Il romanzo di Niccolò Ammaniti Come dio comanda rappresenta una vicenda in cui il bene e il male sembrano inestricabilmente legati, al punto che nulla ha contorni nitidi, tutto assume un significato differente a seconda dall'angolazione visuale dalla quale lo osserviamo: degrado e innocenza, omertà e lealtà, amore e brutalità si corrispondono. Questo giudizio può essere esteso dalla trama ai personaggi che popolano il romanzo.
Partendo da questa proposta interpretativa, individuate scene, situazioni, caratteri nei quali riscontrate questa complessità morale e cercate di definire di volta in volta in base a quale codice etico si può giungere ad una valutazione positiva o negativa dello specifico oggetto della rappresentazione letteraria. Domandiamoci infine quali sono i valori che il romanzo ci offre come i più importanti di tutti, quelli in virtù dei quali i protagonisti ci appaiono nella luce degli eroi e non nell'ombra sinistra dei mostri.
(Scadenza 31/5/2021)
Nel libro "come Dio comanda" di Niccolò Ammaniti si evidenzia l'intreccio e il rapporto tra bene e male, amore e odio, presente nello sviluppo delle vicende di Rino e Cristiano, rispettivamente padre e figlio, insieme a due amici squilibrati come Quattro Formaggi e Danilo. In molte di queste situazioni troviamo un primo aspetto, quello più rilevante, che sconvolge il lettore, e lo fa riflettere e una seconda motivazione, che sembra apparire benefica e giusta. Tra una delle tante situazioni, in cui questi due aspetti si intersecano, viene narrata quella in cui Cristiano, mandato dal padre, uccide un cane a causa del suo fastidioso abbaiare : sembra un'azione ricca di brutalità, ma tutto questo viene giustificato dal fatto che il proprietario dell’animale era il direttore dell'azienda in cui Rino aveva lavorato, ed era stato ingiustamente licenziato. In questo tratto, per esempio, notiamo come quest'ultima motivazione sembra contrastare la ferocia dell'azione.
RispondiEliminaAnche nella figura del padre Rino si nota questo tipo di contrasto,egli infatti insegna al figlio a fare a botte, ma questo per permettergli di affrontare il futuro, difendendosi dalle prese in giro e dalle avversità della vita. Quindi in un primo momento egli appare come un genitore immaturo, che si ubriaca ed è violento, e per questo non è in grado di prendersi cura di suo figlio, ma nel finale del libro Ammaniti racconta di un speciale rapporto tra Rino e Cristiano, che sfocia nel bene: il figlio, mal interpretando le vicende, cerca in tutti i modi di proteggere il padre dal brutale destino.
La crudele morte di Fabiana Ponticelli, causata dall'incosciente aggressione da parte di Quattro Formaggi, viene rappresentata nel modo in cui egli pensi di fare la cosa più giusta, guidato dall'istinto, da una volontà divina e una serie di fatti che secondo il personaggio conducono la ragazza al suo destino, "è proprio così che doveva andare".
La stessa figura di Quattro Formaggi e Danilo, nonostante le loro azioni, suscita empatia nel lettore; il primo, afflitto da problemi mentali, vive in una realtà parallela in cui tutte le sue azioni trovano giustificazione nel volere divino, fino a giungere nel finale del libro dove, invano, cerca di suicidarsi. Danilo, dopo la morte della figlia, si è abbandonato all'alcolismo, ma le sue vicende hanno breve durata in quanto muore in un incidente stradale, dovuto alla guida in stato di ebbrezza.
All'interno del libro troviamo valori e aspetti comuni ai personaggi, come l'amicizia e la rabbia verso la situazione che accomuna le vite dei personaggi, in lotta contro l'ingiustizia del mondo e la povera condizione in cui si trovano.
La figura divina sembra assente nello sviluppo delle vicende, che sono caratterizzate da una inevitabile sfortuna, ma con l'avanzare delle pagine si rivela un' entità presente, dando vita a situazioni miracolose; ne è un esempio il momento in cui Danilo ritrova le chiavi della macchina nel fiume, dopo cinque anni dalla morte della figlia.
Il libro si rivela quindi un susseguirsi di bene e male, fortuna e sfortuna, riflessioni e istinti, affiancato al forte legame che intercorre tra i personaggi.
A parer mio è un'opera che ti lascia con il fiato sospeso, spingendoti a proseguire la lettura fino alla fine delle pagine; fa riflettere sul fatto che dietro alla rabbia e alla violenza si nasconde una storia dolorosa, che nessuno è interessato ad ascoltare: Cristiano Zena viene bullizzato dai suoi compagni di scuola, ma nessuno di loro è intenzionato a conoscere il suo passato.
Ambra Vettorello
RispondiEliminaConcordo nel dire che nel libro Come Dio Comanda di Niccolò Ammaniti il bene e il male siano due valori legati tra loro e che tutto ( personaggi, situazioni, caratteri ) assuma sfumature diverse in base a come lo osserviamo.
Una scena che mi viene in mente riguardo a questa complessità morale è quella nella quale Cristiano Zena trova il corpo di suo padre, Rino, accanto al cadavere di Fabiana Ponticelli. Il ragazzino perciò è convinto che suo padre abbia ucciso la ragazza e, di fronte a questa situazione, non dice a nessuno ciò che ha scoperto perchè vuole comunque proteggere Rino. Cerca di difenderlo con un'emozione che oscilla fra la tenacia e lo sconforto.
Nel caso appena descritto è presente una situazione di omertà: Cristiano, nonostante il suo timore verso le reazioni del padre, non vuole che vada in prigione perchè questo significherebbe separarsi da lui; tra di loro c'è un rapporto di amore anche se Rino è un uomo violento, con idee naziste e pericoloso.
Un altro esempio potrebbe essere quello del carattere di Quattro Formaggi. Un valore positivo è costituito dalla sua bontà d'animo, è il migliore amico di Rino e vede quest'ultimo come punto di riferimento perchè è stato l'unico ad aiutarlo quando veniva bullizzato da ragazzo. Quattro Formaggi, però, si innamora della compagna di classe di Cristiano, Fabiana, identificandola con Ramona (protagonista di un programma pornografico) e quando riesce a catturarla nel bosco è fuori di sé e la uccide. Quest'ultimo è un valore negativo, si tratta di un uomo adulto innamorato di una ragazzina e questo “amore” si trasforma in un atto di brutalità. Questo personaggio agisce secondo un codice etico caratterizzato da valori di amicizia e lealtà con Rino e Danilo. Lui cerca un rapporto con Dio e attraverso di esso copre la propria follia. Una mente ossessionata può compiere i danni più gravi e se in queste ossessioni vengono trascinate persone innocenti, le vite di molte persone possono cambiare. In base a questo codice etico giungo ad attribuire una valutazione complessivamente negativa a questo personaggio.
Un ulteriore esempio può essere quello del carattere di Danilo Aprea. E' il migliore amico di Rino e Quattro Formaggi e organizza lui il furto del bancomat. E' sostanzialmente un fallito che spera di arricchirsi e di convincere la sua ex moglie a tornare da lui. Ha problemi di alcolismo a causa della morte prematura della figlia di due anni. In questo caso troviamo la grande sofferenza di un padre che si rovina la vita perchè non riesce a superare il dramma della morte della sua bambina.
Se penso al padre di Cristiano, Rino Zena, mi viene in mente l'uomo con idee naziste, violento, alcolizzato, non ha un lavoro stabile. Reputo che il suo codice etico non sia da imitare. Le sue idee sono idee negative. Ha spesso reazioni brutali anche davanti a suo figlio.
I personaggi di questo romanzo hanno quindi valori positivi e negativi, a seconda di come li osserviamo. Vivono in un mondo buio. I personaggi più duri ed emarginati cercano, per loro stessi, di ricomprare una parvenza di purezza e ,soltanto a volte, ci riescono.
Una cosa che mi ha colpita è l'insieme delle esplosioni di rabbia all'interno della storia, una rabbia disseminata in più momenti. Mi ha colpito quanto gli insulti possano rovinare la nostra sensibilità. E' un libro che esprime in maniera violenta le emozioni. Un altro tema presente è quello dell'amore, più che quello di un padre per un figlio, è il bene che il figlio prova per il padre, un amore incondizionato, deviato in qualche modo. Cristiano ha come modello di vita l'unico uomo che conosce realmente, anche se è consapevole che non è il migliore esempio da seguire.
Anita Laudani
Nel romanzo di Niccolò Ammaniti Come Dio comanda possiamo individuare molti elementi e situazioni che tra loro si contrastano; è difficile infatti classificarle come positive o negative, in quanto azioni anche crudeli ed eticamente sbagliate, vengono presentate come giuste e sempre con una giustificazione positiva.
RispondiEliminaIl contesto in cui i fatti si sviluppano non è mai totalmente tranquillo: Rino e Cristiano hanno difficoltà economiche e il padre rischia che il figlio gli sia portato via dagli assistenti sociali, Cristiano a scuola viene escluso e deriso, Quattro Formaggi ha problemi mentali causati da un brutto incidente in cantiere e Danilo, un alcolista è anche sofferente per la morte della figlia.
Queste sono le cause che spingono i protagonisti a compiere azioni ingiuste e immorali, alle quali talvolta si può trovare una giustificazione.
Rino, il padre di Cristiano ha problemi economici in quanto è disoccupato e vive con il figlio in una piccola casa che è anche sempre in disordine, sporca e poco curata; si distingue come personaggio molto istintivo, coraggioso ma mai sprezzante del pericolo, vendicativo ma anche protettivo nei confronti del figlio e leale verso i due amici. Queste sue caratteristiche risaltano per esempio quando fa uccidere il cane dell’imprenditore perché abbaiava la sera ma soprattutto perchè era stato licenziato e quando costringe il figlio ad affrontare Tekken pensando l’avesse picchiato. La figura di Rino si distingue però anche per la sua protezione verso il figlio, a cui insegna a sparare per proteggersi in caso di pericolo e per il fatto che fa di tutto purchè non gli sia portato via dagli assistenti sociali.
Rino inoltre si fida dei suoi amici, per esempio nell’episodio dell’omicidio di Fabiana, mai avrebbe pensato che in torto fosse stato Quattro Formaggi ed era infatti pronto a difenderlo in quanto figura più debole.
La figura di Cristiano è strettamente legata al padre e al valore per la famiglia: i suoi comportamenti sono influenzati dal modo in cui Rino lo ha cresciuto (forte e con dei principi ma vendicativo) ma è caratterizzato anche dalla debolezza tipica di un ragazzino; quando trova il corpo di Fabiana cerca infatti di nasconderlo per paura di mettere in difficoltà il padre e per evitare che venisse incolpato di azioni che effettivamente non aveva compiuto.
Quattro formaggi, per i suoi comportamenti lo classificherei invece come un personaggio negativo: sebbene i suoi problemi di salute influiscano nelle sue scelte e nei suoi comportamenti, si dimostra privo di valori nel momento in cui stupra ed uccide Fabiana, una ragazza che non aveva avuto alcun comportamento negativo nei suoi confronti e anche quando è disposto ad uccidere Rino spinto dalla paura che avesse scoperto come erano andati realmente i fatti.
Quattro formaggi è identificato anche come ingenuo e talvolta codardo, in quanto si affida a Dio e giustifica i suoi comportamenti come volontà di qualcosa di superiore che aveva già scelto il suo destino e le conseguenze delle sue azioni.
Danilo sebbene fosse il personaggio che più voleva fare la rapina, è quello a cui Cristiano pensa per primo in caso avesse dovuto essere affidato a qualcun altro diverso dal padre; è un personaggio privo di malizia, si ubriaca per evitare la realtà e che Laura, la sua ex moglie fosse in cinta e per non pensare al passato e al fatto che lui fosse stato la causa della morte della figlia.
