Limitare i contanti o no? Già il governo Monti aveva modificato l’art. 49 del D.Lgs. n. 231/2007, vietando il trasferimento di denaro contante tra soggetti diversi per importi pari o superiori a 1000 euro. Il decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020 reintroduce il limite di 1.000 euro. Dal 27 gennaio 2019 la Banca Centrale Europea ha smesso di emettere banconote da 500 euro per evitarne un uso fraudolento all'interno dell'economia reale. Ciò che dobbiamo chiederci è se sia la strada giusta da seguire o meno. Di questo passo si arriverà, molto probabilmente, alla totale scomparsa delle banconote fisiche. Alcuni potrebbero sostenere che in questa maniera ci sarebbero più controlli e sarebbe molto più complicato ad esempio evadere il fisco. Anche il lavoro in nero (grande problema dello stato e degli stessi lavoratori in caso di infortunio) diminuirebbe in quanto tutte le transizioni di denaro saranno controllare e dovranno avere una valida giustificazione. Combattendo il lavoro in nero si andrebbe a ledere la criminalità organizzata (solo nel nostro paese le agromafie nel 2017 hanno generato un volume d'affari di 22 miliardi di euro) ed in generale tutta l'economia sommersa. Chi è pro al mantenimento in vita delle banconote fisiche sostiene che la privacy personale verrebbe meno, in quanto, attraverso gli acquisti fatti con il bancomat, e quindi tracciabili, si potrebbero ricostruire gli usi e persino dove sono state determinate persone. Inoltre si potrebbe sostenere che, con la scomparsa delle banconote, si perderebbe la dimensione umana relativa allo scambio di beni che da sempre caratterizza l'uomo, portandola su un piano digitale e quindi per molti inesistente. Sicuramente con lo sviluppo della tecnologia la vita dell'uomo è sempre più agiata e comoda. Ciò che bisogna capire è se questa comodità ci porterà a diventare dei vegetali o delle specie di super-uomini.
Limitazione all'uso del contante: è una buona idea? Nel nostro Paese l'uso dei contanti invece che delle carte elettroniche per effettuare pagamenti, è molto elevato; infatti come dimostrano i dati del Mef (Ministero dell'Economia e delle Finanze), l'86% delle transazioni è regolato dai soldi liquidi. E' presente un limite ai pagamenti in contanti, esso è previsto dalla Legge di Bilancio 2020. Questa stabilisce il limite di 1.000 euro. Il Governo Monti prevedeva lo stesso limite, successivamente con il Governo Renzi è stato elevato a 3.000 euro e da adesso la riduzione sarà graduale; infatti si passerà dalla soglia di 3.000 euro a 2.000 euro per due anni per poi arrivare a 1.000. Le normative riguardanti quest'ambito, negli ultimi quattordici anni, sono cambiate molto spesso. Esse risultano essere ambigue in quanto il Pos (Point of Sale, punto di vendita) è stato introdotto, dal 2014, senza limiti di importo per incentivare i pagamenti elettronici però non sono state previste sanzioni per chi non dovesse rispettare la normativa. La limitazione all'uso dei contanti viene adottata per combattere l'evasione fiscale, infatti tramite questa politica si incentivano i pagamenti tracciabili. Ci sono opinioni contrastanti riguardo la riduzione. Chi è contro ciò sostiene che possa causare un problema per gli anziani poco abituati all'uso delle carte elettroniche. Inoltre ritiene che i costi delle commissioni bancarie che derivano dal pagamento elettronico possano aumentare; infatti anche per un piccolo importo le commissioni sono alte tanto quanto quelle per pagamenti più sostanziosi. Non mi trovo però d'accordo con questo punto di vista perché ritengo che l'uso della moneta elettronica porti dei vantaggi; esso ridurrebbe di molto l'evasione del fisco perché i pagamenti verrebbero tracciati, di conseguenza sarebbe possibile visualizzare i movimenti dei contribuenti. Inoltre si eviterebbero anche i pagamenti 'in nero'. Sarebbe quidi utile eliminare i contanti. Questo, come detto prima, porterebbe svantaggi ai negozianti, quindi ritengo opporrtuno variare le commissioni ovvero esse dovrebbero essere proporzionate all'importo. Eliminare i contanti non è soluzione semplice da attuare però riducendo progressivamente la soglia massima di utilizzo, si potrebbe realizzare. Il limite all'uso del contante è quindi una buona soluzione perchè evita grandi evasioni del fisco oltre che il riciclaggio di denaro, altro problema del nostro Paese.
Siamo passati dal baratto, che comportava limitazioni dal punto di vista degli scambi; al denaro fisico, per intermediare gli scambi attraverso qualcosa di universale; ed ora: si pensa al digitale, per controllare provenienza, scambi, scopi e quindi limitare e prevenire il più possibile qualsiasi forma di illegalità. Già nel 2007 era vietato il denaro contante pari o sopra i mille euro, la scelta è stata motivata dall’esigenza di aumentare la tracciabilità delle movimentazioni, contrastare il riciclaggio di capitali di provenienza illecita, l’evasione fiscale ed al costo aggiuntivo che richiede la gestione del contante. Sicuramente le limitazioni all’uso del contante porterebbero molta più sicurezza e aiuterebbero la giustizia, però d’altro canto la gente si sentirebbe ancora più oppressa e controllata di quanto non lo sia già. Penso, però, che sia giusto evolversi, andare avanti; per esempio in guerra, durante una fuga data dalla minoranza, si sa che non bisogna mai fossilizzarsi nel primo posto “sicuro”, bisogna muoversi sempre e andare avanti per diminuire le probabilità di morte; con questa metafora voglio dire che per me l’evoluzione è fondamentale e serve per portare la mente dell’uomo sempre verso uno step successivo. Mai restare dove si pensa di star bene.
Diminuire i contanti o no? Ecco un tema sul quale si dibatte da molto e sul quale si cerca di prendere la decisione più appropriata. Basti pensare che dal 2002 al 2016 sono state apportate otto modifiche. La normativa riflette, infatti, l’ambiguità del legislatore che, cercando di non scontentare nessuno, ha cercato di conciliare finalità opposte. Il decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio del 2020 reintroduce il limite di 1.000 euro che era già stato previsto dal governo Monti. Si tratta di un graduale ritorno al passato. Per i primi due anni infatti la soglia si abbasserà a 2.000€, e solamente negli anni successivi a 1.000€. Le motivazioni che portano a ritenere la diminuzione del contante una cosa proficua sono essenzialmente due: la convinzione che in questo modo l’evasione fiscale verrà ridotta e la possibilità di ridurre l’utilizzo della carta per l’impatto ambientale. Non approvo del tutto questa esposizione. Dal punto di vista ecologico, infatti, è sicuramente molto valida la causa, ma non per quanto riguarda la riduzione dell’evasione fiscale. Esistono molti paesi infatti, come per esempio Austria, Germania e Svezia dove non esistono limiti del contante eppure i livelli di evasione sono molto più bassi. Questa decisione inoltre comporterebbe una forte dipendenza dei cittadini nei confronti delle istituzioni bancarie, e porterebbe quindi ad una vera e propria “dittatura digitale”. Infine credo la società italiana, dove quindi prevalgono gli anziani, non sia ancora pronta per questo cambiamento che quindi dovrebbe essere apportato con molta cautela.
Contante o pagamenti elettronici? Il dibattito è aperto, anche se il governo sembra avere le idee chiare: pagamenti in contanti solo sotto i 1000 euro. Però in maniera graduale e, per ora, chi non rispetterà la legge non avrà nessuna sanzione. Con il decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2020 entrerà in vigore il limite di 3000 euro, per poi ridursi entro due anni a 2000 e infine a 1000. A mio parere, la gradualità dell’importo limite è un’ottima iniziativa. L’Italia è un paese dove vivono molti anziani che sono abituati a pagare con carta moneta, quindi con poca dimestichezza nell’uso di bancomat o carte di credito. Questa gradualità permetterà loro di modificare con calma le proprie abitudini. Un altro problema dei pagamenti elettronici è il costo elevato delle commissioni. Per poter passare davvero ai pagamenti elettronici bisognerebbe abbassare sensibilmente questi costi in modo da permetterne l’uso in tutti gli acquisti che vengono fatti, non solo in quelli di importi elevati. Un pensiero che mi frena dall’incentivare questo tipo di pagamenti riguarda soprattutto i bambini. Usare la moneta è modo per educare il bambino all’uso e al valore del denaro. Quando si usa il bancomat si vede solo un numero che appare sul display, mentre pagando con i contanti si riesce a comprendere meglio quanto significhi quella cifra. Per un bimbo è diverso veder scritto sul display della cassa 20€ e vedere la mamma che striscia una carta o vedere al banconota fisica che poi non c’è più. In conclusione, sono favorevole ai pagamenti elettronici, ma non all’abolizione completa dei contanti. La società italiana non è pronta.
Limitazione all'uso del contante: è una buona idea?
Nelle ultime settimane il governo Conte bis sta discutendo riguardo l'introduzione di una limitazione ancora più restrittiva ai prelievi di contanti dal proprio conto corrente al fine di combattere l'evasione fiscale. In Italia c'è già un limite posto dal governo Renzi ed è di 3.000 euro. La soglia che verrà imposta nella prossima Legge di Bilancio dall'esecutivo attuale sarà di 1.000 euro. Il tetto mensile si sostanzia a 10.000 euro. Il superamento prevederà una sanzione particolarmente punitiva, che consiste nel sottoporre i prelievi a tassazione. Dal mio punto di vista diminuire l'utilizzo della moneta cartacea non è un modo efficace per combattere l'evasione fiscale e renderebbe la vita più difficile a molti cittadini italiani. Sostengo questa tesi per diversi motivi. Innanzitutto, come riporta il professore di diritto tributario Alberto Franco in un suo recente articolo per il quotidiano "Repubblica", nel 2018 la Commissione Europea ha esaminato questo tema per mezzo di uno studio molto dettagliato ed ha evidenziato che le restrizioni ai pagamenti in contanti, pur utili in ambito di antiriciclaggio, darebbero uno scarso contributo al contrasto della frode fiscale. Al termine dell'analisi, la Commissione ha sostanzialmente affermato che i criminali che già intenzionalmente violano la legge continueranno a farlo. Chi quindi sostiene che con questo provvedimento diminuirà il numero di evasori si sta sbagliando. Oltre alla Commissione anche la Banca Centrale Europea ha giudicato negativamente la lotta alle banconote. La BCE negli ultimi anni si è infatti espressa sulle proposte presentate da alcuni Stati, tra i quali la Spagna, di inserire un limite per i pagamenti in contanti. La Banca Centrale affermò che queste restrizioni avrebbero dovuto essere proporzionate e non andare oltre quello che è necessario a rimpinguare le casse dello stato. Inoltre, esse devono essere compatibili con il corso legale di monete e banconote nell'Eurozona. In sostanza, la BCE ha ritenuto inadeguato il limite di 1.000 euro proposto dalla Spagna. Ciò fa capire che anche l'analoga proposta dell'Italia verrà molto probabilmente bocciata. Il secondo motivo per il quale sono contro la guerra al contante riguarda il fatto che in Austria, ad esempio, il livello di frode fiscale è basso, ma vi è un elevato utilizzo della moneta cartacea. Oltre all'Austria, anche Germania, Irlanda, Islanda, Svezia, Finlandia, Lettonia, Olanda, Slovenia e Cipro e Gran Bretagna considerano inutile limitare l'utilizzo del contante. Addirittura, l'evasione fiscale in queste 11 nazioni europee dove il tetto non esiste è molto piú bassa rispetto a quella italiana a prova di ciò che pare un quasi inesistente nesso causa effetto tra l'utilizzo dei contanti e l'evasione. Nel caso in cui le frodi siano basate sui contanti, riguardano generalmente operazioni di importo contenuto, e quindi non sarebbero interessate ai limiti posti. Il terzo motivo per il quale sono contro la guerra al contante consiste nel fatto che vi sono larghe fasce di popolazione, soprattutto gli anziani, per le quali la possibilità di pagare in contanti è fondamentale e che si troverebbero in difficoltà a compiere transazioni con la carta. L'ultimo studio svolto da Eurostat Italia ha evidenziato che nel 2017 il 35% degli italiani aveva un'età superiore ai 65 anni ed il fenomeno dell'invecchiamento della popolazione è sempre più in crescita nel nostro paese. Solamente i pagamenti cash garantiscono quindi l'accesso al sistema economico a tutto il popolo italiano. La quarta ed ultima ragione che mi fa stare dalla parte di chi vuole salvaguardare l'utilizzo del contante consiste nel fatto che in tutti i pagamenti elettronici una quota dei soldi va automaticamente alle banche e non a coloro che ci vendono i prodotti. Per cui, la guerra al contante invece che colpire i grandi evasori rischia di danneggiare la vita dei piccoli commercianti e di molti anziani.
