO SPILLER.

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    4. Riprendendo il mio commento, io non ho mai detto che in passato si stava meglio o che i valori fossero più giusti rispetto a quelli presenti.
      Io mi riferivo a tutti i ragazzi che fanno uso di droga o altro, se solo riuscissero ad apprezzare le fortune della loro vita a quel punto non lo farebbero più.
      Per quanto riguarda le discoteche non ho affermato che queste siano tutte da considerare negativamente. Io stesso ci vado diverse volte l’anno, ma ci sono diversi tipi di queste. In alcune si va per drogarsi e in altre per fare due parole e ballare. Ecco, io le prime le vieterei e le chiuderei all’istante. Ma ti rendi conto in che condizioni siamo? Ci sono spacciatori perfino appena fuori dalla nostra scuola.
      Come ultima cosa tu dici che sono l’unica persona a considerare la vita come dico io, ma ti sbagli. Molti giovani la pensano come me, la difficoltà sta nel sapersi dissociare dal branco e nel far valere i propri valori.
      Sono sicuro che dopo questa spiegazione più specifica capirai che le nostre idee non sono poi così lontane.
      MATTEO SPILLER.

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  23. Secondo me i valori sono il riflesso che hanno i nostri ideali, del singolo o della società, riguardo ad alcuni argomenti quotidiani e situazioni in cui ci troviamo. I valori non sono statici per una società, bensi dinamici e con il tempo e il modificarsi dell'ambiente questi mutano; per questo quelli che sono per noi i valori di oggi non erano quelli della prima guerra mondiale, ad esempio basti pensare come lo sterminio degli ebrei all'epoca in Germania non sembrava una cosa cosi sbagliata mentre oggi la si considera un abominio. Proprio per questo motivo non penso che nell'età contemporanea si stia avendo una crisi di valori, ma che essi stiano solo mutando in altri che rispecchiano maggiormente gli ideali delle persone.
    Qualche giorno fa, appena tornato a casa da una serata con gli amici, mi è capitato a notte inoltrata di vedere in televisione un documentario sulla pornografia che mi ha fatto molto riflettere: veniva mostrato come ormai la stra grande maggioranza della società di oggi faccia uso di pornografia la quale ha aumentato il suo giro d'affari a più di 70 miliardi di dollari all'anno; Questo ci fa capire come un valore come la sessualità non sia entrato in crisi, bensi che stia mutando in relazione a quali sono i bisogni, gli ideali e molti altri fattori che sono presenti in noi

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  25. Nella nostra società si ha sempre di più la percezione che i valori stiano svanendo o eventualmente mutando.Ma questo l'abbiamo già capito.
    I valori,però,per essere assimilati,devono pur essere insegnati da qualcuno. Si perchè,se non dai genitori o dalla scuola,molti li copiamo dalla stessa società in cui viviamo. Ed è propria questa che ci ha influenzato e lo continua a fare.
    Infatti,chi di noi non aspira ad una vita migliore? Chi non sogna di avere abbastanza denaro da poter soddisfare tutti i propri desideri? Eppure,queste idee chi ce le hanno insegnate,se non la società in cui siamo cresciuti,grazie ai media?
    Scusate, ma per me siamo intrappolati in questa visione più che mai. Non si tratta di dare un giudizio,dire insomma se questa sia giusta o sbagliata. Essendo cresciuta in questo mondo, mi sento presa in considerazione. Forse, da un lato, è anche giusto così: per ogni età ci sono visioni diverse.
    Tuttavia, sono certa che la perdita di valori sia dovuta proprio alla società,la quale ci fa vedere il mondo diversamente rispetto a vent'anni fa. Ed è anche questo il motivo per cui noi,giovani di oggi,abbiamo dei valori diversi dal passato. Essa ci influenza fin da piccoli,ci spiega come comportarci e quali sono i canoni da seguire.

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  27. Parlo di società perchè i valori influiscono in tanti aspetti della nostra vita:come ci comportiamo con noi stessi e con gli altri,come agiamo di fronte ai problemi, come lavoriamo,come superiamo le difficoltà ecc.
    Mi rendo conto,infatti, che uno dei problemi del mondo di oggi sia la mancanza di autostima e il senso di insicurezza nell'affrontare le situazioni. Insomma, la paura di fallire.
    Questo genera sicuramente in noi una crisi morale e di conseguenza perdiamo credibilità nei nostri punti di riferimento che un tempo aiutavano e fungevano da segnali stradali per indicare al meglio la via da seguire.
    Molti si sentono fragili e instabili,non abbastanza idonei per affrontare la vita, fino ad arrivare a sentirsi inutili,a tal punto da impazzire. Mai come ora ci troviamo di fronte a persone che ritengono impossibile continuare a vivere.Per me è questa la crisi di valori di cui si parla.
    Quindi,per rispondere alla domanda esposta dal prof. , mi sento di dire che il rischio del relativismo è proprio questo,appena espresso. Più semplicemente il pericolo è quello di non riuscire a immaginare una realtà diversa e contraria a quella quotidiana. Inoltre per me non esistono leggi,imposizioni,riforme per diversificarci da questo. Solo noi singoli possiamo recuperare i nostri autentici bisogni. Ma non di certo ritornare indietro nel tempo,poichè al di là dei rischi ,ci potranno essere nuove e migliori possibilità.