All’interno del romanzo risaltano principalmente i valori per la famiglia e per l’amicizia, il contrasto tra la fedeltà e il tradimento della fiducia e la moralità e l’immoralità dei comportamenti.
Aurora Lovisetto
Il bene e il male sono indissolubili nel libro, ogni personaggio è caratterizzato da diverse sfaccettature di istinti negativi e positivi. Il romanzo ci fa immergere una realtà brutale, di difficoltà economica che giustifica molte delle azioni negative dei personaggi; al contempo emergono i valori dell’amicizia, della famiglia e dell’amore paterno.
RispondiEliminaLa prima scena che evidenzia i tratti negativi del carattere di Rino è quella iniziale dove obbliga il figlio Cristiano a sparare al cane del vicino. In questa scena emerge l’essere vendicativo di Rino in quanto era stato licenziato ingiustamente dal vicino Castardin quando era sua dipendente e l’influenza, in questo caso, pessima che ha su suo figlio. Nonostante ciò durante tutta la vicenda cerca di proteggere il figlio e di dargli il meglio del poco che hanno.
Rino non lavora, è un operaio che coglie piccole opportunità per guadagnare il minimo per la sopravvivenza del figlio e sua.
Rino non è un buon esempio di padre per la cattiveria, la brutalità e gli estinti di rabbia ma lo reputo l’eroe della vicenda, è consapevole del rischio di perdere la custodia del figlio perciò farebbe di tutto per Cristiano, anche se in malo modo gli insegna ad affrontare la vita, a superare ogni ostacolo e a farsi valere anche quando è in torto. Un’esempio lampante è l’episodio in cui Cristiano sfascia la moto di Tekken e i ragazzi gliela fanno pagare, Cristiano non racconta nulla al padre e quest’ultimo lo obbliga a vendicarsi senza sapere se il figlio fosse in torto o no.
Anche Cristiano trasmette il concetto di famiglia e di amore verso il padre, è un ragazzo sensibile e lo dimostra nel momento in cui sente il padre al telefono la sera dell’omicidio di Fabiana, fa il possibile per trovarlo e pensando, senza certezza, che Rino avesse ucciso la ragazza cerca di cancellare ogni prova.
Rino difende i sui amici, Danilo e Quattro Formaggi, e il figlio con qualsiasi mezzo perché sono le uniche cose che gli restano.
Infatti quando Quattro Formaggi stupra e uccide Fabiana Ponticelli chiama Rino disperato e quest’ultimo lo raggiunge ma la prima cosa che pensa è che l’amico sia stato vittima di bullismo non che possa essere un’omicida.
Su Quattro Formaggi non mi trovo d’accordo con Ambra, lo vedo come un mostro, nonostante i suoi disturbi mentali trovo sia ingiustificabile il suo comportamento.
Oltre alla sera dell’omicidio della giovane Fabiana ho trovato ripugnante il suo tentativo di uccide Rino in coma, un amico fedele e indifeso in un momento di debolezza, per la paura che potesse svegliarsi e rivelare la verità.
Danilo ha avuto un duro passato dopo la morte della figlia per sua disattenzione e dopo il divorzio dalla moglie. Per questo comunque non è giustificabile il suo gesto estremo di voler rapinare il bancomat e il suo buttarsi sull’alcol ma posso comprenderlo.
Infine io credo che i valori principali siano quelli della famiglia e dell’amicizia. Rino e Cristiano li rispecchiano pienamente, anche se entrambi hanno, nel corso della storia, degli attacchi d’ira dovuti soprattutto alle loro condizioni di disagio economico, li vedo come eroi l’uno nei confronti dell’altro. Danilo è, secondo me, molto responsabile e leale ed è riconosciuto come la seconda figura paterna da Cristiano infatti chiama lui per primo quando il padre viene ricoverato. Quattro Formaggi è il più svitato, all’inizio provavo pena per lui, mi appariva indifeso e solo come vittima del bullismo subito da giovane e sfortunato per l’incidente che gli aveva provocato ulteriori disfunzioni cerebrali e fisiche ma dopo l’omicidio di Fabiana si è rivelato ai miei occhi come un mostro e nessuna delle sue sfortune passate, nessuno dei problemi mentali può ai miei occhi giustificare ciò che ha fatto.
Emma Sordi
Il romanzo di Niccolò Ammaniti è intrinseco di scene e di situazioni con uno sfondo di bene e uno sfondo di male. L’unico modo, per valutare le scelte dei personaggi, è quello di basarci sul codice etico, o semplicemente la morale. I personaggi sono particolarmente descritti, perciò li possiamo determinare un carattere che ha due facce, dato che in una determinata situazione il personaggio svolge una azione buona, sotto il punto di vista etico, invece in altre situazioni si abbandona in azioni malsane e negative, anche se può essere stato influenzato da altri personaggi. In questo caso parlo della scena del cane. Infatti, il povero Cristiano, dopo numerose lamentele del padre, accetta l’incarico di uccidere il cane, con una pistola. Possiamo parlare di numerose azioni. L’azione del padre di far uccidere il cane, mediante il figlio, è una scena raccapricciante. Poiché già il fatto di ammazzare un animale indifeso, è immorale, inoltre, la presenza del figlio accentua il tutto. E questi sono due problemi, il terzo che può passare inosservato, è che il figlio dopo aver visto il cane, che stava soffocando per colpa della catena, non lo ha aiutato ma anzi lo ha ucciso. Inoltre, anche l’azione di concedere al figlio la pistola è una scena in cui prevale il male sul bene. Non per il fatto di possedere la pistola, che può non essere considerato un problema, poiché potrebbe avere il porto d’armi o molte altre giustificazioni. Ma il fatto preoccupante è che il padre, Rino, concede al figlio, Cristiano, la pistola
RispondiEliminaSarà successo molte altre volte, ma non può essere una scusante, dato che Cristiano si può ferire, anche mortalmente. Il tutto, come giustificazione, usa l’atto del proprietario di licenziare il padre di Cristiano, per ragioni ingiuste. Perciò è anche una vendetta.
Però questo libro oltre a marcare scene del male descrive scene che non sono totalmente, sotto la branca delle scene del bene, per vari motivi. In questo caso parlo della scena in cui Rino entra in un concerto, e vedendo una ragazza che assomigliava a sua moglie, scappata dal marito, la convince ad andare a casa sua. Nel momento in cui scopre che questa ragazza era tossicodipendente e che aveva fatto uso di droghe, in casa sua, la caccia. Questa scena può essere considerata, come rappresentazione del carattere di Rino. Poiché sebbene abbia dei difetti, come essere razzista, ha una morale. Il suo intento è quello di preparare Cristiano alla vita, scendendo ad azioni ambigue, ovvero insegnandoli a sparare e a subire e a dare pugni. Perciò è un padre che vuole molto bene a suo figlio, che con metodi non tradizionali, gli insegna come vivere. Perciò le figure di Cristiano e Zeno sono complessivamente positive, sebbene abbiano dei problemi.
Oltre a queste due figure, esistono molte altre ma la più interessante è la figura di Quattro Formaggi. Quattro Formaggi è un ragazzo compromesso da una malattia mentale, scaturita da un grave incidente sul lavoro in un cantiere edile, a causa di alcuni fili elettrici scoperti, e crede che in ogni cosa che fa ci sia la giustificazione divina.
Edoardo Scussel (continua)
Il romanzo di Niccolò Ammaniti è intrinseco di scene e di situazioni con uno sfondo di bene e uno sfondo di male. L’unico modo, per valutare le scelte dei personaggi, è quello di basarci sul codice etico, o semplicemente la morale. I personaggi sono particolarmente descritti, perciò li possiamo determinare un carattere che ha due facce, dato che in una determinata situazione il personaggio svolge una azione buona, sotto il punto di vista etico, invece in altre situazioni si abbandona in azioni malsane e negative, anche se può essere stato influenzato da altri personaggi. In questo caso parlo della scena del cane. Infatti, il povero Cristiano, dopo numerose lamentele del padre, accetta l’incarico di uccidere il cane, con una pistola. Possiamo parlare di numerose azioni. L’azione del padre di far uccidere il cane, mediante il figlio, è una scena raccapricciante. Poiché già il fatto di ammazzare un animale indifeso, è immorale, inoltre, la presenza del figlio accentua il tutto. E questi sono due problemi, il terzo che può passare inosservato, è che il figlio dopo aver visto il cane, che stava soffocando per colpa della catena, non lo ha aiutato ma anzi lo ha ucciso. Inoltre, anche l’azione di concedere al figlio la pistola è una scena in cui prevale il male sul bene. Non per il fatto di possedere la pistola, che può non essere considerato un problema, poiché potrebbe avere il porto d’armi o molte altre giustificazioni. Ma il fatto preoccupante è che il padre, Rino, concede al figlio, Cristiano, la pistola
EliminaSarà successo molte altre volte, ma non può essere una scusante, dato che Cristiano si può ferire, anche mortalmente. Il tutto, come giustificazione, usa l’atto del proprietario di licenziare il padre di Cristiano, per ragioni ingiuste. Perciò è anche una vendetta.
Però questo libro oltre a marcare scene del male descrive scene che non sono totalmente, sotto la branca delle scene del bene, per vari motivi. In questo caso parlo della scena in cui Rino entra in un concerto, e vedendo una ragazza che assomigliava a sua moglie, scappata dal marito, la convince ad andare a casa sua. Nel momento in cui scopre che questa ragazza era tossicodipendente e che aveva fatto uso di droghe, in casa sua, la caccia. Questa scena può essere considerata, come rappresentazione del carattere di Rino. Poiché sebbene abbia dei difetti, come essere razzista, ha una morale. Il suo intento è quello di preparare Cristiano alla vita, scendendo ad azioni ambigue, ovvero insegnandoli a sparare e a subire e a dare pugni. Perciò è un padre che vuole molto bene a suo figlio, che con metodi non tradizionali, gli insegna come vivere. Perciò le figure di Cristiano e Zeno sono complessivamente positive, sebbene abbiano dei problemi.
Oltre a queste due figure, esistono molte altre ma la più interessante è la figura di Quattro Formaggi. Quattro Formaggi è un ragazzo compromesso da una malattia mentale, scaturita da un grave incidente sul lavoro in un cantiere edile, a causa di alcuni fili elettrici scoperti, e crede che in ogni cosa che fa ci sia la giustificazione divina.
Edoardo Scussel (continua)
Mi scusi professore, ho per sbaglio incollato lo stesso messaggio. E non me lo fa cancellare.
EliminaAnche nel caso dell’omicidio di Fabiana Ponticelli, amica di Cristiano, infatti lei assomigliava vagamente a Ramona, oggetto dei desideri di Quattro Formaggi. In questo caso il male e il bene sono legati, poiché la ragazza avendo visto il, finto, incidente di Quattro Formaggi si ferma per aiutarlo, e quindi il bene prevale. Invece nella scena successiva Quattro Formaggi abusa della ragazza, e soprattutto dopo un tentativo di fuggita da parte della ragazza, Quattro Formaggi le rompe il cranio, mediante l’uso del sasso. La morte e l’aggressione di Fabiana sono rappresentate dalla giustificazione divina, che fa uso Quattro Formaggi. Inoltre, il destino e l’istinto di Quattro Formaggi fanno si che sia successa questa scena.
I valori che il libro di Niccolò Ammaniti ci mostra sono molto perspicaci, l’amore e odio. Infatti, tra Cristiano e Zeno c’è un rapporto d’amore ed odio continuo. In un momento si vogliono bene e si parlano amichevolmente, mentre in altri c’è una rabbia repressa, soprattutto da parte del figlio. Anche l’intelligenza e la capacità di avere i nervi saldi in situazione complesse da parte del figlio, nel momento in cui trova il cadavere della amica vicino a quello del padre, in fin di vita. In questo caso Cristiano si concentra su ciò che deve fare, senza perdere la calma. Invece in altri casi quest’ultimo perde totalmente la ragione, come nel caso in cui aveva forato le gomme al motociclista, Tekken. Perciò i personaggi di questo romanzo hanno valori positivi e negativi, a seconda di come li osserviamo e a seconda della situazione.