Fenomeni come l’evasione fiscale, la corruzione, le rapine e le attività illegali sono molto diffuse al giorno d’oggi; tuttavia, attraverso la limitazione dell’uso dei contanti tali attività verrebbero drasticamente ridotte e conseguentemente anche il deficit pubblico, aumentando in tal modo il benessere dei cittadini. In paesi come la Svezia il contante è utilizzato solo nel 13% delle transazioni in volume e nel 3% in valore, e ciò ha permesso in pochi anni di azzerare le rapine in banca e di ridurre le attività illegali. In Cina 525 milioni di persone hanno già attivo un sistema di mobile payment mentre in Italia l’86% delle transazioni in termini di volume e il 68% in termini di valore avviene in contanti; tuttavia, negli ultimi anni, qualche segno di cambiamento vi è stato: i pagamenti digitali sono notevolmente aumentati così come i Mobile proximity payment, grazie anche alle proposte sia delle banche che di alcune nuove società operanti nel settore dei pagamenti elettronici che vengono definite “fintech”. Inoltre in Italia ciò che più sorprende è la quasi totale assenza di una precisa strategia sulla limitazione dell’uso di contanti di quasi tutti i governi che si sono succeduti: negli ultimi 15 anni la soglia ai trasferimenti in contanti è stata abbassata e alzata otto volte mentre la Legge di stabilità del 2016 ha reso obbligatoria la dotazione di Pos per esercenti e professionisti, che non possono più rifiutarsi di accettare pagamenti digitali al di sopra della soglia di 5 euro, e permesso all’Italia di dotarsi di una delle più capillari rete di Pos (2,4 milioni). Di contro, tale provvedimento non ha ancora pienamente spiegato gli effetti desiderati in quanto non vi è ancora una specifica sanzione in caso di mancata osservanza di tali disposizioni. Un elemento che limita la diffusione dei pagamenti elettronici è da ricercarsi negli elevati costi di transazione che incidono significativamente nei pagamenti di piccolo importo, un problema che è già stato affrontato,ma non pienamente risolto, con l’entrata in vigore del decreto attuativo della direttiva europea e che comunque può essere facilmente risolto in breve tempo. Impossibile dunque trovare solide argomentazioni contro la limitazione dell’uso dei contanti visti i numerosissimi benefici che comporta; inoltre attuando tale provvedimento i costi di produzione e controllo sulle circolazione di banconote e monete da parte della Banca Centrale Europea verrebbero ridotti se non eliminati. Lo Stato dunque dovrebbe aprire un tavolo di confronto fra banche, imprenditori, commercianti, consumatori e circuiti di pagamento al fine di trovare soluzioni condivise da implementare rapidamente. Solo così vi è qualche speranza di vincere la lotta all’evasione e alla corruzione, disincentivando l’uso del contante, cioè la benzina dell’economia sommersa.
Limitazioni all'uso del contante: è una buona idea? Oggi in Italia circola una quantità inimmaginabile di contanti favorendo così atti illegali. Tra le misure al vaglio del governo c’è anche la limitazione all’uso del contante che dovrebbe avere lo scopo di contrastare l’evasione fiscale, il lavoro in nero e di portare nuove entrate allo Stato. I risultati di questa manovra, però, non arriveranno subito e non sono scontati. Il Decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio del 2020 reintroduce il limite di 1000€ per l’utilizzo del contante, già previsto dal Governo Monti, quindi ci sarà un ritorno al passato, ma in maniera graduale. Infatti il Decreto prevede la riduzione immediata della soglia da 3000€ a 2000€ per i primi due anni, solo successivamente scatterà l’ulteriore diminuzione a 1000€. Molti paesi europei come Danimarca, Norvegia, Inghilterra e Svezia il progetto di un’economia senza contanti sta già prendendo piede da un po’ di tempo. L’Italia è un paese molto arretrato da questo punto di vista, infatti la maggior parte dei pagamenti viene ancora effettuata in contanti, probabilmente per il gran numero di anziani e l’arretratezza digitale di molti cittadini. Per incentivare l’uso della moneta elettronica, lo Stato sta studiando degli incentivi fiscali riducendo le commissioni sui pagamenti tramite POS, carte di credito. La guerra al contante, secondo me potrebbe portare ad aspetti anche positivi. Un aspetto sicuramente positivo dell’uso delle carte di credito sta nel fatto che in caso di furti o truffe delle stesse, esse sono assicurate e viene risarcita qualsiasi somma indebitamente prelevata. Questo non può avvenire in caso di furto o truffa verso il denaro contante poiché le banconote non hanno proprietario. Inoltre la limitazione del contante comporterebbe effetti benefici sulla corruzione e il lavoro nero, perché sarebbe verificata puntualmente la provenienza e la destinazione delle somme. Sono propensa alla diffusione della moneta elettronica perché c’è una maggior tutela del consumatore, maggior trasparenza e praticità. Sono cosciente, però, che questo metodo porterebbe ad una minor consapevolezza delle proprie risorse economiche ancora a disposizione, con il rischio che le persone si trovino ad aver speso più delle loro possibilità. Come tutte le novità inizialmente porteranno a dei disagi, ma con l’abitudine tutto diventerà quotidianità.
Limitazioni all’uso del contante: è una buona idea? Il Governo Monti modificando l’art. 49 del D.Lgs. n.231/2007 ha imposto il trasferimento di denaro contante tra soggetti diversi per importi pari o superiori a 1000 euro. Dopodiché, il Governo Renzi ha elevato questa somma a 3000. Oggi, la normativa della Legge di Bilancio, ha deciso che il 1 luglio 2020 verrà approvata una nuova riforma, passando da un prelievo di 3000 euro a 2000 per i primi due anni, riducendosi poi a 1000. Questo significa che se un papà vuole regalare al proprio figlio una somma di denaro contante superiore alla nuova norma, lo dovrà fare attraverso un bonifico o tramite un assegno non trasferibile. Io sostengo che la limitazione all’uso del contante sia un’ottima idea, prelevare fino a 1000 euro è più che sufficiente. Successivamente aiuterà i cittadini ad un utilizzo maggiore per quanto riguarda la carta di credito/prepagata, finalizzata per la maggior parte dei casi ad acquisti dedicati all’online. Inoltre, stanno incentivando le persone ad utilizzare le carte elettroniche attraverso il cashback che consiste nella restituzione ai consumatori del 2% delle proprie transazioni. La moneta elettronica incentiva al pagamento di beni e servizi attraverso sistemi tracciabili grazie alle agevolazioni fiscali e alle detrazioni Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) . Inoltre, le carte digitali aiutano i tecnici del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) i quali stanno cercando un metodo per ridurre le commissioni sui pagamenti tramite POS (Point of sale ovvero “punto di vendita”) a commercianti e autonomi. L’obiettivo principale per i pagamenti sotto i 5 euro è quello di eliminare le commissioni bancarie , ridurre profondamente per quelli dai 5 ai 25 euro garantendo costi più contenuti per quelli che esercitano un’attività economica a “bassa marginalità” come per esempio gli edicolanti. Il Governo aveva iniziato a rendere il POS obbligatorio per incentivare i commercianti e le imprese ad abbandonare l’utilizzo del contante. I primi risultati non sono stati positivi, probabilmente perché gli italiani sono abituati ad usare il contante e quindi preferiscono questo metodo. In conclusione, sostengo che qualsiasi imprenditore , commerciante, libero professionista, deve dare la possibilità ai suoi clienti di effettuare pagamenti con carte di credito e Bancomat, così da costituire un vantaggio sempre più importante e necessario per il nostro paese. Maraga Lorenzo
LIMITAZIONE ALL’USO DEL CONTANTE: E’ UNA BUONA COSA?
In questo periodo si è iniziato a parlare della limitazione dell’uso del contante imposta dal Ministero dell’economia e della finanza. Ci sono però molte persone, tra cittadini e parlamentari che non sono d’accordo.
L’Italia è uno dei paesi europei in cui il contane si usa di più a discapito della carta. In tutti i negozi c’è l’obbligo di avere un pos, tuttavia non ci sono sanzioni per chi non segue questa regola.
Tempo fa girava la notizia di una signora sulla sessantina che, assieme alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, parlava della sua difficoltà ad usare il pos e a gestire gli scontrini elettronici e accusava il governo di svantaggiare i piccoli commercianti con questa legge invece di aiutarli.
Possiamo dire però che alla signora sarebbero bastati non più di 10 minuti di impegno per capire come funziona il lettore della carta.
Questa legge non è certo stata fatta per colpire i piccoli commercianti bensì per limitare il traffico di denaro riciclato e combattere l'evasione fiscale visto che tutti i pagamenti con carta di credito o bancomat sono tracciabili.
La soglia massima era stata abbassata a 999.99 euro dal governo Monti, poi aumentata a 3000 dal governo Renzi. Nel 2020, il 1° luglio per l’esattezza, la soglia si abbasserà a 2000 euro e resterà tale per due anni prima di scendere a 1000.
Ciò che fino ad ora ha frenato l’utilizzo della carta è sicuramente la commissione ovvero un’imposta sul metodo di pagamento che però è stata resa illecita in base all’art. 62 del Codice del Consumo, in vigore dal 13 giugno 2014.
Ora comunque la tassa pare verrà abbassata per incentivare appunto il pagamento con carta per agevolare i piccoli commercianti.
Posso quindi dire che l'abbassamento della soglia dei pagamenti in contanti e il maggiore utilizzo della carta di credito sia un bene per tutti, venditori e consumatori.
Ogni anno entro il 31 Dicembre il governo si occupa di varare la Legge di Bilancio. La quale deciderà le entrate e le uscite dalle casse dello Stato nel prossimo anno. Tra le varie proposte vi è quella di limitare l’uso del contante. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, l’86 % delle transazioni vengono effettuate in contanti. Secondo molti questo fenomeno agevola l’evasione fiscale. Per questo motivo negli ultimi anni vi sono state molte revisioni riguardo alla soglia dell’uso della moneta liquida. Ad esempio il governo Monti l’ha abbassata a mille euro e successivamente il governo Renzi l’ha rialzata a tremila euro. Ora il governo Conte 2 vuole abbassare per i primi due anni la soglia a duemila euro e successivamente verrà ristabilita a mille euro. Secondo molti esperti questa gradualità non viene incontro alle esigenze dei cittadini che rischiano di commettere più facilmente degli errori. Io sono contrario a questa limitazione. Infatti, in Austria e in molti altri paesi dove non c’è una soglia massima, l’evasione è comunque molto bassa. Questa norma non ridurrà le frodi. Infatti l’evasione basata sui contanti non riguarda i grandi evasori bensi riguardano i piccoli commercianti, i quali viste le cifre basse delle loro transazioni non saranno interessate dal provvedimento. Piuttosto il costo delle commissioni del pagamento elettronico potrebbero disincentivare i consumi (già in difficoltà). Anche la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea hanno espresso delle perplessità riguardo alla riduzione dell’uso del contante. In particolare la commissione evidenzia come il limite all’uso del contante diverso da Stato in Stato crei uno squilibrio nel mercato interno in quanto molti investitori si rivolgeranno ai Paesi limitrofi dove non si trova alcun limite. Alcuni sostengono che i terroristi acquistano le armi con i contanti. In realtà salvo attentati di grandi dimensioni il loro costo si aggira sotto ai 10.000 euro. Limitare l’uso del contante inciderebbe poco sulla capacità di preparare tali attentati.