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  28. Infatti,il rischio del relativismo è quello di radere al suolo ogni certezza e consapevolezza nelle nostre scelte e considerare lecita ogni azione.
    L'opportunità,invece,può essere legata al progresso,fenomeno che si espande sempre più e cerca di generare benessere nella gente. Le cosiddette “conquiste tecnologiche” grazie alla scienza,all'innovazione e alla ricerca.
    Si spera,inoltre,che questo relativismo porti ad una maggiore tolleranza nei confronti delle altre culture,contrastando il sentimento di odio.

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  29. Sono sempre più convinto che si sta andando verso il più totale relativismo, si può notare semplicemente dai commenti dei miei compagni. Tuttavia sebbene ci siano ancora sparse per il mondo religioni, culture e stili di vita che si basano fortemente a dei principi e valori ben definiti, i quali sono (o devono essere) uguali per tutti (un esempio è sicuramente quello fatto precedentemente da Spiller riguardo l’ISIS), nel nostro vivere quotidiano mettiamo giorno dopo giorno in discussione o addirittura neghiamo l’esistenza di solidi principi e valori, che hanno caratterizzato le generazioni passate. Vediamo tutto questo sotto un’ottica sicuramente negativa, ma d’altra parte ci sono delle opportunità da cogliere: ognuno è libero di seguire i propri valori come meglio crede senza alcun vincolo, rispettando quelli altrui.
    ZABEO MARCO

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  30. Vediamo se riesco a rianimare questo dibattito moribondo. Tutti noi, credo, abbiamo seguito fra la costernazione e l'incredulità gli avvenimenti parigini di questi giorni. Milioni di persone hanno manifestato nella capitale francese per testimoniare tangibilmente il loro orrore e la loro condanna agli attentati terroristici.
    Però - dico io - cosa c'è dapotutto di così spaventoso in questi attacchi di matrice islamista? Secondo me, in primo luogo la constatazione di un dato di fatto semplice ed evidente, e cioè che chi ci odia non ha paura di morire per ciò in cui crede: perché, alla resa dei conti qui si consuma uno scontro tra due sistemi di valori. È più grave ironizzare su Maometto o uccidere? Vendicare il profeta vale il sacrificio della propria vita? Se siete relativisti, dovreste esserlo fino in fondo: e così scoprireste che in questa faccenda tutti hanno le loro buone ragioni. O quando vi fa comodo imponente agli altri i vostri valori, come se fossero gli unici, gli autentici: la vita, la libertà di espressione, la pace... Voi credete in questi, ma loro no; e poi chi di voi si prenderebbe una pallottola per difenderli da ogni minima aggressione come fanno i terroristi che lottano per Dio, sicuri di avere Dio dalla loro parte? C'è un limite al relativismo? Bene, e quale deve essere, quello definito dall'Occidente?
    Io getto l'amo, vediamo chi abbocca...

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  31. Personalmente ho seguito con molto interesse i fatti accaduti a Parigi e ho riflettuto a lungo sui libri che lei mi ha consigliato di leggere.
    E’ vero, alla fine ciò che sta accadendo è lo scontro tra due sistemi sociali basati su valori completamente diversi. Ma la domanda che sorge spontanea è: come potremmo noi giudicare il loro comportamento ed essere sicuri di aver ragione se ormai siamo stati influenzati dalla società in cui viviamo?
    Per rispondere a questo quesito bisogna fare alcune considerazioni. E’ giusto uccidere delle persone per una presa in giro? E’ giusto decapitare bambini e giocare a calcio con le loro teste per incutere terrore alla popolazione? E’ giusto giustiziare in piazza ogni venerdì delle persone per riuscire a far rispettare le norme?
    E’ giusto poter uccidere centinaia di bambini solo perché appartengono ad una religione diversa?
    Lascio a voi la risposta e se qualcuno pensa che le brutali azioni compiute siano dovute ai loro principi culturali si sbaglia, un conto è essere mussulmano e un conto è appartenere a una piccola minoranza di fanatici che vuole far valere le proprie idee su quelle degli altri utilizzando la scusa dei principi imposti dalla religione.
    MATTEO SPILLER.