Questo libro oltre a farsi leggere con voglia, ci insegna e ci fa riflettere.
Edoardo Scussel
“Come Dio comanda” racconta del rapporto tra un padre e un figlio, di un bizzarro gruppo di amici, di due ragazzine indipendenti, e di come le loro vite si siano intrecciate le une alle altre.
RispondiEliminaBene e male vengono descritti da Ammaniti come nella vita vera, intrecciati e difficili da scindere.
Una situazione può spesso essere considerata negativa e positiva nello stesso momento, dipende dai punti di vista.
Cristiano osserva il padre Rino e vorrebbe essere come lui; padre e figlio hanno creato la loro piccola intimità, dove rifugiarsi e sentirsi compresi.
A primo impatto la figura di Rino potrebbe sembrare esclusivamente violenta. È disoccupato, emarginato, alcolista, molto spesso anche Cristiano ha paura di lui; i suoi due amici lo rispettano molto perché ne sono intimoriti, è conosciuto per le sue risse, per la sua mancanza di scrupoli (tranne quando si tratta di scelte che potrebbero avere ricadute sul figlio), è vendicativo e irruente.
Potremmo pensare che sia un uomo orribile, disinteressato agli altri; la verità è che Rino è uno dei personaggi più complessi del romanzo. Il male che vediamo in lui viene giustificato dall’amore incondizionato e puro per il figlio Cristiano. Rino si trattiene molto spesso, ha un grande autocontrollo, ed ogni volta ciò che lo ferma è sempre la stessa motivazione: teme di poter perdere il figlio, e questo non se lo potrebbe permettere. Viene sottoposto a controlli periodici da parte di un assistente sociale, che lo considera un inetto irredimibile. Conoscendo Rino più da vicino, notiamo che la sua capacità critica della società presente fa trasparire una mente acuta e saggia.
Rino guarda la televisione eppure non la sopporta, è un grande realista, che commenta con il pessimismo di un uomo ai margini della società; odia l’ipocrisia della televisione, odia che questa mostri mondi inesistenti ai ragazzi, rimpiange i capolavori del passato.
Si scaglia spesso contro le istituzioni e le ingiustizie in Italia, è premuroso con il figlio, non riesce a esprimere cosa prova per lui ma lo dimostra nella quotidianità, proteggendolo ma lasciandogli la sua autonomia e i suoi spazi, aiutandolo a diventare indipendente.
Rino è nazista, suo figlio pure, ma entrambi sono consapevoli della pericolosità di esprimere giudizi in riferimento al loro orientamento, o potrebbero essere separati.
Rino è molto protettivo tanto che, nonostante lui sia un grande fumatore, proibisce a Cristiano le sigarette, per far sì che non commetta il suo stesso errore e non si rovini.
L’ambiente in cui Rino e Cristiano Zena vivono potrebbe sembrare incivile, un luogo pessimo in cui crescere un figlio, sempre disordinato, sporco, stretto, eppure è qui che un ragazzo come Cristiano ha conosciuto veramente il padre, ha imparato ad amarlo e sopportare il suo carattere.
In questo romanzo vengono inserite scene di grande complessità morale, che se viste esteriormente verrebbero considerate frettolosamente negative, da condannare, assolutamente deplorevoli.
Facciamo caso ad esempio alla scena in cui Rino si sveglia e si ritrova nel letto una donna, nota una siringa, capisce ciò che lei ha fatto e la caccia di casa dopo averla picchiata violentemente.
Dovremmo considerare la reazione di Rino esagerata, ma questo suo comportamento è semi giustificato dal fatto che il suo scopo era proteggere Cristiano da una drogata. Qui si vede l’unione della pericolosità del padre Rino all’amore per il figlio, ciò che lui fa di cattivo in questa scena è in funzione, in realtà, di uno scopo positivo e difensivo.
Pensiamo invece a quando Rino ha incontrato Max Marchetta per il nuovo lavoro.
RispondiEliminaSe considerassimo la scena da fuori, senza vederne le motivazioni, allora sicuramente ci schiereremmo con Marchetta. Rino infatti, accecato dall’ira, lo sbatte al muro prendendolo per la gola, minacciandolo. Diventa più difficile esprimere un giudizio se consideriamo che Rino, il quale era stato dipendente del padre di Marchetta, aveva lavorato per molto tempo con quella ditta ed era in cerca di un lavoro; invece di chiamare lui però, il datore assolda degli extracomunitari e non si preoccupa di ciò che avrebbe potuto fare per Rino, amico del padre, con un figlio da mantenere.
Possiamo dunque condannare totalmente Rino Zena? Egli prova anche commozione nel vedere una vecchia foto del cantiere e, per rispetto del vecchio Marchetta decide di allontanarsi dal figlio lasciandolo quasi incolume.
Rino si sente offeso, tradito, e da questo punto di vista Max è un vile, un egoista.
Il personaggio di Cristiano è ancora un ragazzino, sta crescendo e come unico modello di vita ha il padre Rino. È un ragazzo innocente, non si merita la dura vita che ha, senza amici, non ha sogni per il futuro, senza una madre, cresciuto insieme ai due amici del padre e pronto a fare di tutto per dimostrare il suo valore, e rendere orgoglioso Rino.
Complessivamente potremmo dire che Cristiano è un ragazzino a cui è stato insegnato a fare del male, che si è ritrovato in situazioni difficili.
Possiamo dire questo perché Rino non contiene la violenza di fronte al figlio, anzi gliela insegna così che si possa difendere, non esistono mezze misure. Ci ricordiamo ad esempio quando Rino chiede a Cristiano di uccidere il cane, lui esegue perché sa che il padre ne sarà felice.
Ma pensiamo ad esempio alla scena in cui Cristiano viene picchiato da Tekken e poi si vendica colpendolo di soppiatto. Possiamo dire che Cristiano sia un ragazzo cattivo? Forse è solo stanco, non vede oltre il presente, ogni giorno osserva il padre che lotta per lui, un anticonformista nazista che però ha dei principi. In effetti non possiamo dire che Cristiano sia cattivo, ad un certo punto si ferma, osserva Tekken, e si rende conto di quello che gli avrebbe fatto se avesse continuato, la sua pietà lo frena.
Abbiamo seguito Cristiano durante la tempesta, nel bosco, dove trova il padre e il cadavere di Fabiana. Non conosce la verità, la ipotizza, è spaventato ma molto coraggioso.
Come dobbiamo considerare le sue azioni? È un criminale perché ha voluto occultare la morte della ragazza, e perché ha riportato il padre in casa e poi chiamato i soccorsi? Non proviamo disapprovazione o ribrezzo nei suoi confronti, perché sappiamo che ha fatto tutto questo per amore di Rino. Lui si condanna da solo, si sente un complice, ha paura che possa essere scoperto, ma non si pente di averlo fatto perché crede di proteggere il padre, ed è deciso a prendere tutta la colpa, dimostrando l’affetto che prova per lui.
Per quanto riguarda Quattro formaggi la valutazione è differente. All’inizio viene presentato come un uomo molto affezionato a Rino e Cristiano, condivide tutto con loro e sembra felice. Rino capisce però che questo non durerà a lungo, prima o poi Quattro formaggi farà qualcosa di inaspettato. Inizialmente sembra un uomo simpatico, timido e innocente, molto diverso da Rino, sempre pronto ad aiutare. Il giudizio cambia completamente durante la scena nel bosco con Fabiana, la sua ossessione per lei sfocia in violenza, e niente può ricondurla sotto una morale positiva.
RispondiEliminaDa questo momento Quattro formaggi ci appare macchiato, sporco, non possiamo giustificarlo, e nonostante sembri pentirsi di ciò che ha fatto, è imperdonabile. Ha ucciso una ragazzina, ha cercato di riversare la colpa su Rino, l’amico che quando erano piccoli lo aveva sostenuto, ed è pronto ad ucciderlo per proteggersi. Ha una mente contorta, che lo porta a credere che tutto ciò che fa sia legittimato da Dio.
La scena nel bosco è toccante, straziante; eppure viene contrastata dalla figura di Fabiana, che anche in una situazione così terribile cerca di aiutare Quattro formaggi. È stato veramente inaspettato, in una situazione così lei rimane la ragazzina dolce che è.
La violenza di quella notte è continuamente intervallata da momenti delicati, ricordi dell’infanzia di Fabiana, oppure desideri che intende realizzare. Il male dell’uomo e l’innocenza della ragazzina si uniscono in una scena che mette i brividi.
È strano come però Quattro formaggi sia partecipe di alcune situazioni commoventi, anche dopo aver ucciso, come ad esempio il momento in cui osserva la sorellina di Fabiana e la saluta piangendo, dove si rende conto dell’errore commesso. Non riusciamo a perdonarlo, ma immaginare la bambina, così ingenua, ci fa commuovere.
Se consideriamo Trecca e Ida, il loro amore non può non essere approvato anche dai lettori. Ammaniti non sembra dare grande importanza alla famiglia di lei, alla questione del tradimento, sembra invece sottolineare la naturalezza e la purezza di quell’amore che non può resistere a nulla, nemmeno ad un voto fatto a Dio.
Non ci sentiamo di condannare i due amanti, ma anzi li sosteniamo vedendoli così felici assieme. Nonostante al tradimento venga assegnato solitamente un valore negativo, lo stesso Ammaniti sembra avere a cuore i due.
Bene e male sono molto difficili da separare anche in una situazione che potrebbe essere considerata poco rilevante, ovvero nel rapporto tra Fabiana ed Esmeralda.
Le due migliori amiche hanno caratteri molto diversi.
Esmeralda insiste che Fabiana acquisti la sua indipendenza dai genitori, che si ribelli; la sprona, la sostiene, e la capisce sempre.
Fabiana però è una ragazza accorta, sa ragionare, ed ha capito che la compagnia dell’amica non è sempre positiva per lei.
Fabiana si rende conto che questo rapporto la sta rovinando, ma sa di avere bisogno di Esmeralda (l’unica che riesca a comprenderla veramente) nella sua vita. Spesso la rimprovera per i suoi modi bruschi, soprattutto in casa.
Le due amiche non sono però cattive, sono trascurate e sentono il bisogno di scappare e crescere velocemente.
Il romanzo si conclude con un episodio che ci porta a riflettere, e che è allo stesso tempo in contrasto con le scene crude e malvagie di cui abbiamo letto: il funerale di Fabiana.
Il padre della ragazzina, durante il discorso, si scaglia contro Dio, rassegnato, deluso dal fatto che il Signore non abbia salvato la sua bambina, come in fondo fa anche Danilo.
Ammaniti ci fa percepire che l’uomo non può trovare consolazione in Dio finché pensa di poterlo convincere a cambiare i suoi piani, ma non possiamo nemmeno illuderci che ciò che facciamo sia approvato da lui. Dio lascia che bene e male si mescolino nel mondo perché così è promesso agli uomini, lui osserva impassibile, il suo giudizio arriverà alla fine.
Quali sono però i valori che Ammaniti fa risaltare in questo romanzo? Tutti i personaggi, nessuno escluso, hanno dimostrato una certa fragilità emotiva, il loro dolore è legato quasi sempre a persone che facevano parte della loro intimità. Ricordiamo ad esempio Cristiano o Rino, abbandonati dalla moglie, Danilo lasciato da Teresa dopo la morte della figlia, Quattro formaggi che si sente giudicato da Rino, Danilo viene tradito dai compagni e piange.
RispondiEliminaIl valore più presente è senza dubbio l’importanza di una famiglia, l’amicizia, come quella tra Fabiana ed Esmeralda; l’amore di un padre verso un figlio o una figlia (si pensi a Rino e poi al padre di Fabiana durante il funerale).