In questo periodo stiamo assistendo ad un dibattito circa l’abbassamento a 1000 euro del limite per i pagamenti in contante. Il dibattito vede due pareri contrastanti: da un lato ci sono coloro che sostengono l’efficacia di queste limitazioni poiché ritengono che incentivando i pagamenti tracciabili ridurrebbero l’area dell’ evasione fiscale; d’altra parte ci sono coloro che negano qualsiasi tipo di efficacia anti-evasione a simili provvedimenti. Nel 2018 la Commissione Europea ha esaminato questo tema per mezzo di uno studio molto dettagliato, in cui ha evidenziato che le restrizioni ai pagamenti in contanti, darebbero uno scarso contributo al contrasto del finanziamento del terrorismo o della frode fiscale. Il primo motivo riguarda i costi degli attentati terroristici i quali sono solitamente di costo inferiore a 10.000 euro. Di conseguenza i limiti al trasferimento di contante inciderebbero poco sulla capacità di preparare tali attentati. Il secondo motivo invece riguarda il fatto che le frodi fiscali non sono fatte tramite l’uso di contante, ma mediante operazioni e strutture giuridiche complesse, che spesso coinvolgono più Stati. Tant’è vero che, in Austria il livello di frode fiscale è basso, ma vi è un elevato utilizzo del contante. Dove invece frode ed evasione fiscale sono basate sui contanti, esse riguardano generalmente operazioni di importo contenuto e quindi non sarebbero interessate ai limiti. Tuttavia i limiti ai pagamenti in contanti potrebbero comunque rivelarsi utili contro il riciclaggio di denaro, ciò nonostante lo studio sopra citato fa presente che il riciclaggio tramite l’uso del contante avviene spesso attraverso l’acquisto di beni di valore elevato. A mio parere la limitazione dell’uso del contante non è una soluzione del tutto efficace al fine di combattere l’evasione fiscale. Mi sembrerebbe più opportuno invece introdurre incentivi all’utilizzo dei pagamenti elettronici, cosicché quest’ultimi, essendo tracciati, porterebbero alla visione dei movimenti dei contribuenti. Questo però porterebbe degli svantaggi ai negozianti, per esempio ai baristi, i cui pagamenti riguardano importi minimi, costringendoli così a pagare, a parità di costo, un prezzo elevato di commissioni. Tuttavia considero giusto e doveroso rendere proporzionali le commissioni all’importo dovuto, in modo tale da non svantaggiare questo tipo di categoria.
La lotta al''evasione fiscale è uno degli obiettivi di uno Stato. Molti e vari sono stati i tentativi da parte dei governi di trovare soluzioni a questo problema che toglie risorse preziose allo stato. Il problema per me non è se limitare il denaro contante o no, ma come cercare nuova liquidità senza andare a toccare interessi di qualcuno o a sanare situazioni incomprensibili. Nello specifico, in passato, in 14 anni ben 8 sono state le modifiche alla legge di bilancio sul tema, passando dalla legge Monti da un limite di 1000 euro a lla legge Renzi di 3000 e ora da 3000a 2000 progressivamente. Vien da chiedersi, da osservatori esterni, e non da tecnici del settore, quale sia la differenza tra le cifre. I costi relativi al controllo sono gli stessi, i tempi così ravvicinati possono portare in errore i contabili o chi fa questo lavoro di controllore, ma del resto in Italia, ogni anno, ci sono leggi nuove e diverse da quelle dell'anno precdente, tanto che i cittadini, non essendo continuamente aggiornati, ci rimettono sempre. Parlare di moratoria poi, a mio avviso, non seve, perchè è il solito dilemma: "trovata la legge, trovato l'inganno", quindi chi è del settore trova sempre una scappatoia per apporfittarne. Dunque una legge ci deve essere, e forse la soglia dei 2000 può andare bene. Ma quante volte un cittadino spende una tale cifra? Quando aggiusta qualcosa in casa? Quando acquista mobili o beni di consumo importanti? Probabilmente non si dovrebbe obbligare la gente all'uso del bancomat per ogni cosa, ma si dovrebbe applicare quella proposta di raccogliere tutti gli scontrini e far pagare le tasse in base a quanto uno ha effettivamente speso. Allora sì i cittadini si farebbero dare sempre lo scontrino evitando sotterfugi. Una carta unica può essere comoda, ma a volte si smagnetizza, si deteriora, si perde e allora uno come fa? C'è una grossa differenza tra perdere una banconota da venti euro e perdere un bancomat. Aggiungo due esperienze personali sull'importanza di avere del denaro in mano. I bambini, ma anche qualunque minorenne non potrebbe più fare transizioni per comprare un qualsiasi bene dato che le carte di credito possono solo essere attestate ad un conto bancario a nome di un maggiorenne, bisogna tenere conto anche che avere più conti bancari comporti a tasse più elevate. Dunque per me non si dovrebbe eliminare del tutto il denaro contante perchè a rimetterci sarebbero le famiglie, invece porre dei limiti penso sia utile solo finoad un certo punto perchè le grandi spese le compiono per la maggior parte le imprese che comunque non si avvalgono quasi mai del contante. E poi riuscireste a pensare a Paperon de' Paperoni possessore di una tessera bancomat?
Limitazioni all’uso dei contanti: è una buona idea? Il Governo Monti, per contrastare l’evasione fiscale, aveva introdotto il limite di mille euro per l’utilizzo del contante ed il decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020 ha reintrodotto questo limite. Il legislatore prevede la riduzione ( a partire dal primo luglio 2020) della soglia di 3000 euro a 2000 euro per i primi due anni ed in seguito ci sarà un’ulteriore riduzione a 1000 euro per quanto riguarda i pagamenti in contante. Queste riduzioni graduali sono state effettuate con lo scopo di far abituare i cittadini alla diminuzione del contante e a prediligere l’uso di carte di credito dato che, secondo i dati del Mef, nel nostro Paese l’86% delle transazioni è regolato con le banconote. Il Governo ha quindi come obiettivo quello di diffondere i pagamenti elettronici, intervenendo di conseguenza sulla diminuzione dei costi di transizione. A tal proposito il Governo sta operando per eliminare le commissioni per i pagamenti fino a 5 euro e ad agevolare notevolmente le commissioni per i pagamenti fino a 25 euro, così da diminuire le spese di transizione a carico dei negozianti. Questo provvedimento porterebbe notevoli vantaggi anche alle banche. Ad esempio, diminuirebbero i costi riguardanti la gestione dei pagamenti in filiale con l’utilizzo di banconote, infatti il costo di trasporto, approvvigionamento e gestione del contante che è tra 5 mila e 10 mila euro per ogni filiale, diminuirebbe notevolmente in seguito alla diffusione delle carte di credito e potrebbero ricavare anche una quota maggiore al 10% nei servizi di pagamento. Questo provvedimento è anche molto efficace per contrastare la criminalità perché porterebbe a una diminuzione degli evasori fiscali dato che aumenterebbero i controlli perché i pagamenti effettuati con il bancomat sono tracciabili. Diminuirebbe anche il riciclaggio di denaro in quanto sarà vietato trasferire contanti senza consultare le banche per importi superiori a 3000 euro, quindi tutti i pagamenti superiori a questa cifra saranno per forza tracciabili. Altri importanti vantaggi portati dal bancomat sono la sicurezza e la comodità. Le carte bancomat infatti riducono il rischio di furti, in quanto se quest’ultime dovessero essere smarrite o rubate, chiamando la banca si potrà bloccare l’utilizzo della carta. A differenza dei contati, che una volta rubati sono direttemante utilizzabili. Anche viaggiando all’estero è molto più comodo utilizzare carte di credito, questo perché i costi da sostenere per cambiare le valute sono minimi rispetto a quelli, spesso elevati, dei contanti. A mio parere, limitare l’uso del contante è un provvedimento efficace per ridurre evasioni del fisco, riciclaggio di denaro e quindi la criminalità (fenomeno molto diffuso nel nostro Paese) e prediligere l’utilizzo di carte di credito porterebbe molti vantaggi, e permetterebbe di rendere i pagamenti più sicuri e veloci.
Per Monti dovevano essere 2000, per Renzi 3000, ora entro il 2020 torneranno ad essere 2000 e poi a seguire, nel 2022, 1000. Sembra che il Governo ce l’abbia proprio a morte con il denaro, il che è abbastanza contraddittorio. Ma cosa spinge quest’ente traboccante di problemi e dissidi interiori ad essere così unito sotto quest’aspetto? Perché è così importante che l’alto uso di contante venga evirato? L’evasione del fisco e il lavoro in nero sembrano essere le due principali motivazioni, effettivamente la tracciabilità del contante porterebbe ad uno smascheramento di questi due tanto vili peccati, come afferma Guido Tirloni – associato partner Kpmg, società che offre consulenza in ambito manageriale, fiscale e amministrativa – ‘Nel momento in cui il cliente bancario usa le carte di credito c’è una maggiore tracciabilità dei flussi e questo consente di conoscere meglio il cliente anche dal punto di affidabilità creditizia’, dopo tutto fidarsi è bene ma non farlo è meglio. Altro punto a favore del taglio del contante è la diminuzioni delle spese a carico delle banche, per le quali il costo del denaro, ad ogni filiale, oscilla tra i 5000 e 10.000 euro, tra trasporti, approvvigionamenti e gestione. Dunque quali sono i vantaggi, ma soprattutto, chi ne trae credito? Dal punto di vista individualistico questo avvicinamento al digitale, questa spinta progressista, avvantaggia le nuove leve. I giovani, i cosiddetti nativi digitali, si ritroveranno molto di più a loro agio con questa modalità, potendo utilizzare quell’estensione del loro corpo, chiamata cellulare, anche per quello. Senza lo ‘sbatti’ di dover girare con contante. Il che mi ricorda vagamente quando, nel XII secolo, in una Toscana dove imperversavano i briganti un tale di nome Francesco Datini diede alla luce la prima ‘lettera di cambio’. Allontanandoci dal micro troviamo lo Stato. Attraverso questa modalità di pagamenti, per quest’ente, i vantaggi sono molteplici. Innanzitutto, come già detto, niente più evasioni fiscali o lavoro in nero, il che si traduce in un aumento delle entrate, il che diventa un aumento del PIL, il che diviene maggior denaro per la spesa pubblica (utilizzabile presso il miglior rivenditore di crocifissi, madonnine e rosari). Ovviamente non si sta parlando di un aumento esponenziale, probabilmente una percentuale al di sotto dello zero, ma forse è più l’idea di controllo che può stuzzicarlo. Ed è proprio questo un altro punto: il controllo. La tracciabilità. Attraverso il pagamento elettronico si può tracciare e rintracciare ogni minimo spostamento, e come empiricità vuole: esercito meglio il mio potere su qualcosa che posso controllare. Allontanandoci ancor di più troviamo le banche. Detentrici di denaro sin dall’albo del denaro, le banche sono sempre state molto affini all’accumulazione, il risparmio e all’accrescimento di questo bene. Come già visto in precedenza, la diminuzione di denaro contabile favorirebbe una diminuzione delle loro spese, un risparmio, inoltre, se un tempo il danaro lo si poteva nascondere sotto il materasso, ora, le banche deterrebbero il suo pieno possesso. Sarebbero così totalmente posseditrici di questo bene, il che significa il suo totale accumulo. Portandole così ad un livello superiore anche rispetto degli Stati…
Quali invece sono i punti critici? Nessuno!, direbbero Stato e banche con un bel sorrisone a trentadue denti. Ma forse è proprio per questo che dovremmo un attimo ragionarci. Partendo dallo Stato si può ben intendere cosa non vada bene, o almeno a mio avviso, ossia la tracciabilità. Il controllo. Perché come empiricità vuole, chi è sotto controllo è privo di libertà, e anche se sembra non essere una cosa così problematica per un qualsiasi onesto cittadino, bisogna ricordarsi che anche essere ebreo nell’Italia degli anni Venti, non era una cosa così tanto problematica. Credo infatti che una certa dose di libertà personale debba essere sempre mantenuta, anche negli stati più democratici, per il semplice fatto che la storia insegna che non si sa mai come possano andare le cose; prevenire è meglio di curare. Per quanto concerne le banche è invece l’accumulo totale. Anche qui la storia insegna! Le banche infatti non sono sempre state così riguardevoli rispetto ai propri clienti. Li si vogliano chiamare crisi o furti, talvolta i soldi che vi ci sono entrati, poi, non ne sono più usciti. Il fatto è che mettendo interamente nelle mani di questi enti il principale bene di questa terra, ciò che effettivamente lo e ci muove, non si fa altro che alimentare il loro potere, rendendole così, completamente al di sopra di tutto e tutti. Certo, non sono così ceco: è già così, le banche hanno già il completo possesso del danaro, e di conseguenza del potere, ma credo che eliminare anche la sua fisicità determinerebbe un loro completo monopolio. Oltre al fatto che la parola ‘crisi’ può essere benissimo sostituita con ‘attacchi hacker’ o ‘black out digitale’. Ma quella che credo essere la motivazione principale del mio dissidio è un'altra, e il bancomat o carta di credito è solo la punta dell’iceberg. Il fatto è che il progresso tecnologico ci sta sempre di più allontanando da ciò che in realtà siamo, dalla nostra realtà, dal mondo. Ormai la nostra esistenza è costernata dalla tecnica e questa ha ridimensionato completamente il nostro modo di vivere, o meglio, lo ha estirpato ma noi non ne siamo ancora pienamente consapevoli. Noi infatti ragioniamo ancora con una fede prettamente umanistica, quando, in realtà al centro ora sta la tecnica. Questa non segue i precetti umani che possano essere l’amore o il sentimento o l’etica o il senso delle cose; la tecnica funziona, punto e basta. Credendola ancora una nostro strumento non ci rendiamo conto di esserne completamente soggiogati. Un po’ come successe durante la rivoluzione agricola, quando l’uomo smise di essere libero e si dovette prostrare alla coltivazione di un piccolo seme, ridimensionando completamente il suo modo di vivere. Sono pienamente consapevole che ormai il punto di non ritorno è stato superato e che i pagamenti elettronici sono una semplice (ed ennesima) comodità, ma essendo il denaro principale motore di tutto eliminarne la fisicità comporterà un ulteriore allontanamento da quel mondo sensibile che ha dato alla luce quadri così abbaglianti e poesie così strazianti. Dovremmo smetterla con questo ‘progresso’ perché non è la strada giusta. È dall’inizio del ‘900 che si sta parlando di una profonda crisi nell’uomo. Siamo passati da Nietzsche a Camus, partiti da Flaubert ed arrivati a Galimberti e ancora non ci rendiamo conto che questo nostro ‘progresso’ ci sta sempre di più mutilando, lasciandoci esangui di fronte a psicologi sempre meglio pagati e davanti a relazioni che non riusciamo più a godere. Forse ho spaziato un po’, forse troppo, ma credo che quei bei pezzetti di carta colorati siano forse l’ultimo baluardo per non cadere nell’oblio di un mondo fittizio che non ci appartiene e che ci ha portato ad avere tutto, facendoci accorgere che tutto, infondo, non ha molto senso. Perciò no, non credo che la limitazione all’uso del contante sia una buona idea.
