mercoledì 15 gennaio 2014

La famiglia ieri, oggi, domani.

Tutti ci proveniamo, tutti - presto o tardi - finiamo per formarne una. La famiglia ha un ruolo insostituibile nella vita di una persona: è nella famiglia che si forniscono a un bambino gli strumenti materiali, conoscitivi, morali per affrontare la vita; è in seno alla famiglia e in relazione alla famiglia che ci si forma la prima immagine di sé, il primo abbozzo di identità: ciò che siamo, ciò che vogliamo diventare, ciò che ci sforzeremo di non essere. Si può provocarla, tradirla, sabotarla, allontanarsene, rinnegarla, ma la famiglia è sempre lì, che lavora dentro alla nostra testa a rappresentare l'archetipo, o il peccato originale, comunque sempre la pietra di paragone con la quale misuriamo tutte le nostre relazioni sociali.
"Non sarò mai come mio padre", oppure "non farò mai a mia moglie ciò che mio padre ha fatto a mia madre", oppure "voglio una vita che si tenga lontana dalla prigionia della quotidianità familiare": qualsiasi cosa si sia detto o pensato, una volta, cento volte, da sempre e per sempre, ha comunque molto a che fare con l'esperienza vissuta nell'infanzia, in relazione con le persone più importanti della nostra vita: i genitori.
Ma la famiglia è un istituto storico, la sua struttura non è statica, cambia in relazione alle sollecitazioni prodotte da ogni epoca. La famiglia produce la società, ma è a sua volta prodotta, trasformata, influenzata dalla società, in un gioco incessante di reciproco scambio.
Vent'anni separano la nostre famiglie di origine. Quella in cui sono nato era una famiglia tipica degli anni '70: padre e madre legati nell'indissolubile vincolo del matrimonio religioso; due figli, maschio e femmina; unico percettore di reddito; la madre che sceglie di abbandonare il lavoro per far fronte all'accudimento dei figli; divisione dei compiti familiari piuttosto netta; scelta di vivere in un alloggio di proprietà familiare, indipendente dalle famiglie di origine, quelle dei nonni.
Negli anni '70 i divorziati erano pochissimi (aborto e divorzio sono stati introdotti nel 1975); stranieri non se ne vedevano in giro; in estate si andava in vacanza per un mese partendo sull'utilitaria FIAT di ordinanza (italiane erano il 90% delle auto in circolazione); i rapporti con i nonni, che vivevano nelle vicinanze, erano regolari e frequenti.
Ma questo è il passato.
Oggi, se mi guardo intorno, mi pare che il mondo sia stato investito da un cataclisma naturale. Quel modello di famiglia, se pure esiste ancora, è sempre meno centrale e sempre più una eventualità fra le mille varianti possibili.
Mi chiedo e vi chiedo allora: qual è il modello familiare da cui provenite? Quando pensate alla famiglia che formerete, come ve la immaginate? Ad immagine e somiglianza della vostra, oppure completamente diversa? Cosa vi piace, cosa non vi piace del vostro modello familiare? Vi sposerete? Convivrete? Se sarà il caso, divorzierete? Avrete figli? Come li accudirete? Li farete crescere dai nonni? Rinuncerete al lavoro per loro? Come distribuirete gli incarichi familiari? Andrete ad abitare al piano terra della villetta di famiglia? Oppure prenderete in affitto un loft a Manhattan, lontano da tutto e  tutti?

Per ricostruire la storia della famiglia italiana ci sarà tempo; per il momento a voi la parola.

VI ASPETTO... TUTTI (entro il 25/01/2014)

Ecco la famiglia di oggi secondo il direttore marketing del Mulino Bianco.
 Un'immagine sempre meno verosimile, sempre meno al passo coi tempi.

martedì 14 gennaio 2014

Tribuna elettorale

Gentilissimi tutti,
è con viva e vibrante soddisfazione che rendo noto l'esito delle recenti consultazioni popolari in materia di programmazione didattica. Qui di seguito il dato bruto.

Aventi diritto al voto: 25
Votanti: 21
Favorevoli al blog: 21
Contrari: 0
Astenuti: 4

Si approva la continuazione del blog.

Favorevoli al tema 1: 12
Favorevoli al tema 2: 4
Favorevoli al tema 3: 5

Si approva il dibattito sul tema 'la famiglia, ieri, oggi, domani'.

Grazie a chi ha votato. Peste e corna colpiscano invece gli ignavi senza onore e pudore che hanno disertato le urne. Questa maledizione su di voi incombente nei secoli dei secoli sia la meritata pena
per il vostro gravissimo peccato.

A risentirci presto!

venerdì 10 gennaio 2014

I buoni propositi...

Carissimi,

questo blog vuole essere un esperimento di democrazia diretta, perciò eccoci nuovamente in questo 2014 a votare per decidere il nostro destino. Non si tratta dei soliti buoni propositi di inizio anno, immancabilmente disattesi, ma di una pianificazione condivisa della nostra attività scolastica.

Dunque, tutti alle urne.

Le opzioni sul piatto sono innanzitutto due:

1) sospensione immediata del blog a tempo indeterminato;
2) prosecuzione dell'attività di ricerca, dibattito, argomentazione.

Chi sostiene l'opzione 2) dovrebbe esprimere anche una preferenza riguardo ad uno dei seguenti temi:

A) La famiglia di ieri, la famiglia di oggi, la famiglia di domani: allargata verticalmente ai nonni, ai generi e ai nipoti; estesa orizzontalmente a nuovi compagni, a figli di primi e di secondo letto; formata da coniugi sposati in chiesa, in comune, o da semplici conviventi; monogenitoriale, ricomposta, nucleare, gay, con figli naturali, legittimi, adottivi, ecc. Opportunità, rischi e coerenza dei diversi modelli di famiglia in bilico tra presente e passato.

B) Legalizzazione delle droghe leggere, un tema al centro del dibattito pubblico in questi giorni. Un argomento conteso tra evidenze medico-scientifiche, costume sociale, invadenza di modelli comportamentali veicolati dai massmedia, crisi dei valori reale o presunta, sicurezza sociale, libertà personale, stato etico e stato liberale. Come si vivrebbe in un'Italia dove una canna si compra in tabaccheria e si fa l'ultimo tiro prima di entrare in classe?

C) Nuovi e vecchi strumenti di lotta sociale: in un'Italia ormai alla deriva si moltiplicano gli scioperi, le azioni dimostrative, i blocchi del traffico stradale, i presidi sui tetti dei capannoni, i sit-in davanti ai palazzi del potere, gli scioperi della fame e della sete. Ma quali modalità sono efficaci e quali sono logore ed inefficaci per portare alla ribalta delle istanze giuste e sacrosante che provengono dal basso e rimangono inascoltate dal livello decisionale della politica? Si può regolamentare uno sciopero? E fino a che punto è giusto spingersi, quali rischi si corrono quando il furore della protesta supera determinati limiti?

Votate, cari amici, entro il weekend (13/01), non facendoci mancare qualche argomentazione che aiuti la vostra opinione a prevalere, anche quando essa consistesse nella chiusura del blog. Se volete proporre altro, fatelo, ma sollecitate i vostri compagni ad aderire ad un patto di alleanza - magari usando Facebook - per ottenere voti, altrimenti è fiato sprecato. La prossima settimana tireremo le somme. Ai posteri l'ardua sentenza...
SD

Democrazia diretta, cioè votare per ogni questione di una certa rilevanza, senza delegare alcun rappresentante istituzionale che potrebbe rivelarsi inopinatamente infedele. In Italia, credo, ne sappiamo qualcosa...