Perseveranza, tenacia, convinzione, nonostante non sempre vengano utilizzate per fare il bene, nel romanzo raggiungono tutti i personaggi. Fabiana (nel bosco) resiste fino all’ultimo, trovando addirittura la forza per consolare il proprio assassino; Cristiano non si abbandona alla disperazione, ma agisce razionalmente; persino Quattro formaggi potrebbe essere esempio di grande forza.
Infine, Rino è pronto a sacrificarsi per i suoi amici, ma è troppo orgoglioso per ammetterlo.
Riesce però a dimostrarlo attraverso i fatti: aiuta Quattro formaggi raggiungendolo nel bosco, preoccupato per lui; è stato lui a occuparsi di Cristiano e a volerlo mantenere, nonostante sapesse che sarebbe stato difficile, non si è tirato indietro.
Non c’è paura, non c’è autocommiserazione.
In un contesto di disagi e degrado, Rino non è l’emblema del padre perfetto, ma di quello “umano” e coraggioso.
Possiamo provare compassione per Danilo, che non si è mai ripreso dalla morte della figlia.
Anche Quattro formaggi non è una figura totalmente negativa, è però confuso, ha perso l’orientamento a causa del troppo male che ha subito.
I personaggi di Ammaniti non sono quindi perfetti, ma “vivi”.
Il romanzo “Come Dio comanda”,scritto da Niccolò Ammaniti, è caratterizzato dal continuo rapporto tra bene e male. Esso dipende molto dal contesto in cui avvengono i determinati fatti, che ruotano attorno alle figure di Rino Zena, Cristiano Zena, Danilo Aprea e Corrado Rumitz. In questo libro, possiamo notare subito un evento che desta molto all’occhio del lettore: Rino, papà di Cristiano Zena, ordina al figlio di sparare al cane di un vicino di casa perché abbaiava troppo e gli dava fastidio. Un’azione del genere è considerata esagerata, ma può essere attenuata da una motivazione: quel cane apparteneva al direttore d’officina che licenziò ingiustamente Rino. Una decisione fatta senza esitazione, come quella di dare una pistola in mano al giovane figlio. Una pazzia, ma che fa intendere il rapporto di fiducia tra padre e figlio, che migliorerà man mano che si procede nella lettura del libro. Il contesto sociale in cui vivono Cristiano e Rino può aiutare a far capire perché si comportino in questo modo. Il padre è alcolizzato e disoccupato, senza moglie e con un figlio da gestire. Ha come amici due delinquenti che si organizzano per fare un colpo in una banca. Ma tutte le azioni che compiono devono essere interpretate. Ad esempio la scena della tragica morte di Fabiana Ponticelli, compagnia di scuola di Cristiano, deve essere motivata. Corrado Rumitz, detto Quattro Formaggi, aveva dei problemi mentali causati da atti di bullismo subiti da giovane e da una scarica elettrica che lo colpì in pieno. La scelta di uccidere la ragazza è accaduta non per volere suo, ma per colpa della stessa, che venne scambiata per un personaggio immaginario creato da lui e i suoi problemi. Collegato ad esso vi è la figura di Rino Zena, che quando vede la scena del delitto si mette a picchiare Quattro Formaggi per la brutalità di ciò che ha fatto, agendo per il bene dello stesso. Un’altra scena da segnare è quella in cui Danilo Aprea riunisce i suoi amici per discutere della rapina. Un’azione disperata, ma che fa comprendere la pessima situazione economica in cui vivevano, dunque viene visto come riscatto dalle ingiustizie di questo mondo. Danilo, difatti, cerca di recuperare soldi per aprire un negozio di lingerie, così da far ritornare a casa la moglie. Nonostante queste azioni negative, possiamo trovare valori positivi comuni a tutti i personaggi, come per esempio l'amicizia, la fiducia, la solidarietà e la rabbia contro l'ingiustizia del mondo e la povera condizione in cui si trovano. Il bene e il male s’intersecano in continui punti di vista secondo i quali ognuno agisce per il proprio bene, anche contro determinati codici etici. Le tesi di Sant’Agostino secondo cui l’uomo può scegliere male ma non può scegliere il male rispecchiano molto l’opera di Niccolò Ammaniti.
RispondiEliminaCazzaro Federico
Il romanzo scritto da Niccolò Ammaniti intitolato “Come Dio comanda” può essere considerato come rappresentazione del degrado umano e contemporaneamente come manifesto della profondità dell’amore padre-figlio.
RispondiEliminaIl romanzo appare molto complesso sia per le tematiche affrontate che per i valori che intende esprimere. Infatti molto spesso durante la narrazione la distinzione tra bene e male è molto sottile e poco chiara. Nel libro sono presenti molti episodi che possono prestarsi ad interpretazioni diverse, dal punto di vista morale, a seconda della prospettiva dalla quale i fatti vengono osservati. Significativa è la scena con cui si apre il racconto ovvero quando Rino obbliga il figlio Cristiano ad uccidere un cane che disturbava nella notte. Dal punto di vista dell’etica sociale questo atto è riprovevole, ma se analizzato in ottica personale in realtà in questa azione si ritrova l’idea contorta che Rino ha del senso di giustizia; si scopre infatti che il cane apparteneva al proprietario di una fabbrica nella quale egli aveva lavorato e dal quale era stato, a suo dire, ingiustamente licenziato. Già da questa scena introduttiva del romanzo viene anticipata la complessa distinzione tra bene e male che caratterizza la natura dell’uomo.
Nella narrazione è presente anche il complesso rapporto tra amore e brutalità riassunto nella scena in cui Rino obbliga il figlio a rompergli il naso. Rino è un uomo vizioso e trasandato che però “a modo suo” ha una morale sincera. L’unico punto fermo della sua vita è l’amore per il figlio a cui vuole insegnare il valore del coraggio per difendersi nella vita. Motivo per cui gli impone di rompergli il naso per far si che Cristiano tiri fuori tutto il suo coraggio. Ecco quindi che da una scena brutale emerge tutto l’amore che lega i due protagonisti.
RispondiEliminaI valori che caratterizzano il romanzo sono quello dell’amore tra padre e figlio talmente forte da far si che un ragazzino di appena tredici anni possa provare compassione per un padre facilmente condannabile, il quale a sua volta vede nel figlio il suo bene assoluto e la sua unica possibilità di riscatto; quello dell’amicizia che accomuna tutti i protagonisti nel degrado delle loro esistenze; e infine quello della libertà rinvenibile nell’episodio del tema in classe. A Cristiano viene affidata la stesura di un tema storico riguardante il nazismo; il ragazzo esprime il suo favore e la necessità di tale ideologia nella società odierna e questo perché era ciò che sentiva dire dal padre e dai suoi amici. Ma quando Rino viene a sapere del tema si arrabbiò molto con il figlio, che invece veniva difeso dagli amici di quest’ultimo, sostenendo che non doveva permettersi di ostentare apertamente la sua libertà di pensiero non conforme al sentire sociale. Per Rino la libertà è una prerogativa della ricchezza e del potere, chi è povero non può permettersi il lusso di essere libero.
Egli identifica la libertà della gente emarginata con la violenza emblematica, a tale proposito, è la scena in cui dice a Cristiano “ti mostro la mia libertà” ed estrae una pistola.
In conclusione questo romanzo, a prima lettura superficiale, raccoglie un ricco sistema di valori morali e sociali.
Nel libro “come Dio comanda” di Niccolò Ammaniti è molto presenta la contrapposizione tra bene e male. I protagonisti del racconto sono Cristiano, e quattro amici, Rino (suo padre), Danilo e l’amico Corrado chiamato anche quattro formaggi. Il romanzo inizia raccontando di come Rino, infastidito dagli abbai del cane del vicino (che oltretutto era del proprietario dell’azienda che licenziò il padre ingiustamente), sveglia Cristiano e gli comanda di ucciderlo; Il figlio senza esitazioni prende la pistola e spara alla bestia a sangue freddo. Questa azione, ci fa capire fin da subito come l’autore ci voglia far prendere parte a questo libro, costringendoci a riflettere sul rapporto tra bene e male costantemente narrato in quest’opera. La domanda nella nostra testa sorge spontanea: è giusto uccidere un cane solo perché abbaia? La risposta è ovvia: no. Eppure, Ammaniti ci racconta tutto questo magistralmente, ricordandoci che Cristiano uccide l’animale solo per voler far del bene al padre, facendo assumere a questo gesto un altro significato: la vita di un cane è più importante del benessere di una persona? Assolutamente no. Quindi, alla fine di tutto, si evince che il nostro ragionamento non può concludersi con una risposta effettiva, bensì lascia delle sfumature che ci invogliano a continuare il libro, per capire se Cristiano e Rino si possano effettivamente definire cattivi, oppure se ci sia dell’altro.
RispondiEliminaLa figura di Rino nel libro è rappresenta molto spesso da brutalità e violenza (come testimoniato dall’episodio dove il padre chiede a suo figlio di rompergli il naso). Questo personaggio ci appare come forte, rozzo, testardo, caratteristiche inadatte per accudire un figlio. Cristiano però, gli vuole bene a suo padre, si capisce come nonostante tutto il rapporto padre figlio è sincero, facendoci sottintendere che nella realtà Rino ha un buon animo, come evidenziato dal suo tentativo (non andato a buon fine) di punire l’omicidio compiuto da quattro formaggi, anteponendo il buon codice etico rispetto all’amicizia. Questo avvenimento ci fa anche comprendere al meglio la figura di quattro formaggi.
Tommaso Deppieri, parte 1
Corrado è costantemente descritto come una persona buona, e difatti lo era, anche se possedeva problemi mentali. Era sicuramente l’amico più buono della compagnia, e non ha mai fatto nulla di avventato o violento per tutto lo svolgimento del libro fino ad arrivare al suo gesto omicida. Tra i comportamenti di quattro formaggi erano evidenti la bontà, la generosità, l’ambiguità, e la sua superficialità, ma altrettanto evidente era l’ossessione sviluppata verso Ramona. Corrado si stava dirigendo verso casa quando, per volere della sorte, incontra per strada fabiana (di fattezze simile a Ramona) ed inizia a inseguirla. Finge un incidente, la ragazza si precipita in suo aiuto, ma dopo un tentato stupro da parte di quattro formaggi, in preda alla disperazione la uccide. La scrittura del libro però è tale da far ricadere le colpe di ciò a Fabiana, la quale non si è prestata a dovere a Corrado e lui, quasi obbligato, piangendo nel mentre, le scaglia un mattone sul volto. Questo atto estremo è in contrapposizione evidente con i comportamenti tenuti prima dal personaggio, in modo tale da far cambiare la nostra idea su di lui in poche pagine. Da questo avvenimento in poi l’immagine di quattro formaggi si deteriora, e ci fa capire e comprendere come dall’ossessione per una donna, un uomo si è rovinato, anche se giustificato dal “volere divino”. Alla fine del racconto quattro formaggi tenta il suicidio anche se non con la visione della redenzione, ma caratterizzato dalla situazione di impotenza in cui si trovava, non rendono chiara l’idea se fosse un gesto fittizio o provato davvero. L’autore quindi, per descrivere il conflitto morale tra bene e male, evidenzia anche le situazioni in cui i personaggi si trovano, giustificando in qualche modo anche i gesti più violenti e brutali come quello compiuto da quattro formaggi, sotto le scusanti di povertà o instabilità mentale. Nel libro di Ammaniti, quindi, non è chiara la sua idea di bene e male, lui lascia che siano i lettori stessi a deciderlo, fornendo però una precisione assoluta nel descrivere le varie situazioni. La finalità di questo romanzo è quella di poter fare immergere il lettore in tutto e per tutto nelle vicende raccontate, rendendo le possibili interpretazioni del libro uniche e personali. Se quest’opera si potesse descrivere con una frase, dovremmo utilizzare “il fine giustifica i mezzi”:
RispondiEliminaogni singola azione è compiuta in atto di qualcos’altro, andando sempre a giustificarla. Un cane morto sotto i colpi della disonestà del suo padrone e l’arroganza di Rino. Una ragazzina uccisa per colpa del caso e da un uomo con un’ossessione per una ragazza immaginaria. Un ex marito che è disposto a rapinare un bancomat pur di riconquistare la ex moglie. Un consulente finanziario che pur di avere la donna dei suoi sogni è disposto a rubarla al suo più caro amico. Un figlio che è costretto a vivere povertà e disagio sulla sua pelle, venendo bullizzato e non capito da nessuno, anteponendo il bene di suo padre a tutto. Questo è “come dio comanda”. Un eterno conflitto tra le virtù che viviamo e possediamo tutti i giorni. Questo libro ci fa riflettere sull’idea di bene e male, facendoci cambiare prospettiva anche nella vita reale. È questo che rende la lettura di questo romanzo, oltre che dinamica, piacevole e profonda, un possibile specchio della vita quotidiana, rendendo il rapporto con questo libro prettamente personale e intimo.