Al giorno d’oggi stiamo affrontando il grande dibattito della limitazione all’uso dei contanti o meno. Di questa questione se ne sta già occupando il nostro governo, infatti con il Bilancio 2020 verrà introdotta la riduzione dell’uso dei contanti fino ai 1000 euro. Questo decreto pone le sue radici già dal governo di Monti che diminuì la soglia fino a 999,9 euro, mentre il governo di Renzi azzerò i progressi fatti precedentemente Innalzando il tetto massimo fino a 3000 euro, basandosi sulla soglia limite messa in atto da altri paesi europei. Il governo attualmente in carica, ha ridotto nuovamente la soglia dei 3000 euro riducendola ai 1000, passando per un periodo transitorio dove la soglia sarà di 2000 euro e in più applicando degli sgravi fiscali, incentivando a coloro che scelgono l'utilizzo del pagamento con carte. Questa graduale diminuzione della soglia, avrebbe lo scopo di fare abituare le persone ai nuovi limiti che verranno imposti, rischiando però di innescare confusione e scetticismo. Questa mancata presa di posizione, da parte del governo, pare più una mediazione per accontentare tutte le fazioni politiche. Per il legislatore risulterebbe alquanto difficile riuscire ad accontentare due categorie: cittadini e negozianti, paese in cui molto radicata è la cultura dell'uso del denaro liquido, infatti l'86% ( secondo i dati del mef) della popolazione effettua pagamenti contanti. Tale manovra, con il tetto dei 1000 euro, mi trova favorevole, in quanto si avrebbe più controllo sull'evasione o sul riciclaggio del denaro sporco, di contro bisognerebbe eliminare le commissioni dei pagamenti pos ai negozianti, cosicché entrambe le parti avrebbero il vantaggio del pagamento con carta. In più, una mia personale idea, dovrebbe esserci la possibilità di poter scaricare fiscalmente tutti i pagamenti con carta.
In questi ultimi giorni in Italia si è aperto il dibattito sulla decisione di abbassare il limite massimo del pagamento in contante. Ossia dal 2020 la soglia sarà abbassata a 2000 euro e nel 2022 sarà abbassata ulteriormente a 1000 euro. Il dibattito vede fronteggiarsi due parti: la prima a favore di tale legge perché aumentando la quantità di pagamenti tracciabile dovrebbe diminuire l’evasione fiscale. La seconda contro tale legge perché l'effetto di deterrente sarebbe inefficace e nullo quindi tale normativa renderebbe unicamente meno agevole la circolazione monetaria. Non sono a favore di tale disposizione per numerosi motivi. Innanzitutto in Italia la quantità di anziani è molto alta, infatti l’età media è maggiore rispetto gli altri Stati europei, e le loro diffidenze rispetto mezzi come le carte di credito sono alte; quindi porterebbe unicamente molto disagio per questa fascia della popolazione. Inoltre la maggior tracciabilità, secondo me, non porterebbe ad alcuna diminuzione dell'evasione fiscale perché tale fenomeno è stato sempre presente nel nostro paese e chiunque svolga tali azioni illegali solo in un primo momento si troverà in difficoltà, ma poi riuscirà a trovare un modo per raggirare il sistema (per esempio creando conti bancari nei paradisi fiscali). In secondo luogo tale provvedimento andrebbe ad arricchire le banche. Con qualsiasi transizione riceverebbero la commissione guadagnando su quanto i contribuenti spendono. In tal modo si aumenterebbe il costo dei beni portando ad una successiva diminuzione dei consumi. Infine questa tracciabilità andrebbe sicuramente a ricadere in tutti i cittadini sottraendo parte della privacy; lo Stato controllerebbe molti degli acquisti trasformandosi da uno Stato democratico basato sulla libertà ad uno Stato opprimente vigile su ogni attività. Nonostante ciò certe persone affermano il contrario, ossia che tale legge semplifica le transizioni e nel frattempo combatte l'evasione fiscale. Tuttavia secondo me questo non rispecchia il vero perché , oltre ai precedenti motivi, andrebbe a penalizzare i piccoli commercianti e venditori al dettaglio, i quali dovendo pagare i costi di transazioni così elevati e dovendo concorrere con un numero sempre maggiore di multinazionali saranno costretti a chiudere. Perché se decidessero di aumentare i prezzi non riuscirebbero più a competere con le grandi imprese e se decidessero di mantenere il costo non avrebbero abbastanza guadagno e sarebbero costretti a fallire. Posso così affermare che tale provvedimento oltre che creare molto disagio probabilmente non riuscirà nemmeno ad diminuire l'evasione fiscale.
Limitazione all’uso del contante: è una buona idea?
Nell’ultimo ventennio il tetto massimo di utilizzo all’uso del contante è stato modificato più volte a partire dal 1991, anno in cui è stato introdotto. A tal proposito il Decreto Fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020 del Governo Conte, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 26 ottobre 2019, ha reintrodotto la precedente limitazione per l’uso del contante attuata dal Governo Monti nel 2011, riportando la soglia a 999,99€. Lo scopo di questa modifica è quello di limitare l’uso del contante e ampliare quello del bancomat e di altri metodi facilmente tracciabili, per ridurre l’evasione fiscale. Questo provvedimento sarà graduale per far si che i cittadini si possano abituare alla nuova restrizione senza incorrere in sanzioni e agli esercenti di attrezzarsi in modo adeguato: per i primi due anni la soglia sarà pari a 2.000€, successivamente, dal 2022, scatterà un’ulteriore riduzione a 1.000€. Attualmente il tetto è pari a 2.999,99€ come stabilito dall’ultimo Governo Renzi del 2016. Non per tutti potrebbe rivelarsi un cambiamento di facile attuazione, dato che al momento l’86% delle transazioni nel nostro paese, viene eseguita tramite contanti (basti pensare alle persone anziane che non sono certo abituate all’uso della carta elettronica). Un altro problema che si sta riscontrando è quello che riguarda i piccoli commercianti che dovranno sostenere i costi di installazione dei POS e le relative commissioni applicate alla transazione a questo proposito però il Governo sta già operando per agevolare gli esercenti eliminando completamente le commissioni per i pagamenti fino a 5€ e riducendole notevolmente per quelli fino a 25€. La limitazione imposta però non è così determinante per la maggior diffusione del bancomat o carte di credito, ci sono paesi senza alcuna limitazione, molto vicini all'eliminazione del contante come in Svezia che ormai riguarda solo l'1% delle transazioni. L’Italia è uno dei paesi con l’evasione fiscale più alta d’Europa e sicuramente non sarà sufficiente la prossima limitazione all’uso del contante per abbattere l’evasione stessa, c'è necessità di personale competente per poter effettuare più controlli e soprattutto inasprire le pene. Concordo sul fatto di estendere i pagamenti tramite metodi di tracciabilità senza che questo però debba andare a gravare di ulteriori spese sia i negozianti che i consumatori che si potrebbero trovare eventualmente a subire un aumento dei prezzi. La minor circolazione di contante inoltre potrebbe anche essere un deterrente per limitare la criminalità dato che le rapine ai negozi sono sempre più frequenti.
Ha fatto discutere il progetto di ritorno al passato, per quanto riguarda l’uso del contante, previsto dal decreto di economia e finanza, presentato appena due settimane fa alla Banca Centrale Europea, che pone appunto il tetto massimo delle transazioni effettuate in contante a euro 1000. Si tratta di un provvedimento che già era stato approvato dal Governo Monti e poi annullato dal Governo Renzi con il conseguente ritorno al limite massimo posto ad euro 3000 ancora oggi in vigore. Il grande obbiettivo del Governo Conte, come dichiarato dal premier stesso, è quello di fare una lotta all’evasione “senza precedenti” e, per questo, mettere nel mirino i grandi evasori che gravano sulle spalle di tutti gli italiani onesti. Abbassare il tetto del contante è una manovra che consente allo Stato e agli organismi appositi di avere una maggiore tracciabilità dei conti e, grazie ad incroci dei dati presenti nei database pubblici, alimentati anche dai maggiori pagamenti in carte di credito e Bancomat, individuare azioni illecite ed intervenire prontamente. In una società come quella italiana dove i pagamenti effettuati attraverso l’utilizzo del contante sono l’86% del totale e dove i costi derivanti dall’utilizzo dei POS sono ancora troppo elevati e svantaggiosi ci si chiede se questo emendamento abbia senso. Secondo me sì; non solo ha senso ma è anche necessario. Lo Stato italiano calcola che al fisco ogni anno vengono evasi oltre cento miliardi, il dato ovviamente non può essere preciso per la natura stessa del problema, decisamente troppi considerando che poi la pressione fiscale si abbatte sui cittadini onesti e puntuali nel pagamento dei tributi. Ritengo anche che questo emendamento debba essere accompagnato con nuovi accordi con le banche per quanto riguarda i costi delle transizioni che devono essere eliminati, o quantomeno abbattuti, in favore dei cittadini anche grazie ai proventi derivanti dalla lotta all’evasione. La linea guida per il futuro è già stata fissata ed è quella di un sempre minore utilizzo di contante “liquido” in favore di un maggiore controllo e, di conseguenza, di un più giusto ed equilibrato sistema fiscale.
Ogni anno entro il 31 Dicembre il governo si occupa di varare la Legge di Bilancio. La quale deciderà le entrate e le uscite dalle casse dello Stato nel prossimo anno. Tra le varie proposte vi è quella di limitare l’uso del contante. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, l’86 % delle transazioni vengono effettuate in contanti. Secondo molti questo fenomeno agevola l’evasione fiscale. Per questo motivo negli ultimi anni vi sono state molte revisioni riguardo alla soglia dell’uso della moneta liquida. Ad esempio il governo Monti l’ha abbassata a mille euro e successivamente il governo Renzi l’ha rialzata a tremila euro. Ora il governo Conte 2 vuole abbassare per i primi due anni la soglia a duemila euro e successivamente verrà ristabilita a mille euro. Secondo molti esperti questa gradualità non viene incontro alle esigenze dei cittadini che rischiano di commettere più facilmente degli errori. Io sono contrario a questa limitazione. Infatti, in Austria e in molti altri paesi dove non c’è una soglia massima, l’evasione è comunque molto bassa. Questa norma non ridurrà le frodi. Infatti l’evasione basata sui contanti non riguarda i grandi evasori bensi riguardano i piccoli commercianti, i quali viste le cifre basse delle loro transazioni non saranno interessate dal provvedimento. Piuttosto il costo delle commissioni del pagamento elettronico potrebbero disincentivare i consumi (già in difficoltà). Anche la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea hanno espresso delle perplessità riguardo alla riduzione dell’uso del contante. In particolare la commissione evidenzia come il limite all’uso del contante diverso da Stato in Stato crei uno squilibrio nel mercato interno in quanto molti investitori si rivolgeranno ai Paesi limitrofi dove non si trova alcun limite. Alcuni sostengono che i terroristi acquistano le armi con i contanti. In realtà salvo attentati di grandi dimensioni il loro costo si aggira sotto ai 10.000 euro. Limitare l’uso del contante inciderebbe poco sulla capacità di preparare tali attentati.
Limitare i contanti o no? Già il governo Monti aveva modificato l’art. 49 del D.Lgs. n. 231/2007, vietando il trasferimento di denaro contante tra soggetti diversi per importi pari o superiori a 1000 euro.