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  32. Commento del terzo documento: “ L’uomo postmoderno”.
    Devo dire che le parole di Ravaglioli mi hanno stupito molto. In particolare vorrei soffermarmi su una questione che riguarda me e moltissimi studenti, lo studio. Oggi non ci si impegna più a scuola per accrescere la propria personalità, ma per ottenere dei risultati più alti rispetto a quelli degli altri. Certo non tutti ragionano in questo modo, ma è molto interessante riflettere sulle motivazioni del primo modo di agire.
    La crisi si fa sempre più grave, la disoccupazione aumenta, i test di ammissione alle università sono presi d’assalto e gli stipendi sono sempre più bassi. Ecco alcune delle paure più grandi di noi giovani. Queste possono essere sintetizzati con tre parole: il nostro futuro.
    Nelle nuove generazioni si fa sempre più sentire la paura di non essere in grado di affrontare le difficoltà presenti fuori dalla scuola e per questo, a volte, non si cerca più di diventare una persona migliore attraverso la cultura, ma l’obiettivo diventa quello di riuscire ad ottenere delle certificazioni, dei titoli di studio che ci permettano di avere un lavoro dignitoso.
    L’enorme quantità di informazioni che sono in circolazione non aiutano per niente, anzi, aumentano il senso di ignoranza e di conseguenza di inadeguatezza che imperversa in noi giovani.
    MATTEO SPILLER.

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  33. Commento del documento “Francesco Alberoni: valori nell’era del darwinismo.
    Ho trovato molto interessante la lettura di questo documento perchè le questioni trattate dall’autore mi hanno profondamente coinvolta. Concordo sul fatto che i valori cambino di società e in società e che si modifichino nel corso del tempo perché, mentre leggevo il documento, ho potuto notare che i sentimenti che provavo e che facevano riferimento ad alcuni miei valori su determinate questioni erano totalmente diversi da quelli che avevano le persone che vivevano in quel determinato periodo. Questo significa che i miei valori derivano da una mentalità che è cambiata nel corso degli anni. Secondo me, infatti, le leggi della sopravvivenza e dell’adattamento sono ancora valide nella nostra società, soltanto che per notarle bisogna prestare maggiore attenzione perché hanno cambiato forma e perchè la nostra società sta dando a importanza ad altri valori come l’altruismo, la generosità che tendono a far dimenticare queste due leggi o a considerarle superate. Nella lotta per la sopravvivenza poi, si sta perdendo il valore dell’individualismo che, dopo essere stato portato all’esasperazione per molti anni con l’immagine del self-made man, viene ora sostituito nella nostra società da un lento processo di omologazione dove si escludono le persone che hanno interessi diversi da quelli proposti dai mass-media, cercando di uniformare sempre di più gli interessi e i bisogni delle persone.

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  34. E' amore o no? Fugace o costante?
    Forse,sbagliamo già dall'inizio a considerare questo come un sentimento,qualcosa che c'è adesso ma non si sa se ci sarà.
    Trovo,a differenza dei commenti scritti precedentemente ,un bagaglio di verità in ciò che è scritto nel documento due .
    E' vero. Non è poi così rassicurante leggere certe cose, soprattutto per noi giovani,che sotto alcuni aspetti abbiamo ancora un'idea di speranza ma forse troppo ”ingenua” dell'amore. Tuttavia, è pur vero che è meglio essere a conoscenza di quelli che sono i rischi e i motivi delle separazioni delle coppie di oggi. Per quanto si possa sapere,ovviamente, è un po questa la realtà.
    Magari riflettere sui problemi che colpiscono la maggior parte delle coppie,può aiutarci in futuro.
    Che ne dite? Siamo ancora in tempo?
    Non a caso,il documento successivo ci dimostra numericamente che le separazioni e i divorzi sono frequenti e possiamo notare che il distacco avviene di media dopo i dieci anni. Ciò può essere dovuto probabilmente a vari fattori,non del tutto certi nemmeno dagli psicologi,in quanto differenti da coppia a coppia.
    C'è chi parla di noia incessante che,a picchi estremi, cancella ogni sorta di promessa condivisa in passato.
    Dunque, al di la' della frase iniziale che,secondo me, è provocatoria,condivido ciò che viene scritto. Infatti, l'autore non vuole diffondere tra la gente che l'amore non esiste;nemmeno affievolire il suo valore.Si limita a proporre un' immagine della società,uno scanner di quello che generalmente avviene in un rapporto di coppia.Mi vengono,ad esempio,in mente alcune cause che ritengo dannose per una relazione,citate anche nel documento: la scarsa comunicazione tra i due, l'avvento di un figlio,la mancanza di fedeltà e costanza,la difficoltà di esprimersi per ciò che si è.
    Assurdo pensare che l'amore vero esista come allo stesso modo convincersi che sia una totale menzogna.
    Di questo,però,si può discutere.
    A questo punto, dite la vostra!

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