Tommaso Deppieri, parte 2
Il romanzo “Come dio comanda” di Niccolò Ammaniti è uno di quei romanzi che non si leggono per rilassarsi. La tensione al suo interno è molto forte e coinvolge tanto le vicende dei protagonisti quanto il lettore stesso che pur cercando di scusare le azioni dei personaggi, non solo non ci riesce ma si ricrede anche sulla propria concezione di bene e male. Dico questo per descrivere ciò che è successo a me che, avendo più o meno l’età di Cristiano Zena, mi sono talmente calato nel personaggio da non sapere più se le sue azioni, in alcuni casi sicuramente sbagliate, fossero semplicemente punibili oppure andassero capite. Questo mette in luce che all’interno del romanzo ci sono sicuramente dei valori fondanti che rendono i protagonisti degli eroi sfortunati dei nostri tempi. Essi sono: la famiglia, ricercata come un faro da Danilo anche a costo di compiere azioni illecite, da Cristiano, che per difendere il padre cerca di coprire un assassinio; l’amicizia che intercorre tra Esmeralda e Fabiana, che ricalca la grande amicizia che lega gli adolescenti, e quella più adulta del padre verso Quattro Formaggi; la fiducia che lega il figlio al padre e il padre con i suoi amici, tutte queste qualità sono sicuramente i valori positivi che il testo ci propone. A questi aspetti il lettore si avvicina con sospetto perché il linguaggio usato è crudo e le descrizioni delle azioni violente così precise che non si capisce come ritrovare positività tra tanta violenza. Eppure i personaggi vivono continuamente in questa contrapposizione tra bene e male, tra sentimenti positivi e rabbia, tra amore e odio, tra giustizia e atto criminoso. Il carattere che più mi è rimasto impresso proprio per questa complessità morale è quello del padre: Rino Zena, un uomo irresponsabile nei confronti di se stesso che però educa il figlio alla responsabilità; credente nei valori cristiani ma nello stesso tempo bestemmiatore, buono ma attratto da ideali politici violenti; padre amorevole ma nello stesso tempo estremamente duro che in certi momenti sembra il figlio di suo figlio. E’ in questa sua debolezza coperta di forza il tratto più interessante di questo personaggio che viene scusato dal lettore anche per le condizioni degradate e tragiche nelle quali si ritrova a vivere. Per quanto riguarda le scene in cui si può ritrovare questo rapporto fra positivo e negativo mi è rimasta in mente quella in cui Cristiano, pensando che sia stato il padre ad uccidere Fabiana, carica il cadavere dell’amica su una carriola e poi lo trascina nelle acque del fiume avvolto nel cellophane sperando che lo portasse via la corrente. In questa scena l’azione macabra non desta rabbia in chi legge ma tristezza e compassione perché davanti ai suoi occhi c’è un ragazzino a cui è stata tolta l’infanzia e pur facendo un’azione orribile la compie per il grande amore che prova per suo padre. La scena invece che mi ha più fatto pensare è stata quella in cui Danilo, nel tentativo di recuperare l’amore della moglie, progetta di fare una rapina. Danilo è convinto che di fronte ai soldi la moglie lo avrebbe amato di nuovo e già questo fa un po’ sorridere e un po’ pensare alla pochezza dei sentimenti, ma nel fare questo coinvolge anche gli amici e questo determinerà la fine del loro legame. Di fronte quindi alla tragedia della morte della figlia e al problema del suo alcolismo lui crede che l’unica soluzione sia rapinare un bancomat. Ho trovato questa scena un misto di disperazione e comicità perché ricorda varie trame di film in cui degli amici si accordano per fare qualche rapina per poi essere scoperti ma il sorriso si spegne per le ragioni e la drammaticità della situazione che i personaggi vivono. E’ un libro che mi ha appassionato e che ho sentito molto vicino per la tipologia di scrittura e il linguaggio utilizzato, ma ringrazio Dio di non aver mai vissuto situazioni così degradate come purtroppo molti ragazzi, come Cristiano, vivono.
RispondiElimina- Berto Filippo
EliminaIl romanzo scritto da Niccolò Ammaniti intitolato “Come Dio comanda” può essere considerato come rappresentazione del degrado umano e contemporaneamente come manifesto della profondità dell’amore padre-figlio.
RispondiEliminaIl romanzo appare molto complesso sia per le tematiche affrontate che per i valori che intende esprimere. Infatti molto spesso durante la narrazione la distinzione tra bene e male è molto sottile e poco chiara. Nel libro sono presenti molti episodi che possono prestarsi ad interpretazioni diverse, dal punto di vista morale, a seconda della prospettiva dalla quale i fatti vengono osservati. Significativa è la scena con cui si apre il racconto ovvero quando Rino obbliga il figlio Cristiano ad uccidere un cane che disturbava nella notte. Dal punto di vista dell’etica sociale questo atto è riprovevole, ma se analizzato in ottica personale in realtà in questa azione si ritrova l’idea contorta che Rino ha del senso di giustizia; si scopre infatti che il cane apparteneva al proprietario di una fabbrica nella quale egli aveva lavorato e dal quale era stato, a suo dire, ingiustamente licenziato. Già da questa scena introduttiva del romanzo viene anticipata la complessa distinzione tra bene e male che caratterizza la natura dell’uomo.
Roncato Noemi, parte 1
Nella narrazione è presente anche il complesso rapporto tra amore e brutalità riassunto nella scena in cui Rino obbliga il figlio a rompergli il naso. Rino è un uomo vizioso e trasandato che però “a modo suo” ha una morale sincera. L’unico punto fermo della sua vita è l’amore per il figlio a cui vuole insegnare il valore del coraggio per difendersi nella vita. Motivo per cui gli impone di rompergli il naso per far si che Cristiano tiri fuori tutto il suo coraggio. Ecco quindi che da una scena brutale emerge tutto l’amore che lega i due protagonisti.
RispondiEliminaI valori che caratterizzano il romanzo sono quello dell’amore tra padre e figlio talmente forte da far si che un ragazzino di appena tredici anni possa provare compassione per un padre facilmente condannabile, il quale a sua volta vede nel figlio il suo bene assoluto e la sua unica possibilità di riscatto; quello dell’amicizia che accomuna tutti i protagonisti nel degrado delle loro esistenze; e infine quello della libertà rinvenibile nell’episodio del tema in classe. A Cristiano viene affidata la stesura di un tema storico riguardante il nazismo; il ragazzo esprime il suo favore e la necessità di tale ideologia nella società odierna e questo perché era ciò che sentiva dire dal padre e dai suoi amici. Ma quando Rino viene a sapere del tema si arrabbiò molto con il figlio, che invece veniva difeso dagli amici di quest’ultimo, sostenendo che non doveva permettersi di ostentare apertamente la sua libertà di pensiero non conforme al sentire sociale. Per Rino la libertà è una prerogativa della ricchezza e del potere, chi è povero non può permettersi il lusso di essere libero.
Egli identifica la libertà della gente emarginata con la violenza emblematica, a tale proposito, è la scena in cui dice a Cristiano “ti mostro la mia libertà” ed estrae una pistola.
In conclusione questo romanzo, a prima lettura superficiale, raccoglie un ricco sistema di valori morali e sociali.
Roncato Noemi, parte 3
Il libro di Ammaniti è incentrato sul rapporto tra bene e male. Attraverso gli occhi dei protagonisti possiamo vedere il mondo in modo diverso. All’inizio si rimane sconcertati dall’apparente crudeltà e insensatezza dei personaggi. Nel corso del romanzo si può capire come le loro storie siano segnate da continui scambi tra bene e male, che li rendo personaggi complessi ma più semplici, una volta compreso il loro punto di vista, da capire e il lettore inizia a empatizzare con loro. Ad esempio Danilo, apparentemente è un uomo alcolizzato che vuole svoltare la sua vita con un furto al bancomat. In realtà vuole riconquistare l’ex moglie, che lo ha lasciato dopo la prematura morte della figlia.
RispondiEliminaAnche Quattro Formaggi suscita empatia, ma in modo diverso rispetto agli personaggi. Egli infatti è sempre stato bullizzato perché ha problemi mentali, e per questo vive in un mondo proprio, grazie al quale riesce a giustificarsi per il brutale stupro e poi la morte nei confronti di Fabiana. Qui si inizia a vedere il personaggio nella sua parte più oscura, e non si può certo assolverlo da tutti i suoi peccati solo per l’empatia costruita col lettore attraverso la sua storia, che è certamente triste, ma non lo scusa.
La figura di Dio sembra dal titolo essere fondamentale per la storia. Inizialmente però assente o negativa, ma successivamente si capisce che non solo che è presente, ma persino positiva, influenzando anche i personaggi. Un esempio è il momento in cui Rino nonostante l’attacco di cuore, e l’ictus che lo segue, riesce a chiamare il figlio, che lo salva. Successivamente riuscirà a risvegliarsi dal coma, nonostante le sue pessime condizioni. Oppure quando Quattro Formaggi arriva alla conclusione che tutto quello che ha fatto ed è successo sia la volontà di Dio, anche se può sembrare apparentemente negativa.
I personaggi hanno uno stretto legame, non solo per quanto riguarda i loro rapporti, ma anche per i valori come amicizia e la lotta contro l'ingiustizia. Condividono anche sentimenti molto forti come la rabbia verso una situazione di degrado in un mondo ingiusto, che non capisce fino in fondo le loro motivazioni, e che non li aiuta di certo a risollevarsi dalle difficili situazioni in cui si trovano.
Irene Furlanetto.
È una delle verità più dure da accettare ma non tutto nella vita è bianco o nero. Siamo circondati da sfumature, colori che rendono difficile circoscrivere la realtà. Questa complessità, di cui è caratterizzata la nostra quotidianità, trova una descrizione più che accurata nel romanzo di Niccolò Ammaniti “Come Dio comanda”.
RispondiEliminaOgni personaggio della vicenda viene presentato in tutte le sue debolezze e virtù. L’autore non fornisce mai una visione semplificata della realtà ma crea i protagonisti su vari piani, stratificandolo così le loro peculiarità.
Rino Zena, padre di Cristiano, viene inizialmente descritto dall’autore come un uomo dalle molteplici difficoltà economico-sociali. La sua mentalità chiusa, trasmessa poi anche al figlio, rappresenta uno dei limiti che questo protagonista ha nei confronti della realtà. Lo stile di vita di Rino caratterizzato da ubriachezza, disordine, violenza non risulta l’ambiente ideale in cui far crescere un ragazzo. Ma l’amore che quest’uomo ha per suo figlio traspare in più momenti del racconto: la paura dell’assistente sociale, il terrore che il tentativo di rapina possa andare storto ad esempio si traducono nel timore di perdere Cristiano e la fatica di crescere un bambino da solo porta valore alla figura di Rino come padre. Inoltre la lealtà che Rino prova nei confronti di Danilo e Quattro Formaggi eleva quella che è la sua persona. È stato il primo a difendere Quattro Formaggi durante gli atti di bullismo, aiutando così la figura che il quel contesto risultava più debole.