RispondiEliminaIl decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020 reintroduce il limite di 1.000 euro. Dal 27 gennaio 2019 la Banca Centrale Europea ha smesso di emettere banconote da 500 euro per evitarne un uso fraudolento all'interno dell'economia reale. Ciò che dobbiamo chiederci è se sia la strada giusta da seguire o meno. Di questo passo si arriverà, molto probabilmente, alla totale scomparsa delle banconote fisiche. Alcuni potrebbero sostenere che in questa maniera ci sarebbero più controlli e sarebbe molto più complicato ad esempio evadere il fisco. Anche il lavoro in nero (grande problema dello stato e degli stessi lavoratori in caso di infortunio) diminuirebbe in quanto tutte le transizioni di denaro saranno controllare e dovranno avere una valida giustificazione. Combattendo il lavoro in nero si andrebbe a ledere la criminalità organizzata (solo nel nostro paese le agromafie nel 2017 hanno generato un volume d'affari di 22 miliardi di euro) ed in generale tutta l'economia sommersa. Chi è pro al mantenimento in vita delle banconote fisiche sostiene che la privacy personale verrebbe meno, in quanto, attraverso gli acquisti fatti con il bancomat, e quindi tracciabili, si potrebbero ricostruire gli usi e persino dove sono state determinate persone. Inoltre si potrebbe sostenere che, con la scomparsa delle banconote, si perderebbe la dimensione umana relativa allo scambio di beni che da sempre caratterizza l'uomo, portandola su un piano digitale e quindi per molti inesistente.
Sicuramente con lo sviluppo della tecnologia la vita dell'uomo è sempre più agiata e comoda. Ciò che bisogna capire è se questa comodità ci porterà a diventare dei vegetali o delle specie di super-uomini.
Limitazione all'uso del contante: è una buona idea?
RispondiEliminaNel nostro Paese l'uso dei contanti invece che delle carte elettroniche per effettuare pagamenti, è molto elevato; infatti come dimostrano i dati del Mef (Ministero dell'Economia e delle Finanze), l'86% delle transazioni è regolato dai soldi liquidi.
E' presente un limite ai pagamenti in contanti, esso è previsto dalla Legge di Bilancio 2020. Questa stabilisce il limite di 1.000 euro.
Il Governo Monti prevedeva lo stesso limite, successivamente con il Governo Renzi è stato elevato a 3.000 euro e da adesso la riduzione sarà graduale; infatti si passerà dalla soglia di 3.000 euro a 2.000 euro per due anni per poi arrivare a 1.000.
Le normative riguardanti quest'ambito, negli ultimi quattordici anni, sono cambiate molto spesso. Esse risultano essere ambigue in quanto il Pos (Point of Sale, punto di vendita) è stato introdotto, dal 2014, senza limiti di importo per incentivare i pagamenti elettronici però non sono state previste sanzioni per chi non dovesse rispettare la normativa.
La limitazione all'uso dei contanti viene adottata per combattere l'evasione fiscale, infatti tramite questa politica si incentivano i pagamenti tracciabili.
Ci sono opinioni contrastanti riguardo la riduzione.
Chi è contro ciò sostiene che possa causare un problema per gli anziani poco abituati all'uso delle carte elettroniche. Inoltre ritiene che i costi delle commissioni bancarie che derivano dal pagamento elettronico possano aumentare; infatti anche per un piccolo importo le commissioni sono alte tanto quanto quelle per pagamenti più sostanziosi.
Non mi trovo però d'accordo con questo punto di vista perché ritengo che l'uso della moneta elettronica porti dei vantaggi; esso ridurrebbe di molto l'evasione del fisco perché i pagamenti verrebbero tracciati, di conseguenza sarebbe possibile visualizzare i movimenti dei contribuenti. Inoltre si eviterebbero anche i pagamenti 'in nero'.
Sarebbe quidi utile eliminare i contanti. Questo, come detto prima, porterebbe svantaggi ai negozianti, quindi ritengo opporrtuno variare le commissioni ovvero esse dovrebbero essere proporzionate all'importo.
Eliminare i contanti non è soluzione semplice da attuare però riducendo progressivamente la soglia massima di utilizzo, si potrebbe realizzare.
Il limite all'uso del contante è quindi una buona soluzione perchè evita grandi evasioni del fisco oltre che il riciclaggio di denaro, altro problema del nostro Paese.
Siamo passati dal baratto, che comportava limitazioni dal punto di vista degli scambi; al denaro fisico, per intermediare gli scambi attraverso qualcosa di universale; ed ora: si pensa al digitale, per controllare provenienza, scambi, scopi e quindi limitare e prevenire il più possibile qualsiasi forma di illegalità. Già nel 2007 era vietato il denaro contante pari o sopra i mille euro, la scelta è stata motivata dall’esigenza di aumentare la tracciabilità delle movimentazioni, contrastare il riciclaggio di capitali di provenienza illecita, l’evasione fiscale ed al costo aggiuntivo che richiede la gestione del contante. Sicuramente le limitazioni all’uso del contante porterebbero molta più sicurezza e aiuterebbero la giustizia, però d’altro canto la gente si sentirebbe ancora più oppressa e controllata di quanto non lo sia già.
RispondiEliminaPenso, però, che sia giusto evolversi, andare avanti; per esempio in guerra, durante una fuga data dalla minoranza, si sa che non bisogna mai fossilizzarsi nel primo posto “sicuro”, bisogna muoversi sempre e andare avanti per diminuire le probabilità di morte; con questa metafora voglio dire che per me l’evoluzione è fondamentale e serve per portare la mente dell’uomo sempre verso uno step successivo. Mai restare dove si pensa di star bene.
Diminuire i contanti o no? Ecco un tema sul quale si dibatte da molto e sul quale si cerca di prendere la decisione più appropriata. Basti pensare che dal 2002 al 2016 sono state apportate otto modifiche. La normativa riflette, infatti, l’ambiguità del legislatore che, cercando di non scontentare nessuno, ha cercato di conciliare finalità opposte.
RispondiEliminaIl decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio del 2020 reintroduce il limite di 1.000 euro che era già stato previsto dal governo Monti. Si tratta di un graduale ritorno al passato. Per i primi due anni infatti la soglia si abbasserà a 2.000€, e solamente negli anni successivi a 1.000€.
Le motivazioni che portano a ritenere la diminuzione del contante una cosa proficua sono essenzialmente due: la convinzione che in questo modo l’evasione fiscale verrà ridotta e la possibilità di ridurre l’utilizzo della carta per l’impatto ambientale. Non approvo del tutto questa esposizione. Dal punto di vista ecologico, infatti, è sicuramente molto valida la causa, ma non per quanto riguarda la riduzione dell’evasione fiscale. Esistono molti paesi infatti, come per esempio Austria, Germania e Svezia dove non esistono limiti del contante eppure i livelli di evasione sono molto più bassi. Questa decisione inoltre comporterebbe una forte dipendenza dei cittadini nei confronti delle istituzioni bancarie, e porterebbe quindi ad una vera e propria “dittatura digitale”. Infine credo la società italiana, dove quindi prevalgono gli anziani, non sia ancora pronta per questo cambiamento che quindi dovrebbe essere apportato con molta cautela.
Contante o pagamenti elettronici? Il dibattito è aperto, anche se il governo sembra avere le idee chiare: pagamenti in contanti solo sotto i 1000 euro. Però in maniera graduale e, per ora, chi non rispetterà la legge non avrà nessuna sanzione. Con il decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2020 entrerà in vigore il limite di 3000 euro, per poi ridursi entro due anni a 2000 e infine a 1000. A mio parere, la gradualità dell’importo limite è un’ottima iniziativa. L’Italia è un paese dove vivono molti anziani che sono abituati a pagare con carta moneta, quindi con poca dimestichezza nell’uso di bancomat o carte di credito. Questa gradualità permetterà loro di modificare con calma le proprie abitudini.
RispondiEliminaUn altro problema dei pagamenti elettronici è il costo elevato delle commissioni. Per poter passare davvero ai pagamenti elettronici bisognerebbe abbassare sensibilmente questi costi in modo da permetterne l’uso in tutti gli acquisti che vengono fatti, non solo in quelli di importi elevati.
Un pensiero che mi frena dall’incentivare questo tipo di pagamenti riguarda soprattutto i bambini. Usare la moneta è modo per educare il bambino all’uso e al valore del denaro. Quando si usa il bancomat si vede solo un numero che appare sul display, mentre pagando con i contanti si riesce a comprendere meglio quanto significhi quella cifra. Per un bimbo è diverso veder scritto sul display della cassa 20€ e vedere la mamma che striscia una carta o vedere al banconota fisica che poi non c’è più. In conclusione, sono favorevole ai pagamenti elettronici, ma non all’abolizione completa dei contanti. La società italiana non è pronta.
Limitazione all'uso del contante: è una buona idea?
RispondiEliminaNelle ultime settimane il governo Conte bis sta discutendo riguardo l'introduzione di una limitazione ancora più restrittiva ai prelievi di contanti dal proprio conto corrente al fine di combattere l'evasione fiscale. In Italia c'è già un limite posto dal governo Renzi ed è di 3.000 euro. La soglia che verrà imposta nella prossima Legge di Bilancio dall'esecutivo attuale sarà di 1.000 euro. Il tetto mensile si sostanzia a 10.000 euro. Il superamento prevederà una sanzione particolarmente punitiva, che consiste nel sottoporre i prelievi a tassazione.
Dal mio punto di vista diminuire l'utilizzo della moneta cartacea non è un modo efficace per combattere l'evasione fiscale e renderebbe la vita più difficile a molti cittadini italiani.
Sostengo questa tesi per diversi motivi.
Innanzitutto, come riporta il professore di diritto tributario Alberto Franco in un suo recente articolo per il quotidiano "Repubblica", nel 2018 la Commissione Europea ha esaminato questo tema per mezzo di uno studio molto dettagliato ed ha evidenziato che le restrizioni ai pagamenti in contanti, pur utili in ambito di antiriciclaggio, darebbero uno scarso contributo al contrasto della frode fiscale.
Al termine dell'analisi, la Commissione ha sostanzialmente affermato che i criminali che già intenzionalmente violano la legge continueranno a farlo. Chi quindi sostiene che con questo provvedimento diminuirà il numero di evasori si sta sbagliando.
Oltre alla Commissione anche la Banca Centrale Europea ha giudicato negativamente la lotta alle banconote.
La BCE negli ultimi anni si è infatti espressa sulle proposte presentate da alcuni Stati, tra i quali la Spagna, di inserire un limite per i pagamenti in contanti. La Banca Centrale affermò che queste restrizioni avrebbero dovuto essere proporzionate e non andare oltre quello che è necessario a rimpinguare le casse dello stato. Inoltre, esse devono essere compatibili con il corso legale di monete e banconote nell'Eurozona. In sostanza, la BCE ha ritenuto inadeguato il limite di 1.000 euro proposto dalla Spagna. Ciò fa capire che anche l'analoga proposta dell'Italia verrà molto probabilmente bocciata.
Il secondo motivo per il quale sono contro la guerra al contante riguarda il fatto che in Austria, ad esempio, il livello di frode fiscale è basso, ma vi è un elevato utilizzo della moneta cartacea. Oltre all'Austria, anche Germania, Irlanda, Islanda, Svezia, Finlandia, Lettonia, Olanda, Slovenia e Cipro e Gran Bretagna considerano inutile limitare l'utilizzo del contante. Addirittura, l'evasione fiscale in queste 11 nazioni europee dove il tetto non esiste è molto piú bassa rispetto a quella italiana a prova di ciò che pare un quasi inesistente nesso causa effetto tra l'utilizzo dei contanti e l'evasione. Nel caso in cui le frodi siano basate sui contanti, riguardano generalmente operazioni di importo contenuto, e quindi non sarebbero interessate ai limiti posti.
Il terzo motivo per il quale sono contro la guerra al contante consiste nel fatto che vi sono larghe fasce di popolazione, soprattutto gli anziani, per le quali la possibilità di pagare in contanti è fondamentale e che si troverebbero in difficoltà a compiere transazioni con la carta. L'ultimo studio svolto da Eurostat Italia ha evidenziato che nel 2017 il 35% degli italiani aveva un'età superiore ai 65 anni ed il fenomeno dell'invecchiamento della popolazione è sempre più in crescita nel nostro paese. Solamente i pagamenti cash garantiscono quindi l'accesso al sistema economico a tutto il popolo italiano.
La quarta ed ultima ragione che mi fa stare dalla parte di chi vuole salvaguardare l'utilizzo del contante consiste nel fatto che in tutti i pagamenti elettronici una quota dei soldi va automaticamente alle banche e non a coloro che ci vendono i prodotti. Per cui, la guerra al contante invece che colpire i grandi evasori rischia di danneggiare la vita dei piccoli commercianti e di molti anziani.