Cristiano Zena cresciuto in un ambiente difficile, dove disordine e violenza regnano sovrani, sembra l’unico personaggio che il lettore riesce a giustificare fin dall’inizio del romanzo. Il suo essere abituato a determinati contesti di cattiveria e non avere contatti con altri ragazzi della sua età, lo costringono all’emarginazione sociale che non gli permette di sviluppare un idea propria della vita. Ciò che evidenzia maggiormente il racconto è il legame padre-figlio, che non è perfetto ma certamente umano. Cristiano ad esempio credendo il padre colpevole dell’omicidio di Fabiana fa il possibile per occultare ciò che è successo, indubbiamente andando contro ogni principio etico ma elevando quella che è la relazione con il Rino.
Danilo Aprea è un personaggio dalla forte instabilità emotiva. Successivamente alla morte della figlia e al divorzio con la moglie, inizia quello che è un progressivo allontanamento dalla realtà. L’oggetto del suo piacere, il bere, diventerà poi motivo della sua morte. Come lettrice però non mi sento in grado di criticare quest’uomo per le scelte che compie per elaborare il dolore. La sofferenza che Danilo stava affrontando, derivata anche dal fatto che lui stesso potrebbe essere stata causa della morte della figlia, è inimmaginabile.
Quattro Formaggi è uno dei pochi personaggi all’interno del romanzo che nonostante le sue difficoltà personali, non mi sento di giustificare in alcun modo. La sua gioventù è caratterizzata da un brutto incidente che lo porterà in seguito a subire atti di bullismo. Ma quando diventa protagonista della situazione che cambierà poi quelle che sono le sorti del libro, la visione del lettore cambia radicalmente. La brutalità con cui stupra e uccide Fabiana Ponticelli è inumana e non giustificabile in alcun modo. Non solo questo, anche il fatto che egli volesse scaricare le colpe dell’omicidio sull’amico di una vita, Rino, o che volesse ucciderlo nel momento più fragile per lui, il coma. Non è possibile difendere quest’uomo per il gesto che ha fatto e per i pensieri che ha avuto, a noi noti grazie all’autore.
-Camilla Laner (continua)
I valori che innalza questo romanzo sono soprattutto quelli della famiglia, che nelle sue imperfezione resta l’unico luogo in cui Reno e Cristiano si sentono capiti e sicuri e quello dell’amicizia. Sebbene questo non sia stato portato avanti da tutti i personaggi (Quattro Formaggi) il romanzo racconta comunque di un solido legame tra tre uomini che dalla vita non è stato regalato nulla che dalle difficoltà personali hanno pace solamente quando si ritrovano assieme.
EliminaQuesto libro non è stato per me una lettura scorrevole e sempre apprezzata. Il non saper definire ciò che è buono e ciò che risulta invece cattivo è stato straziante. Spesso, anche ingenuamente, mi aspetto dalla lettura quello che non posso ritrovare nella mia realtà ed essendo circondata da sfumature di comportamenti, non sempre identificabili come giusti o sbagliati, saper categorizzare un personaggio come buono o cattivo idealizza una realtà letteraria. Niccolò Ammaniti ha raccontato la vita per quella che è, non dando al lettore una quotidianità ricamata ma puramente umana, e per quanto sia stato straziante solo a libro finito ho potuto apprezzarlo.
-Camilla Laner
Nel romanzo di Niccolò Ammanniti "Come Dio comanda" sono presenti molti elementi contrastanti, azioni eticamente sbagliate hanno quasi sempre una giustificazione valida per essere fatte.
RispondiEliminaUna situazione che mi viene in mente quando penso al contrasto tra il bene e il male è quando Cristiano, mandato dal padre, uccide un cane che infastidiva parecchio con il suo abbaio. È un'azione che chiunque considera malvagia ma nel romanzo viene fatta trasparire come azione benevola in quanto il cane era del direttore dell'azienda che aveva ingiustamente licenziato Rino, il padre di Cristiano. Quindi appare tutto giustificato, come se fosse "occhio per occhio, dente per dente".
La figura che assume Rino è anch'essa contrastante in varie occasioni. Per esempio quando insegna al figlio come fare a botte, con la giustificazione che gli possa servire per proteggersi in futuro, in caso di necessità.
Rino è un uomo che ha due lati: il primo è quello di un genitore non attento a crescere il figlio nel migliore dei modi in quanto alcolizzato e residente in una casa descritta come sporca, sempre disordinata e limitata negli spazi, insomma non l'ambiente per crescere un bambino; il secondo lato che traspare è quello di un padre protettivo, che tiene alla sicurezza del figlio, tanto che gli insegna la violenza per potersi difendere.
Un altro personaggio presente nel romanzo che ha una giustificazione ad ogni azione è Quattro Formaggi. Egli uccide Fabiana Ponticelli ma pensa di essersi comportato nel modo giusto in quanto secondo lui, tutto ciò che fa è per volere del destino e di Dio.
Danilo si abbandona all'alcolismo dopo la tragica morte della figlia, di cui lui è la causa.
Questo romanzo è un continuo susseguirsi di bene e male, fortuna e sfortuna. Racconta di persone grettamente legate tra loro da legami particolari.
Quello che mi porto via dopo la lettura da questo libro è un significato molto profondo: dietro alle azioni negative di ogni persona c'è una motivazione che, da qualche prospettiva, è positiva. Quindi, sta ad ognuno di noi cercare di capire le azioni di chi ci sta vicino.
Rosa Cervi
Nel romanzo “Come Dio Comanda” di Niccolò Ammaniti si può notare la contrapposizione tra il bene ed il male che rende i personaggi e le situazioni con sfaccettature sempre diverse. Le condizioni di vita in cui riversano i protagonisti del racconto sono miserabili e non mancano i problemi legati all’ebbrezza o alla violenza. Da questo difficile contesto nascono delle situazioni al limite dell’immaginabile che vengono descritte dall’autore senza alcuna censura permettendo al lettore di immedesimarsi nel racconto. La difficile vita di Rino, Cristiano, Quattro Formaggi e Danilo può talvolta sembrare una giustificazione morale alle scelte che i personaggi faranno nel corso del romanzo. Se infatti si considerano, ad esempio, le difficili sfaccettature del passato di Danilo sarà poi diverso etichettarlo come personaggio e identificare la natura dei suoi gesti. Il divario tra il bene ed il male scaturisce nelle situazioni che alimentano il romanzo, ad esempio durante le ispezioni dell’assistente sociale Trecca Rino in particolare tende a mentire su quella che è l’aria che si respira in casa Zena, facendo così occulta la difficile vita che lui e suo figlio Cristiano stanno affrontando con lo scopo però di tenere la custodia del figlio che sembra essere la cosa più importante e preziosa che ha.
RispondiEliminaQuattro Formaggi è forse il personaggio più spinoso da affrontare dato che è affetto da turbe mentali; da questo presupposto non possiamo però scindere il fatto che abbia ucciso un’adolescente indifesa dopo averla violentata crudelmente. Non mi pare però giusto perdonare il suo omicidio poiché rimane un gesto ben oltre il limite umano. Il suo tentativo di togliersi la vita è un gesto dettato dal turbamento interiore dell’assassino che però non ridarà alla famiglia di Fabiana ed alla ragazza stessa la sua vita.
Rino è un padre che ha perso la sua amata e che continua a soffrirne la mancanza. Nonostante ciò l’uomo riesce a dispensare il suo amore verso i suoi amici e, in particolare, a suo figlio. Il rapporto speciale che ha con Cristiano lega i due che sembrano sorreggersi l’un l’altro in una difficilissima situazione familiare. Entrambi sono disposti a dare tutto per la felicità dell’altro. Talvolta Rino non si sente all’altezza del ruolo paterno che dovrebbe avere e per questo assume determinati comportamenti nei confronti del figlio; ad esempio gli insegnerà a maneggiare le armi in modo tale da proteggere Cristiano stesso quando si troverà in situazioni di difficoltà. Cristiano è un ragazzo sveglio ma che subisce la sua difficile situazione economica. Talvolta viene accecato dagli istinti e dalla rabbia, dimostrandosi figlio di suo padre, e opera senza ragionare. Quando sfascia la moto di Tekken agisce in maniera impulsiva e dunque negativa, tuttavia questo suo comportamento è dettato da una profonda gelosia del rapporto tra Tekken stesso ed Esmeralda. Da questo punto di vista possiamo vedere il giovane come indifeso e, forse, ancora vittima della sua condizione economica che lo vede costretto a ridimensionare i suoi sogni. Anche Cristiano con le sue azioni nel romanzo è un simbolo del labile rapporto tra bene e male; infatti credendo che fosse stato il padre ad uccidere Fabiana decide di occultarne il cadavere. Notiamo infatti come l’amore per il padre riesca a rendere la scena toccante facendo quasi dimenticare al lettore ciò che era realmente successo.
Ivan Trevisan
Danilo è caduto nel circolo vizioso dell’alcol che sarà, tra l’altro, causa della sua morte. Dopo una disattenzione avvenuta anni prima che costò la vita alla sua bambina Danilo non è più la stessa persona.
RispondiEliminaIl romanzo finisce dunque per evidenziare il vero carattere dei rapporti umani, in tutte le loro sfumature. Di particolare rilievo è il rapporto di amicizia che lega i protagonisti. Infatti tutti insieme decidono di organizzare un colpo ad una banca, rischiando il tutto per tutto, solamente per ottenere l’accesso ad una vita migliore o per magari riconquistare le donne perdute. Possiamo di conseguenza analizzare sia Danilo che Rino come due uomini oramai stremati dalla vita e che si riversano sull’alcol e su gesti sconsiderati pur di riottenere il rapporto con le donne amate.
In conclusione definirei i personaggi né come eroi né come mostri ma come uomini fragili, ricchi di difetti e che vengono rappresentati da Ammaniti in maniera cruda ma sempre squisitamente reale.
Ivan Trevisan
Il libro "come Dio comanda" è caratterizzato da un particolare rapporto tra bene e male. È possibile trovare entrambi questi elementi in numerose scene, atteggiamenti e personaggi della vicenda. Anche se sembra difficile è possibile attribuire diversi significati cambiando l'angolazione con cui si guarda il libro. Questo è possibile grazie alla contrapposizione di azioni, da noi considerate anormali e immorali, con la nostra empatia e la nostra interpretazione.
RispondiEliminaUn esempio concreto lo troviamo nella figura di Rino, il padre della vicenda, che appare immediatamente come un esempio sbagliato per suo figlio Cristaino. Nel corso della vicenda dimostra grande immaturità e appare molto diseducativo, è manesco e torna spesso a casa ubriaco dal figlio. Allo stesso tempo però, dimostra una grande fedeltà per gli amici Quattro Formaggi e Danilo oltreché un grande amore per il figlio. Con l'avanzare del racconto i suoi bruschi atteggiamenti vengono giustificati agli occhi del lettore per le sue grandi sfortune. Rino infatti vive solo con suo figlio in condizioni precarie, é senza lavoro, in quanto è stato licenziato ingiustamente, e prova da sempre un profondo odio nei confronti dello stato che non lo aiuta nonostante le sue difficoltà , non ha molti amici e non è ben visto dalle altre persone. Appare inoltre molto duro con il piccolo Cristiano, che tratta come un ragazzo molto più grande di quanto in realtà sia, con la benevole intenzione di preparandolo alla vita difficile che dovrà affrontare in futuro, insegnandoli ad esempio a fare a botte. Nonostante questo particolare rapporto padre-figlio, Ammaniti lascia trasparire quanto Rino ci tenga al figlio e quanto si impegni, anche se non con grandi risultati, a non lasciare che Cristiano venga preso dai servizi sociali.
Quattro Formaggi è un altro personaggio della vicenda, afflitto da problemi mentali causati da un incidente sul lavoro. È abbandonato a sé stesso dallo stato e i suoi unici amici sono Rino e Cristiano che cercano di aiutarlo e sostenerlo. A causa dei suoi problemi, ha una strana visione del mondo, si sente infatti spinto ad agire da una volontà divina, che lui ritiene giusta e benevole. Proprio questa sua anomala caratteristica lo porta a compiere l'omicidio di Fabiana Ponticelli e al tentato suicidio. Anche nel caso di Quattro Formaggi è possibile individuare la contrapposizione tra bene male; anche se le sue azioni hanno poco di bene, attraverso l'empatia e la considerazione delle sue sfortune, è possibile per il lettore riuscire a giustificare i suoi comportamenti.
Personalmente penso che Amaretti abbia composto un ottimo libro. La contrapposizione tra bene e male, ed amore e odio, da una forte libertà di interpretazione al lettore, lasciando a noi il giudizio sui personaggi, alimentando le emozioni che il libro trasmette. È molto interessante come durante l'avanzamento della lettura della storia, il pensiero del lettore possa ragionare su argomenti già precedentemente letti, cambiando più volte la visione di tutta la narrazione. Questo alimenta la voglia di continuare a leggere e la sensazione di partecipare alla storia stessa.
Zanchi Gianluca
Come Dio comanda è un romanzo scritto da Niccolò Ammaniti e pubblicato nel 2006.
RispondiEliminaLa vicenda è ambientata a Varrano, un paese altamente industrializzato dove i campi e i boschi si alternano ai capannoni, in un periodo di tempo di 6 giorni.
I protagonisti del racconto sono Rino e Cristiano. Rino ha trentasei anni e a causa del suo aspetto sembra essere violento e malvagio, è un uomo che ama suo figlio e cerca in tutti i modi di lottare per restare insieme a quest’ultimo. Cristiano è un ragazzino di soli tredici anni che, nonostante a volte abbia paura del padre, sa che è l’unica persona su cui può contare, a volte sembra lui l’adulto della situazione, cerca infatti di rimediare ai problemi causati dal padre per far in modo che l’assistente sociale Beppe Trecca non lo porti via.
In questa vicenda il bene e il male sembrano inestricabilmente legati, la continua intersezione tra bene e male e la loro sovrapposizione fa si che tutto assuma un significato differente a seconda dell’angolazione visuale dalla quale si osserva.
L’intersezione tra il bene e il male all’interno del romanzo si può riscontrare in diverse scene e nei caratteri di alcuni personaggi. Nel prologo del romanzo, ad esempio, Rino chiede a Cristiano di uccidere il cane di Castardin, Cristiano, nonostante il freddo e l’ora tarda, obbedisce al padre e uccide il cane con il primo colpo di pistola. Questa scena rappresenta un incontro tra il bene e il male: un ragazzino di tredici anni non dovrebbe avere una pistola e tantomeno uccidere un cane, però, attraverso questa scena così brutale e crudele, prevale il sentimento di fiducia di Rino nei confronti del figlio e allo stesso tempo l’amore di Cristiano nei confronti del padre. Nonostante tutto Cristiano è felice perché sa che suo padre è orgoglioso e soddisfatto del fatto che lui c’è l’abbia fatta.
Avere una pistola? Pensare di avere una pistola ma soprattutto il fatto che Rino e Cristiano la usino viene giudicato in modo negativo, prevale il senso della criminalità; il lettore però è quasi portato a giustificare Rino, perché come lui stesso afferma, possedere quella pistola (44 magnum) rappresenta la sua libertà.
Il fatto che un padre punti la pistola sulla fronte di suo figlio? Impensabile, ma si può comprendere come Rino non abbia delle intenzioni negative e allo stesso tempo lo faccia solo per il bene di Cristiano, vuole farlo crescere, insegnargli a tenere sempre la guardia alta, vuole insegnargli a sopravvivere.
Nel corso della vicenda Rino decide di appoggiare il piano di Danilo, e insieme a lui e a Quattro Formaggi, pianifica di rubare un bancomat; un colpo fattibile per Rino, che molte volte si avventura nei territori della criminalità, Rino è spinto dal desiderio di avere quei soldi per garantire un futuro a Cristiano, ma allo stesso tempo c’è qualcosa che lo blocca e cioè la consapevolezza che se viene scoperto gli verrà portato via Cristiano. Anche in questa situazione è chiaro come sono i criminali che rubano i bancomat, ed è quindi un comportamento negativo, ma il motivo che lo porta a volerlo fare, anche se in minima parte, è positivo.
Giulia Marsili, parte 1
La sovrapposizione tra bene e male si può riscontrare nei personaggi di Rino e di Cristiano.
RispondiEliminaRino è disposto a tutto per Cristiano, fare addirittura un colpo per assicurargli un futuro, avventurarsi nei territori della criminalità, ma allo stesso tempo per amore del figlio si blocca e non oltrepassa mai il limite. Rino è il perfetto esempio di un personaggio dove il bene e il male si sovrappongono: Rino è un criminale, beve, ha una pistola, ma è fedele ai suoi amici e soprattutto lotta per far si che l’unica cosa bella nella sua vita, Cristiano, non gli venga portata via. Sotto questo punto di vista può essere visto come un eroe, alla fine è il bene nei confronti del figlio che sovrasta il male, anche se a volte è crudele è un sollievo sapere che alla fine si è svegliato dal coma.
Cristiano è un ragazzo timido, ma ha un carattere molto forte; si può percepire l’intersezione tra il bene e il male in quanto a causa dell’influenza e forse la pressione del padre è portato a tenere dei comportamenti negativi: uccidere un cane, scrivere un testo razzista, rovinare la moto e arrivare a picchiare Tekken, nascondere il corpo di Fabiana. Tutto questo però è mosso dal desiderio di voler rendere suo padre felice e orgoglioso, dalla volontà di salvare il suo rapporto con lui e di non voler essere separato da quest’ultimo.
Uno degli aspetti più importanti di questo romanzo che viene messo in risalto da Niccolò Ammaniti è il rapporto tra padre e figlio, un rapporto che si mantiene vivo e costante per tutto il corso della vicenda, è rassicurante sapere che nonostante il tipo di vita condotto da Rino e Cristiano ci sono sempre e sono disposti a tutto l’uno per l’altro. Rino cerca un lavoro per assicurarsi un futuro con il figlio; Cristiano nasconde tutte le prove che potevano collegare il padre all’omicidio di Fabiana.
I valori che il romanzo ci offre come i più importanti sono l’amore e la famiglia, due valori che vengono messi particolarmente in risalto durante tutto il racconto da Rino e Cristiano, due valori che si contrappongono alla brutalità di alcune scene, anche nell’ambito famigliare. Il coraggio, l’innocenza e la libertà sono altri valori presenti all’interno del testo. Il valore più importante di tutti è quello della famiglia e dell’amore nei confronti della famiglia, è proprio per questi valori infatti che i protagonisti non ci appaiono nell’ombra sinistra dei mostri ma nella luce degli eroi. La loro lotta, la loro voglia di essere uniti e di non separarsi, il prendersi cura a vicenda l’uno dell’altro ci fanno sembrare Rino e Cristiano due eroi.
La continua sovrapposizione tra bene e male porta il lettore a chiedersi cosa sia realmente il bene e cosa sia realmente il male: tutti hanno una loro concezione del bene e del male, ma confrontati a questo romanzo ciò che nella vita di tutti i giorni può sembrare sbagliato qui sembra giusto.
In fondo è proprio questo che devono fare i libri; no? Far riflettere il lettore, fargli mettere in discussione le proprie opinioni, farlo immedesimare nella vicenda o raccontarli aspetti della vita che ancora non conosce.
Giulia Marsili, parte 2
Come Dio comanda Nicola ammaniti
RispondiEliminaIl romanzo dello scrittore Romano Nicola Ammaniti è una romanzo pieno di controversie, tutte focalizzate sulla contrapposizione del bene e del male dei personaggi e dalle scene che vivono.
Al primo posto troviamo l’amore e l’odio. Questi sentimenti sono individuabili sopratutto nel personaggio di Cristiano, figlio di Rino che in diverse situazioni si trova a decidere se odiare oppure amare suo padre. Rino è un uomo trasandato e violento, ha cresciuto un figlio da solo alla meno peggio e condiziona il figlio in ogni cosa che fa. Non si prende cura della casa, non ha un lavoro e non si comporta come un genitore normale, ma è evidente l’immenso amore che prova per il figlio.
Nelle prima pagine del libro si riscontra immediatamente il fattore del bene e del male: Rino, ubriaco e assonnato,obbliga il figlio a uccidere il cane che continua ad abbaiare durante una notte fredda e nevosa. Cristiano si sente in dovere di afferrare la pistola consegnata da padre e di sparare al cane, urlando la frase “Ti odio papà, perché mi fai questo?”. Solo in un secondo momento capisce che l’uccisione del cane è soltanto un fattore di rivincita verso il proprietario dell’animale che qualche anno prima licenziò Rino.
Un altra scenda da me individuata a quella del tema di classe di Cristiano riguardante il nazismo e Hiltler; Cristiano scrive ciò che il padre, durante tutta la sua vita, gli ha insegnato solo che dopo averlo riletto si rende conto che non è un tema consono alla consegna e perciò se lo mette in tasca e lo porta al padre da leggere. Rino però si arrabbia con Cristiano, fino al tal punto di minacciarlo e alzandogli la voce. In un secondo momento confessa al figlio che ha avuto quella reazione perché se avesse consegnato quel tema gli assistenti sociale sarebbero andati a prenderlo e a separarlo da lui.
Fondamentale è il fatto dell’omicidio di Fabiana, compagna di classe di Cristiano, che viene uccisa e stuprata da Quattro Formaggi. Il ragazzino crede che sia stato il padre a ucciderla e prova un odio fino a quel momento mai provato, ma nonostante ciò cerca di coprire l’omicidio mentre Rino è in coma.
Da questi numerosi episodi di capisce che tra padre e figlio c’è un legate fortissimo incentrato sulla paura di venire separati. L’amore reciproco che provano e l’immensità del loro cuore vuoto è più forte dei momenti di odio. Non c’è mezzo che posso separare un padre da un figlio.
I valori riconoscibili nel romanzo Potrebbero essere quelli della famiglia oppure quello dell’amicizia, ma a mio avviso il valore più rilevante è quello del sentimento e dell’introspezione. I personaggi non so liberano mai del loro passato e ne riscontrano le conseguenze nel presente e probabilmente anche nel futuro. I sentimenti descritti dall’autore permettono al lettore di immergersi nei personaggi controversi e di comprendere le loro “doppie vite” che caratterizzano il romanzo.