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RispondiEliminaFenomeni come l’evasione fiscale, la corruzione, le rapine e le attività illegali sono molto diffuse al giorno d’oggi; tuttavia, attraverso la limitazione dell’uso dei contanti tali attività verrebbero drasticamente ridotte e conseguentemente anche il deficit pubblico, aumentando in tal modo il benessere dei cittadini.
RispondiEliminaIn paesi come la Svezia il contante è utilizzato solo nel 13% delle transazioni in volume e nel 3% in valore, e ciò ha permesso in pochi anni di azzerare le rapine in banca e di ridurre le attività illegali.
In Cina 525 milioni di persone hanno già attivo un sistema di mobile payment mentre in Italia l’86% delle transazioni in termini di volume e il 68% in termini di valore avviene in contanti; tuttavia, negli ultimi anni, qualche segno di cambiamento vi è stato: i pagamenti digitali sono notevolmente aumentati così come i Mobile proximity payment, grazie anche alle proposte sia delle banche che di alcune nuove società operanti nel settore dei pagamenti elettronici che vengono definite “fintech”.
Inoltre in Italia ciò che più sorprende è la quasi totale assenza di una precisa strategia sulla limitazione dell’uso di contanti di quasi tutti i governi che si sono succeduti: negli ultimi 15 anni la soglia ai trasferimenti in contanti è stata abbassata e alzata otto volte mentre la Legge di stabilità del 2016 ha reso obbligatoria la dotazione di Pos per esercenti e professionisti, che non possono più rifiutarsi di accettare pagamenti digitali al di sopra della soglia di 5 euro, e permesso all’Italia di dotarsi di una delle più capillari rete di Pos (2,4 milioni). Di contro, tale provvedimento non ha ancora pienamente spiegato gli effetti desiderati in quanto non vi è ancora una specifica sanzione in caso di mancata osservanza di tali disposizioni.
Un elemento che limita la diffusione dei pagamenti elettronici è da ricercarsi negli elevati costi di transazione che incidono significativamente nei pagamenti di piccolo importo, un problema che è già stato affrontato,ma non pienamente risolto, con l’entrata in vigore del decreto attuativo della direttiva europea e che comunque può essere facilmente risolto in breve tempo.
Impossibile dunque trovare solide argomentazioni contro la limitazione dell’uso dei contanti visti i numerosissimi benefici che comporta; inoltre attuando tale provvedimento i costi di produzione e controllo sulle circolazione di banconote e monete da parte della Banca Centrale Europea verrebbero ridotti se non eliminati.
Lo Stato dunque dovrebbe aprire un tavolo di confronto fra banche, imprenditori, commercianti, consumatori e circuiti di pagamento al fine di trovare soluzioni condivise da implementare rapidamente. Solo così vi è qualche speranza di vincere la lotta all’evasione e alla corruzione, disincentivando l’uso del contante, cioè la benzina dell’economia sommersa.
Limitazioni all'uso del contante: è una buona idea?
RispondiEliminaOggi in Italia circola una quantità inimmaginabile di contanti favorendo così atti illegali.
Tra le misure al vaglio del governo c’è anche la limitazione all’uso del contante che dovrebbe avere lo scopo di contrastare l’evasione fiscale, il lavoro in nero e di portare nuove entrate allo Stato. I risultati di questa manovra, però, non arriveranno subito e non sono scontati.
Il Decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio del 2020 reintroduce il limite di 1000€ per l’utilizzo del contante, già previsto dal Governo Monti, quindi ci sarà un ritorno al passato, ma in maniera graduale. Infatti il Decreto prevede la riduzione immediata della soglia da 3000€ a 2000€ per i primi due anni, solo successivamente scatterà l’ulteriore diminuzione a 1000€.
Molti paesi europei come Danimarca, Norvegia, Inghilterra e Svezia il progetto di un’economia senza contanti sta già prendendo piede da un po’ di tempo.
L’Italia è un paese molto arretrato da questo punto di vista, infatti la maggior parte dei pagamenti viene ancora effettuata in contanti, probabilmente per il gran numero di anziani e l’arretratezza digitale di molti cittadini.
Per incentivare l’uso della moneta elettronica, lo Stato sta studiando degli incentivi fiscali riducendo le commissioni sui pagamenti tramite POS, carte di credito.
La guerra al contante, secondo me potrebbe portare ad aspetti anche positivi.
Un aspetto sicuramente positivo dell’uso delle carte di credito sta nel fatto che in caso di furti o truffe delle stesse, esse sono assicurate e viene risarcita qualsiasi somma indebitamente prelevata. Questo non può avvenire in caso di furto o truffa verso il denaro contante poiché le banconote non hanno proprietario.
Inoltre la limitazione del contante comporterebbe effetti benefici sulla corruzione e il lavoro nero, perché sarebbe verificata puntualmente la provenienza e la destinazione delle somme.
Sono propensa alla diffusione della moneta elettronica perché c’è una maggior tutela del consumatore, maggior trasparenza e praticità. Sono cosciente, però, che questo metodo porterebbe ad una minor consapevolezza delle proprie risorse economiche ancora a disposizione, con il rischio che le persone si trovino ad aver speso più delle loro possibilità.
Come tutte le novità inizialmente porteranno a dei disagi, ma con l’abitudine tutto diventerà quotidianità.
Limitazioni all’uso del contante: è una buona idea?
RispondiEliminaIl Governo Monti modificando l’art. 49 del D.Lgs. n.231/2007 ha imposto il trasferimento di denaro contante tra soggetti diversi per importi pari o superiori a 1000 euro. Dopodiché, il Governo Renzi ha elevato questa somma a 3000. Oggi, la normativa della Legge di Bilancio, ha deciso che il 1 luglio 2020 verrà approvata una nuova riforma, passando da un prelievo di 3000 euro a 2000 per i primi due anni, riducendosi poi a 1000. Questo significa che se un papà vuole regalare al proprio figlio una somma di denaro contante superiore alla nuova norma, lo dovrà fare attraverso un bonifico o tramite un assegno non trasferibile. Io sostengo che la limitazione all’uso del contante sia un’ottima idea, prelevare fino a 1000 euro è più che sufficiente. Successivamente aiuterà i cittadini ad un utilizzo maggiore per quanto riguarda la carta di credito/prepagata, finalizzata per la maggior parte dei casi ad acquisti dedicati all’online. Inoltre, stanno incentivando le persone ad utilizzare le carte elettroniche attraverso il cashback che consiste nella restituzione ai consumatori del 2% delle proprie transazioni. La moneta elettronica incentiva al pagamento di beni e servizi attraverso sistemi tracciabili grazie alle agevolazioni fiscali e alle detrazioni Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) . Inoltre, le carte digitali aiutano i tecnici del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) i quali stanno cercando un metodo per ridurre le commissioni sui pagamenti tramite POS (Point of sale ovvero “punto di vendita”) a commercianti e autonomi. L’obiettivo principale per i pagamenti sotto i 5 euro è quello di eliminare le commissioni bancarie , ridurre profondamente per quelli dai 5 ai 25 euro garantendo costi più contenuti per quelli che esercitano un’attività economica a “bassa marginalità” come per esempio gli edicolanti. Il Governo aveva iniziato a rendere il POS obbligatorio per incentivare i commercianti e le imprese ad abbandonare l’utilizzo del contante. I primi risultati non sono stati positivi, probabilmente perché gli italiani sono abituati ad usare il contante e quindi preferiscono questo metodo. In conclusione, sostengo che qualsiasi imprenditore , commerciante, libero professionista, deve dare la possibilità ai suoi clienti di effettuare pagamenti con carte di credito e Bancomat, così da costituire un vantaggio sempre più importante e necessario per il nostro paese.
Maraga Lorenzo
LIMITAZIONE ALL’USO DEL CONTANTE: E’ UNA BUONA COSA?
RispondiEliminaIn questo periodo si è iniziato a parlare della limitazione dell’uso del contante imposta dal Ministero dell’economia e della finanza. Ci sono però molte persone, tra cittadini e parlamentari che non sono d’accordo.
L’Italia è uno dei paesi europei in cui il contane si usa di più a discapito della carta. In tutti i negozi c’è l’obbligo di avere un pos, tuttavia non ci sono sanzioni per chi non segue questa regola.
Tempo fa girava la notizia di una signora sulla sessantina che, assieme alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, parlava della sua difficoltà ad usare il pos e a gestire gli scontrini elettronici e accusava il governo di svantaggiare i piccoli commercianti con questa legge invece di aiutarli.
Possiamo dire però che alla signora sarebbero bastati non più di 10 minuti di impegno per capire come funziona il lettore della carta.
Questa legge non è certo stata fatta per colpire i piccoli commercianti bensì per limitare il traffico di denaro riciclato e combattere l'evasione fiscale visto che tutti i pagamenti con carta di credito o bancomat sono tracciabili.
La soglia massima era stata abbassata a 999.99 euro dal governo Monti, poi aumentata a 3000 dal governo Renzi. Nel 2020, il 1° luglio per l’esattezza, la soglia si abbasserà a 2000 euro e resterà tale per due anni prima di scendere a 1000.
Ciò che fino ad ora ha frenato l’utilizzo della carta è sicuramente la commissione ovvero un’imposta sul metodo di pagamento che però è stata resa illecita in base all’art. 62 del Codice del Consumo, in vigore dal 13 giugno 2014.
Ora comunque la tassa pare verrà abbassata per incentivare appunto il pagamento con carta per agevolare i piccoli commercianti.
Posso quindi dire che l'abbassamento della soglia dei pagamenti in contanti e il maggiore utilizzo della carta di credito sia un bene per tutti, venditori e consumatori.
Biscaro Luna
Ogni anno entro il 31 Dicembre il governo si occupa di varare la Legge di Bilancio. La quale deciderà le entrate e le uscite dalle casse dello Stato nel prossimo anno.
RispondiEliminaTra le varie proposte vi è quella di limitare l’uso del contante. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, l’86 % delle transazioni vengono effettuate in contanti. Secondo molti questo fenomeno agevola l’evasione fiscale.
Per questo motivo negli ultimi anni vi sono state molte revisioni riguardo alla soglia dell’uso della moneta liquida. Ad esempio il governo Monti l’ha abbassata a mille euro e successivamente il governo Renzi l’ha rialzata a tremila euro.
Ora il governo Conte 2 vuole abbassare per i primi due anni la soglia a duemila euro e successivamente verrà ristabilita a mille euro. Secondo molti esperti questa gradualità non viene incontro alle esigenze dei cittadini che rischiano di commettere più facilmente degli errori.
Io sono contrario a questa limitazione. Infatti, in Austria e in molti altri paesi dove non c’è una soglia massima, l’evasione è comunque molto bassa.
Questa norma non ridurrà le frodi. Infatti l’evasione basata sui contanti non riguarda i grandi evasori bensi riguardano i piccoli commercianti, i quali viste le cifre basse delle loro transazioni non saranno interessate dal provvedimento. Piuttosto il costo delle commissioni del pagamento elettronico potrebbero disincentivare i consumi (già in difficoltà).
Anche la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea hanno espresso delle perplessità riguardo alla riduzione dell’uso del contante. In particolare la commissione evidenzia come il limite all’uso del contante diverso da Stato in Stato crei uno squilibrio nel mercato interno in quanto molti investitori si rivolgeranno ai Paesi limitrofi dove non si trova alcun limite.
Alcuni sostengono che i terroristi acquistano le armi con i contanti. In realtà salvo attentati di grandi dimensioni il loro costo si aggira sotto ai 10.000 euro. Limitare l’uso del contante inciderebbe poco sulla capacità di preparare tali attentati.
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RispondiEliminaIn questo periodo stiamo assistendo ad un dibattito circa l’abbassamento a 1000 euro del limite per i pagamenti in contante.
RispondiEliminaIl dibattito vede due pareri contrastanti: da un lato ci sono coloro che sostengono l’efficacia di queste limitazioni poiché ritengono che incentivando i pagamenti tracciabili ridurrebbero l’area
dell’ evasione fiscale; d’altra parte ci sono coloro che negano qualsiasi tipo di efficacia anti-evasione a simili provvedimenti.
Nel 2018 la Commissione Europea ha esaminato questo tema per mezzo di uno studio molto dettagliato, in cui ha evidenziato che le restrizioni ai pagamenti in contanti, darebbero uno scarso contributo al contrasto del finanziamento del terrorismo o della frode fiscale.
Il primo motivo riguarda i costi degli attentati terroristici i quali sono solitamente di costo inferiore a 10.000 euro.
Di conseguenza i limiti al trasferimento di contante inciderebbero poco sulla capacità di preparare tali attentati.
Il secondo motivo invece riguarda il fatto che le frodi fiscali non sono fatte tramite l’uso di contante, ma mediante operazioni e strutture giuridiche complesse, che spesso coinvolgono più Stati.
Tant’è vero che, in Austria il livello di frode fiscale è basso, ma vi è un elevato utilizzo del contante.
Dove invece frode ed evasione fiscale sono basate sui contanti, esse riguardano generalmente operazioni di importo contenuto e quindi non sarebbero interessate ai limiti.
Tuttavia i limiti ai pagamenti in contanti potrebbero comunque rivelarsi utili contro il riciclaggio di denaro, ciò nonostante lo studio sopra citato fa presente che il riciclaggio tramite l’uso del contante avviene spesso attraverso l’acquisto di beni di valore elevato.
A mio parere la limitazione dell’uso del contante non è una soluzione del tutto efficace al fine di combattere l’evasione fiscale.
Mi sembrerebbe più opportuno invece introdurre incentivi all’utilizzo dei pagamenti elettronici, cosicché quest’ultimi, essendo tracciati, porterebbero alla visione dei movimenti dei contribuenti.
Questo però porterebbe degli svantaggi ai negozianti, per esempio ai baristi, i cui pagamenti riguardano importi minimi, costringendoli così a pagare, a parità di costo, un prezzo elevato di commissioni.
Tuttavia considero giusto e doveroso rendere proporzionali le commissioni all’importo dovuto, in modo tale da non svantaggiare questo tipo di categoria.
La lotta al''evasione fiscale è uno degli obiettivi di uno Stato. Molti e vari sono stati i tentativi da parte dei governi di trovare soluzioni a questo problema che toglie risorse preziose allo stato.
RispondiEliminaIl problema per me non è se limitare il denaro contante o no, ma come cercare nuova liquidità senza andare a toccare interessi di qualcuno o a sanare situazioni incomprensibili. Nello specifico, in passato, in 14 anni ben 8 sono state le modifiche alla legge di bilancio sul tema, passando dalla legge Monti da un limite di 1000 euro a lla legge Renzi di 3000 e ora da 3000a 2000 progressivamente.
Vien da chiedersi, da osservatori esterni, e non da tecnici del settore, quale sia la differenza tra le cifre. I costi relativi al controllo sono gli stessi, i tempi così ravvicinati possono portare in errore i contabili o chi fa questo lavoro di controllore, ma del resto in Italia, ogni anno, ci sono leggi nuove e diverse da quelle dell'anno precdente, tanto che i cittadini, non essendo continuamente aggiornati, ci rimettono sempre.
Parlare di moratoria poi, a mio avviso, non seve, perchè è il solito dilemma: "trovata la legge, trovato l'inganno", quindi chi è del settore trova sempre una scappatoia per apporfittarne.
Dunque una legge ci deve essere, e forse la soglia dei 2000 può andare bene. Ma quante volte un cittadino spende una tale cifra? Quando aggiusta qualcosa in casa? Quando acquista mobili o beni di consumo importanti? Probabilmente non si dovrebbe obbligare la gente all'uso del bancomat per ogni cosa, ma si dovrebbe applicare quella proposta di raccogliere tutti gli scontrini e far pagare le tasse in base a quanto uno ha effettivamente speso. Allora sì i cittadini si farebbero dare sempre lo scontrino evitando sotterfugi.
Una carta unica può essere comoda, ma a volte si smagnetizza, si deteriora, si perde e allora uno come fa? C'è una grossa differenza tra perdere una banconota da venti euro e perdere un bancomat.
Aggiungo due esperienze personali sull'importanza di avere del denaro in mano. I bambini, ma anche qualunque minorenne non potrebbe più fare transizioni per comprare un qualsiasi bene dato che le carte di credito possono solo essere attestate ad un conto bancario a nome di un maggiorenne, bisogna tenere conto anche che avere più conti bancari comporti a tasse più elevate.
Dunque per me non si dovrebbe eliminare del tutto il denaro contante perchè a rimetterci sarebbero le famiglie, invece porre dei limiti penso sia utile solo finoad un certo punto perchè le grandi spese le compiono per la maggior parte le imprese che comunque non si avvalgono quasi mai del contante.
E poi riuscireste a pensare a Paperon de' Paperoni possessore di una tessera bancomat?
Limitazioni all’uso dei contanti: è una buona idea?
RispondiEliminaIl Governo Monti, per contrastare l’evasione fiscale, aveva introdotto il limite di mille euro per l’utilizzo del contante ed il decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020 ha reintrodotto questo limite.
Il legislatore prevede la riduzione ( a partire dal primo luglio 2020) della soglia di 3000 euro a 2000 euro per i primi due anni ed in seguito ci sarà un’ulteriore riduzione a 1000 euro per quanto riguarda i pagamenti in contante.
Queste riduzioni graduali sono state effettuate con lo scopo di far abituare i cittadini alla diminuzione del contante e a prediligere l’uso di carte di credito dato che, secondo i dati del Mef, nel nostro Paese l’86% delle transazioni è regolato con le banconote.
Il Governo ha quindi come obiettivo quello di diffondere i pagamenti elettronici, intervenendo di conseguenza sulla diminuzione dei costi di transizione. A tal proposito il Governo sta operando per eliminare le commissioni per i pagamenti fino a 5 euro e ad agevolare notevolmente le commissioni per i pagamenti fino a 25 euro, così da diminuire le spese di transizione a carico dei negozianti.
Questo provvedimento porterebbe notevoli vantaggi anche alle banche.
Ad esempio, diminuirebbero i costi riguardanti la gestione dei pagamenti in filiale con l’utilizzo di banconote, infatti il costo di trasporto, approvvigionamento e gestione del contante che è tra 5 mila e 10 mila euro per ogni filiale, diminuirebbe notevolmente in seguito alla diffusione delle carte di credito e potrebbero ricavare anche una quota maggiore al 10% nei servizi di pagamento.
Questo provvedimento è anche molto efficace per contrastare la criminalità perché porterebbe a una diminuzione degli evasori fiscali dato che aumenterebbero i controlli perché i pagamenti effettuati con il bancomat sono tracciabili.
Diminuirebbe anche il riciclaggio di denaro in quanto sarà vietato trasferire contanti senza consultare le banche per importi superiori a 3000 euro, quindi tutti i pagamenti superiori a questa cifra saranno per forza tracciabili.
Altri importanti vantaggi portati dal bancomat sono la sicurezza e la comodità.
Le carte bancomat infatti riducono il rischio di furti, in quanto se quest’ultime dovessero essere smarrite o rubate, chiamando la banca si potrà bloccare l’utilizzo della carta. A differenza dei contati, che una volta rubati sono direttemante utilizzabili.
Anche viaggiando all’estero è molto più comodo utilizzare carte di credito, questo perché i costi da sostenere per cambiare le valute sono minimi rispetto a quelli, spesso elevati, dei contanti.
A mio parere, limitare l’uso del contante è un provvedimento efficace per ridurre evasioni del fisco, riciclaggio di denaro e quindi la criminalità (fenomeno molto diffuso nel nostro Paese) e prediligere l’utilizzo di carte di credito porterebbe molti vantaggi, e permetterebbe di rendere i pagamenti più sicuri e veloci.
Per Monti dovevano essere 2000, per Renzi 3000, ora entro il 2020 torneranno ad essere 2000 e poi a seguire, nel 2022, 1000. Sembra che il Governo ce l’abbia proprio a morte con il denaro, il che è abbastanza contraddittorio. Ma cosa spinge quest’ente traboccante di problemi e dissidi interiori ad essere così unito sotto quest’aspetto? Perché è così importante che l’alto uso di contante venga evirato? L’evasione del fisco e il lavoro in nero sembrano essere le due principali motivazioni, effettivamente la tracciabilità del contante porterebbe ad uno smascheramento di questi due tanto vili peccati, come afferma Guido Tirloni – associato partner Kpmg, società che offre consulenza in ambito manageriale, fiscale e amministrativa – ‘Nel momento in cui il cliente bancario usa le carte di credito c’è una maggiore tracciabilità dei flussi e questo consente di conoscere meglio il cliente anche dal punto di affidabilità creditizia’, dopo tutto fidarsi è bene ma non farlo è meglio. Altro punto a favore del taglio del contante è la diminuzioni delle spese a carico delle banche, per le quali il costo del denaro, ad ogni filiale, oscilla tra i 5000 e 10.000 euro, tra trasporti, approvvigionamenti e gestione.
RispondiEliminaDunque quali sono i vantaggi, ma soprattutto, chi ne trae credito? Dal punto di vista individualistico questo avvicinamento al digitale, questa spinta progressista, avvantaggia le nuove leve. I giovani, i cosiddetti nativi digitali, si ritroveranno molto di più a loro agio con questa modalità, potendo utilizzare quell’estensione del loro corpo, chiamata cellulare, anche per quello. Senza lo ‘sbatti’ di dover girare con contante. Il che mi ricorda vagamente quando, nel XII secolo, in una Toscana dove imperversavano i briganti un tale di nome Francesco Datini diede alla luce la prima ‘lettera di cambio’. Allontanandoci dal micro troviamo lo Stato. Attraverso questa modalità di pagamenti, per quest’ente, i vantaggi sono molteplici. Innanzitutto, come già detto, niente più evasioni fiscali o lavoro in nero, il che si traduce in un aumento delle entrate, il che diventa un aumento del PIL, il che diviene maggior denaro per la spesa pubblica (utilizzabile presso il miglior rivenditore di crocifissi, madonnine e rosari). Ovviamente non si sta parlando di un aumento esponenziale, probabilmente una percentuale al di sotto dello zero, ma forse è più l’idea di controllo che può stuzzicarlo. Ed è proprio questo un altro punto: il controllo. La tracciabilità. Attraverso il pagamento elettronico si può tracciare e rintracciare ogni minimo spostamento, e come empiricità vuole: esercito meglio il mio potere su qualcosa che posso controllare. Allontanandoci ancor di più troviamo le banche. Detentrici di denaro sin dall’albo del denaro, le banche sono sempre state molto affini all’accumulazione, il risparmio e all’accrescimento di questo bene. Come già visto in precedenza, la diminuzione di denaro contabile favorirebbe una diminuzione delle loro spese, un risparmio, inoltre, se un tempo il danaro lo si poteva nascondere sotto il materasso, ora, le banche deterrebbero il suo pieno possesso. Sarebbero così totalmente posseditrici di questo bene, il che significa il suo totale accumulo. Portandole così ad un livello superiore anche rispetto degli Stati…
Quali invece sono i punti critici? Nessuno!, direbbero Stato e banche con un bel sorrisone a trentadue denti. Ma forse è proprio per questo che dovremmo un attimo ragionarci. Partendo dallo Stato si può ben intendere cosa non vada bene, o almeno a mio avviso, ossia la tracciabilità. Il controllo. Perché come empiricità vuole, chi è sotto controllo è privo di libertà, e anche se sembra non essere una cosa così problematica per un qualsiasi onesto cittadino, bisogna ricordarsi che anche essere ebreo nell’Italia degli anni Venti, non era una cosa così tanto problematica. Credo infatti che una certa dose di libertà personale debba essere sempre mantenuta, anche negli stati più democratici, per il semplice fatto che la storia insegna che non si sa mai come possano andare le cose; prevenire è meglio di curare. Per quanto concerne le banche è invece l’accumulo totale. Anche qui la storia insegna! Le banche infatti non sono sempre state così riguardevoli rispetto ai propri clienti. Li si vogliano chiamare crisi o furti, talvolta i soldi che vi ci sono entrati, poi, non ne sono più usciti. Il fatto è che mettendo interamente nelle mani di questi enti il principale bene di questa terra, ciò che effettivamente lo e ci muove, non si fa altro che alimentare il loro potere, rendendole così, completamente al di sopra di tutto e tutti. Certo, non sono così ceco: è già così, le banche hanno già il completo possesso del danaro, e di conseguenza del potere, ma credo che eliminare anche la sua fisicità determinerebbe un loro completo monopolio. Oltre al fatto che la parola ‘crisi’ può essere benissimo sostituita con ‘attacchi hacker’ o ‘black out digitale’. Ma quella che credo essere la motivazione principale del mio dissidio è un'altra, e il bancomat o carta di credito è solo la punta dell’iceberg. Il fatto è che il progresso tecnologico ci sta sempre di più allontanando da ciò che in realtà siamo, dalla nostra realtà, dal mondo. Ormai la nostra esistenza è costernata dalla tecnica e questa ha ridimensionato completamente il nostro modo di vivere, o meglio, lo ha estirpato ma noi non ne siamo ancora pienamente consapevoli. Noi infatti ragioniamo ancora con una fede prettamente umanistica, quando, in realtà al centro ora sta la tecnica. Questa non segue i precetti umani che possano essere l’amore o il sentimento o l’etica o il senso delle cose; la tecnica funziona, punto e basta. Credendola ancora una nostro strumento non ci rendiamo conto di esserne completamente soggiogati. Un po’ come successe durante la rivoluzione agricola, quando l’uomo smise di essere libero e si dovette prostrare alla coltivazione di un piccolo seme, ridimensionando completamente il suo modo di vivere. Sono pienamente consapevole che ormai il punto di non ritorno è stato superato e che i pagamenti elettronici sono una semplice (ed ennesima) comodità, ma essendo il denaro principale motore di tutto eliminarne la fisicità comporterà un ulteriore allontanamento da quel mondo sensibile che ha dato alla luce quadri così abbaglianti e poesie così strazianti. Dovremmo smetterla con questo ‘progresso’ perché non è la strada giusta. È dall’inizio del ‘900 che si sta parlando di una profonda crisi nell’uomo. Siamo passati da Nietzsche a Camus, partiti da Flaubert ed arrivati a Galimberti e ancora non ci rendiamo conto che questo nostro ‘progresso’ ci sta sempre di più mutilando, lasciandoci esangui di fronte a psicologi sempre meglio pagati e davanti a relazioni che non riusciamo più a godere. Forse ho spaziato un po’, forse troppo, ma credo che quei bei pezzetti di carta colorati siano forse l’ultimo baluardo per non cadere nell’oblio di un mondo fittizio che non ci appartiene e che ci ha portato ad avere tutto, facendoci accorgere che tutto, infondo, non ha molto senso.
RispondiEliminaPerciò no, non credo che la limitazione all’uso del contante sia una buona idea.
Al giorno d’oggi stiamo affrontando il grande dibattito della limitazione all’uso dei contanti o meno. Di questa questione se ne sta già occupando il nostro governo, infatti con il Bilancio 2020 verrà introdotta la riduzione dell’uso dei contanti fino ai 1000 euro. Questo decreto pone le sue radici già dal governo di Monti che diminuì la soglia fino a 999,9 euro, mentre il governo di Renzi azzerò i progressi fatti precedentemente Innalzando il tetto massimo fino a 3000 euro, basandosi sulla soglia limite messa in atto da altri paesi europei.
RispondiEliminaIl governo attualmente in carica, ha ridotto nuovamente la soglia dei 3000 euro riducendola ai 1000, passando per un periodo transitorio dove la soglia sarà di 2000 euro e in più applicando degli sgravi fiscali, incentivando a coloro che scelgono l'utilizzo del pagamento con carte. Questa graduale diminuzione della soglia, avrebbe lo scopo di fare abituare le persone ai nuovi limiti che verranno imposti, rischiando però di innescare confusione e scetticismo. Questa mancata presa di posizione, da parte del governo, pare più una mediazione per accontentare tutte le fazioni politiche. Per il legislatore risulterebbe alquanto difficile riuscire ad accontentare due categorie: cittadini e negozianti, paese in cui molto radicata è la cultura dell'uso del denaro liquido, infatti l'86% ( secondo i dati del mef) della popolazione effettua pagamenti contanti.
Tale manovra, con il tetto dei 1000 euro, mi trova favorevole, in quanto si avrebbe più controllo sull'evasione o sul riciclaggio del denaro sporco, di contro bisognerebbe eliminare le commissioni dei pagamenti pos ai negozianti, cosicché entrambe le parti avrebbero il vantaggio del pagamento con carta. In più, una mia personale idea, dovrebbe esserci la possibilità di poter scaricare fiscalmente tutti i pagamenti con carta.
In questi ultimi giorni in Italia si è aperto il dibattito sulla decisione di abbassare il limite massimo del pagamento in contante. Ossia dal 2020 la soglia sarà abbassata a 2000 euro e nel 2022 sarà abbassata ulteriormente a 1000 euro. Il dibattito vede fronteggiarsi due parti: la prima a favore di tale legge perché aumentando la quantità di pagamenti tracciabile dovrebbe diminuire l’evasione fiscale. La seconda contro tale legge perché l'effetto di deterrente sarebbe inefficace e nullo quindi tale normativa renderebbe unicamente meno agevole la circolazione monetaria.
RispondiEliminaNon sono a favore di tale disposizione per numerosi motivi. Innanzitutto in Italia la quantità di anziani è molto alta, infatti l’età media è maggiore rispetto gli altri Stati europei, e le loro diffidenze rispetto mezzi come le carte di credito sono alte; quindi porterebbe unicamente molto disagio per questa fascia della popolazione. Inoltre la maggior tracciabilità, secondo me, non porterebbe ad alcuna diminuzione dell'evasione fiscale perché tale fenomeno è stato sempre presente nel nostro paese e chiunque svolga tali azioni illegali solo in un primo momento si troverà in difficoltà, ma poi riuscirà a trovare un modo per raggirare il sistema (per esempio creando conti bancari nei paradisi fiscali).
In secondo luogo tale provvedimento andrebbe ad arricchire le banche. Con qualsiasi transizione riceverebbero la commissione guadagnando su quanto i contribuenti spendono. In tal modo si aumenterebbe il costo dei beni portando ad una successiva diminuzione dei consumi. Infine questa tracciabilità andrebbe sicuramente a ricadere in tutti i cittadini sottraendo parte della privacy; lo Stato controllerebbe molti degli acquisti trasformandosi da uno Stato democratico basato sulla libertà ad uno Stato opprimente vigile su ogni attività.
Nonostante ciò certe persone affermano il contrario, ossia che tale legge semplifica le transizioni e nel frattempo combatte l'evasione fiscale. Tuttavia secondo me questo non rispecchia il vero perché , oltre ai precedenti motivi, andrebbe a penalizzare i piccoli commercianti e venditori al dettaglio, i quali dovendo pagare i costi di transazioni così elevati e dovendo concorrere con un numero sempre maggiore di multinazionali saranno costretti a chiudere. Perché se decidessero di aumentare i prezzi non riuscirebbero più a competere con le grandi imprese e se decidessero di mantenere il costo non avrebbero abbastanza guadagno e sarebbero costretti a fallire.
Posso così affermare che tale provvedimento oltre che creare molto disagio probabilmente non riuscirà nemmeno ad diminuire l'evasione fiscale.
Limitazione all’uso del contante: è una buona idea?
RispondiEliminaNell’ultimo ventennio il tetto massimo di utilizzo all’uso del contante è stato modificato più volte a partire dal 1991, anno in cui è stato introdotto. A tal proposito il Decreto Fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020 del Governo Conte, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 26 ottobre 2019, ha reintrodotto la precedente limitazione per l’uso del contante attuata dal Governo Monti nel 2011, riportando la soglia a 999,99€. Lo scopo di questa modifica è quello di limitare l’uso del contante e ampliare quello del bancomat e di altri metodi facilmente tracciabili, per ridurre l’evasione fiscale. Questo provvedimento sarà graduale per far si che i cittadini si possano abituare alla nuova restrizione senza incorrere in sanzioni e agli esercenti di attrezzarsi in modo adeguato: per i primi due anni la soglia sarà pari a 2.000€, successivamente, dal 2022, scatterà un’ulteriore riduzione a 1.000€. Attualmente il tetto è pari a 2.999,99€ come stabilito dall’ultimo Governo Renzi del 2016. Non per tutti potrebbe rivelarsi un cambiamento di facile attuazione, dato che al momento l’86% delle transazioni nel nostro paese, viene eseguita tramite contanti (basti pensare alle persone anziane che non sono certo abituate all’uso della carta elettronica).
Un altro problema che si sta riscontrando è quello che riguarda i piccoli commercianti che dovranno sostenere i costi di installazione dei POS e le relative commissioni applicate alla transazione a questo proposito però il Governo sta già operando per agevolare gli esercenti eliminando completamente le commissioni per i pagamenti fino a 5€ e riducendole notevolmente per quelli fino a 25€. La limitazione imposta però non è così determinante per la maggior diffusione del bancomat o carte di credito, ci sono paesi senza alcuna limitazione, molto vicini all'eliminazione del contante come in Svezia che ormai riguarda solo l'1% delle transazioni. L’Italia è uno dei paesi con l’evasione fiscale più alta d’Europa e sicuramente non sarà sufficiente la prossima limitazione all’uso del contante per abbattere l’evasione stessa, c'è necessità di personale competente per poter effettuare più controlli e soprattutto inasprire le pene. Concordo sul fatto di estendere i pagamenti tramite metodi di tracciabilità senza che questo però debba andare a gravare di ulteriori spese sia i negozianti che i consumatori che si potrebbero trovare eventualmente a subire un aumento dei prezzi.
La minor circolazione di contante inoltre potrebbe anche essere un deterrente per limitare la criminalità dato che le rapine ai negozi sono sempre più frequenti.
Ha fatto discutere il progetto di ritorno al passato, per quanto riguarda l’uso del contante, previsto dal decreto di economia e finanza, presentato appena due settimane fa alla Banca Centrale Europea, che pone appunto il tetto massimo delle transazioni effettuate in contante a euro 1000. Si tratta di un provvedimento che già era stato approvato dal Governo Monti e poi annullato dal Governo Renzi con il conseguente ritorno al limite massimo posto ad euro 3000 ancora oggi in vigore.
RispondiEliminaIl grande obbiettivo del Governo Conte, come dichiarato dal premier stesso, è quello di fare una lotta all’evasione “senza precedenti” e, per questo, mettere nel mirino i grandi evasori che gravano sulle spalle di tutti gli italiani onesti. Abbassare il tetto del contante è una manovra che consente allo Stato e agli organismi appositi di avere una maggiore tracciabilità dei conti e, grazie ad incroci dei dati presenti nei database pubblici, alimentati anche dai maggiori pagamenti in carte di credito e Bancomat, individuare azioni illecite ed intervenire prontamente.
In una società come quella italiana dove i pagamenti effettuati attraverso l’utilizzo del contante sono l’86% del totale e dove i costi derivanti dall’utilizzo dei POS sono ancora troppo elevati e svantaggiosi ci si chiede se questo emendamento abbia senso.
Secondo me sì; non solo ha senso ma è anche necessario. Lo Stato italiano calcola che al fisco ogni anno vengono evasi oltre cento miliardi, il dato ovviamente non può essere preciso per la natura stessa del problema, decisamente troppi considerando che poi la pressione fiscale si abbatte sui cittadini onesti e puntuali nel pagamento dei tributi. Ritengo anche che questo emendamento debba essere accompagnato con nuovi accordi con le banche per quanto riguarda i costi delle transizioni che devono essere eliminati, o quantomeno abbattuti, in favore dei cittadini anche grazie ai proventi derivanti dalla lotta all’evasione.
La linea guida per il futuro è già stata fissata ed è quella di un sempre minore utilizzo di contante “liquido” in favore di un maggiore controllo e, di conseguenza, di un più giusto ed equilibrato sistema fiscale.
Ogni anno entro il 31 Dicembre il governo si occupa di varare la Legge di Bilancio. La quale deciderà le entrate e le uscite dalle casse dello Stato nel prossimo anno.
RispondiEliminaTra le varie proposte vi è quella di limitare l’uso del contante. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, l’86 % delle transazioni vengono effettuate in contanti. Secondo molti questo fenomeno agevola l’evasione fiscale.
Per questo motivo negli ultimi anni vi sono state molte revisioni riguardo alla soglia dell’uso della moneta liquida. Ad esempio il governo Monti l’ha abbassata a mille euro e successivamente il governo Renzi l’ha rialzata a tremila euro.
Ora il governo Conte 2 vuole abbassare per i primi due anni la soglia a duemila euro e successivamente verrà ristabilita a mille euro. Secondo molti esperti questa gradualità non viene incontro alle esigenze dei cittadini che rischiano di commettere più facilmente degli errori.
Io sono contrario a questa limitazione. Infatti, in Austria e in molti altri paesi dove non c’è una soglia massima, l’evasione è comunque molto bassa.
Questa norma non ridurrà le frodi. Infatti l’evasione basata sui contanti non riguarda i grandi evasori bensi riguardano i piccoli commercianti, i quali viste le cifre basse delle loro transazioni non saranno interessate dal provvedimento. Piuttosto il costo delle commissioni del pagamento elettronico potrebbero disincentivare i consumi (già in difficoltà).
Anche la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea hanno espresso delle perplessità riguardo alla riduzione dell’uso del contante. In particolare la commissione evidenzia come il limite all’uso del contante diverso da Stato in Stato crei uno squilibrio nel mercato interno in quanto molti investitori si rivolgeranno ai Paesi limitrofi dove non si trova alcun limite.
Alcuni sostengono che i terroristi acquistano le armi con i contanti. In realtà salvo attentati di grandi dimensioni il loro costo si aggira sotto ai 10.000 euro. Limitare l’uso del contante inciderebbe poco sulla capacità di preparare tali attentati.