Il romanzo di Ammaniti intitolato "Come Dio comanda" è sicuramente incentrato sul valore del bene e del male, legati sempre da un rapporto ambiguo. Questo intreccio tra i due valori è di difficile comprensione è sottile, fragile, comprensibile solo attraverso la conoscenza "vera" dei fatti. E' proprio su questo sottile legame che Ammaniti si concentra rendendo questo libro scorrevole, da leggere senza pause, per arrivare veloci alla fine. A prima vista semplice ma in realtà ricco di situazioni, avvenimenti che si spostano velocemente da una parte all'altra di una linea sottile che divide appunto il male ed il bene. Tutti gli avvenimenti che danno vita alla storia sono interpretabili, hanno due punti di vista e, appunto, se a prima vista ci appaiono chiaramente schierati verso il "male" nel corso della vicenda piano piano lasciano spazio al "bene". I personaggi principali di questo racconto sono Rino e Cristiano Zena, padre e figlio. Il loro rapporto è speciale, l'uno vive e conta solo sull'altro anche se a prima vista può sembrare il contrario: Rino è una persona violenta, xenofoba e senza scrupoli che comanda e impone al figlio azioni impensabili per un ragazzo di soli tredici anni. Ad esempio lo incita ad andare ad uccidere un cane che abbaiava disturbando durante la notte, Cristiano ammazza il cane senza esitazione. Il gesto è evidentemente gratuito e riprovevole fino al momento in cui si scopre che quel cane era del proprietario dell'azienda da cui era stato licenziato Rino. Ed ecco che all'improvviso sembra tutto ritornare al posto giusto secondo una certa logica di strada, un atto quasi di giustizia nei confronti di un torto. Rino tiene incredibilmente a suo figlio e cerca in tutti i modi di proteggerlo e di non farselo portare via dagli assistenti sociali. Da parte sua Cristiano, un ragazzo fragile e sensibile che a causa dell'ambiente in cui vive ha imparato a nascondere i sentimenti e le insicurezze, è profondamente legato al padre e ripone in lui ogni sua speranza e tutta la sua fiducia.
RispondiEliminaEdoardo Ton parte1
I protagonisti non sono però da soli, assieme a loro troviamo anche Quattro formaggi e Danilo Aprea, gli amici strambi di Rino e di Cristiano. Anche le loro avventure sono sempre al limite tra una situazione giusta ed un atto malvagio ed anche nel loro caso la verità è sempre interpretabile se legata strettamente al loro vissuto. Danilo Aprea è descritto come un alcolizzato che cerca in tutti i modi di risollevarsi dalla situazione problematica in cui è caduto fino a pianificare una rapina a un bancomat. Questo soggetto, ha però alle spalle una vita difficile e tormentata dalla perdita prematura della figlia in un incidente e del successivo divorzio con la moglie che lo
RispondiEliminariteneva in qualche modo responsabile dell'incidente.
Quattro Formaggi è invece il personaggio più particolare, è rappresentato inizialmente come un uomo strano ed emarginato da tutti ma estremamente buono e ingenuo, incapace di far male ad una mosca. Il suo lato oscuro si manifesta però durante il tentato stupro e successivamente l'omicidio della giovane Fabiana, mettendo in evidenza tutti i suoi problemi mentali e la sua instabilità derivati da un'infanzia triste e problematica. Veniva bullizzato dai compagni e lasciato a se stesso. Dentro un mondo tutto suo riesce a giustificare il suo atto brutale come una risposta di Dio alle sue miserie. In tutto il racconto, Ammaniti riesce a dare valore alle azioni malvage ed immorali realizzate dai personaggi esaltando e mettendo in luce la storia, il passato travagliato e triste dei protagonisti. Riesce a creare una sorta di empatia con gli stessi tanto che si è portati a giustificare i loro comportamenti e a far prevalere l'azione malvagia e sbagliata sul bene, su quello che normalmente valuteremmo come l'azione giusta da compiere. Sia le azioni che i protagonisti sono sempre interpretabili, hanno sempre due modi di essere visti e giudicati. Il sistema di valori che Ammaniti delinea nel racconto è quello classico della lealtà, della libertà, della famiglia e dell'amicizia visto però dalla parte di una classe sociale povera, debole, emarginata che non crede di poter aver diritto di esprimersi se non attraverso la forza, la violenza e le minacce. Questo però è il loro modo per sopravvivere e mantenere quei legami importanti che gli danno modo di essere vivi.
Edoardo Ton parte2
Nel romanzo “come Dio comanda” di Niccolò Ammaniti troviamo un legame molto stretto tra il bene e il male. All’inizio assistiamo al padre che costringe il figlio a uccidere un cane. In una notte Cristiano esce, mandato dal padre, si dirige verso il cane che continuava ad abbaiare e lo uccide. In questa scena possiamo trovare l’odio di Rino verso il padrone in quanto lo aveva licenziato senza validi motivi. Possiamo intendere questa azione come una vendetta personale, anche se io la ritengo esagerata in quanto il cane non centra nulla con l’avvenimento. Notiamo come la protezione del padre Cristiano a volte sia esagerata, come nel caso di Tekken che per vendetta picchia Rino in quanto gli ha distrutto la moto. In questo caso il padre corre in soccorso al figlio, ma senza porgli nessuna domanda lo costringe a difendersi; infatti una sera, lo trova e lo colpisce ripetutamente. Cristiano lo costringe a imparare ad usare la pistola a una giovane età ma come sempre per autodifesa; una situazione particolare quasi ai limiti della normalità. Questi due personaggi alla fine si completano in quanto Cristiano viene rappresentato come una persona impulsiva con grossi problemi economici, che si accontentava di lavoretti occasionali che non assicuravano sempre il mangiare a tavola. Invece Cristiano è la parte razionale mancante del padre, in quanto la sua esistenza è l'unica cosa che conta per lui, ciò che lo avvicina di più alla moglie. Infatti anche questa mancanza causa in vuoto incolmabile alla sua vita e a quella del padre. Lo ritengo un ragazzino molto intelligente che cerca di arrangiarsi il più possibile, molto legato alla figura paterna forse fin troppo, ma alla fine è l'unica cosa che gli rimane.
RispondiEliminaQuattro formaggi è una figura particolare, in quanto è affetta da turbamenti mentali che lo portano ad uccidere Fabiana Ponticelli una ragazzina indifesa per volontà divina. Questa azione io non la giustifico, in quanto non ha un fondamento, anche se uccidere non ha una base logica.
Danilo invece a causa della morte di sua figlia e del divorzio diventa un alcolista, però aiutato dai suoi amici ossia: Quattro Formaggi, Cristiano e Rino. Posso anche comprendere il colpo alla banca in quanto, con un gesto disperato, cercano di sopravvivere ma senza togliere la vita a nessuno.
Infine in questo libro ho trovato un maggiore interesse, un romanzo che tratta argomenti che toccano le emozioni di una persona. Troviamo valori fondamentali come l'amicizia tra i protagonisti, l'amore che il padre prova verso Cristiano, l'odio provato da Rino a causa della sua instabilità emotiva. Troviamo caratteristiche come la brutalità rappresentata dall'omicidio della ragazza e del cane. Il legame indissolubile tra il padre e il figlio in cui l'uno vive per l'altro, come quando arriva l'assistente sociale e loro per non essere divisi cominciano a correre per la casa cercando di riordinarla il più possibile affinché lo Stato non possa dividerli. Posso dire che questo libro mi ha lasciato un senso di tristezza legato ad un barlume di speranza.
Gianmarco Modolo
In “Come Dio comanda” i personaggi appaino contradittori, sospesi al confine fra ciò che è bene e ciò che è male, fra amore ed odio, sempre nella condizione di precipitare in uno stato di disequilibrio, che li porta a gesti crudeli frutto talvolta di comportamenti irrazionali. Sono dei vinti, vinti quando si fanno trascinare dalle loro pulsioni negative, che li
RispondiEliminaconducono verso uno stato di emarginazione. Ma se da un lato mancano di quella cultura che consente di “stare al mondo” e di vivere rapporti personali e sociali normali, dall’altro in loro talvolta emerge un pensiero quasi etico, di ricerca del bene. Gli esempi di questa dualità sono molteplici. Mi ha colpito molto l’episodio in cui Cristiano, spinto dal padre, uccide il cane del ex datore di lavoro del padre che lo aveva licenziato ingiustamente: ecco che l’azione brutale appare come una reazione ad un’ingiustizia subita. Il fatto stesso che Rino insegni al figlio Cristiano a fare a botte sembra essere l’unica forma di difesa in un mondo dai connotati violenti.
E poi ci sono gli amici Quattro Formaggi malato di mente che cerca nel volere di Dio la giustificazione ai propri comportamenti e Danilo alcolizzato che troverà la morte in un incidente autostradale vittima del suo stesso vizio. In loro comunque alberga un sentimento positivo che è quello dell’amicizia in fondo in fondo sincera e frutto di un bene reciproco, che si contrappone al sentimento negativo della rabbia. E ancora l’amore familiare, l’amore fra padre e figlio emerge forte in un quadro di violenze perpetrate e subite: l’amore che ha Rino per Cristiano e Cristiano per Rino li rende degli eroi contemporanei, capaci in forza di questo amore reciproco di riscattarsi dalla loro situazione di vita che rasenta la mostruosità e che in nome di questa mostruosità li conduce a compiere delitti e a nascondere delitti come l’assassinio di Fabiana.
Alla fine quello che mi rimane è un senso di impotenza di fronte ad un destino segnato che appare già scritto e dal quale non si può sfuggire ed un senso di pietà verso questi personaggi.
Dopo una prima lettura del romanzo “Come Dio comanda” di Niccolò Ammaniti , possiamo notare come i valori del bene e del male sono strettamente intrecciati tra loro.
RispondiEliminaIl romanzo è composto da un’ottima componente narrativa in grado di trascinare nella lettura per ore senza interruzioni ,lasciando il lettore con una continua sensazione si suspense. La componente chiave del romanzo è l’aspetto morale , il lettore si trova in difficoltà a distinguere cosa sia corretto e cosa sbagliato dato che l’autore ci mostra la vita sotto una nuova prospettiva, dove non sempre la scelta migliore è la cosa giusta da fare. Il romanzo ruota attorno alla vita di pochi personaggi : Cristiano Zena, Rino Zena, Danilo Aprea , Corrado Rumitz ( chiamato Quattro Formaggi) e altri di secondo piano tutti ben descritti e caratterizzati in modo avvincente .
La storia di questi personaggi , nati e cresciuti in contesti difficili e con un oscuro passato alle spalle, rende il concetto di moralità più espressivo e profondo inquadrando pienamente le difficoltà sociali che portano una persona a compiere un determinato gesto.
Sin dall’inizio con le vicende di Cristiano Zena e suo padre Rino, viene dimostrata la tossicità che ha un cattivo contesto famigliare in una persona ,alterando i concetti morali comuni. Troviamo un figlio educato solo dal padre che viene descritto come un uomo volgare , alcolizzato e irascibile che nella risoluzione dei problemi predilige la violenza e la vendetta personale , tutte caratteristiche che si mantengono nel proseguirsi della storia. Il figlio Cristiano ,in quanto in pieno sviluppo, assimila tutti i concetti del padre costruendo un carattere simile al suo, ossia diventa impulsivo e predilige il suo bene a quello degli altri.
Barcikowski Vladislav (parte 1)
RispondiEliminaEsteriormente è la rappresentazione capovolta della famiglia perfetta, ma con il susseguirsi delle vicende si scopre che questo carattere è dovuto da dei traumi radicati nel passato che tormentano la persona e la spingono non intenzionalmente a reagire ,causando danni irreparabili che portano alla malavita.
L’unico elemento che fa cambiare idea al lettore sulla tragicità della famiglia è il rapporto padre-figlio che immerso in questo contesto difficile genera stupore. L’amore che prova il padre per il figlio , e viceversa, è talmente intenso che influisce pienamente nelle scelte fatte con lo scopo di rimanere legati, anche a costo di subire il peso di una vita in miseria . Non sono pochi infatti i sacrifici che fa il padre per il figlio come smettere con l’alcol , prestare più attenzioni alla vita del figlio e la rinuncia di partecipare al colpo che lo avrebbe arricchito, tutto ciò solo per non rischiare di perdere la custodia di Cristiano.
L’insieme di questi elementi vogliono indurci a pensare che anche nelle peggiori famiglie si ritrovano elementi di unione che possono essere anche più intense di chi in famiglia ha vissuto con i valori tradizionali. La più cattiva delle scelte e delle idee è motivata da una mancanza che difficilmente può essere soddisfatta o da una questione di sopravvivenza dove il restare uniti sovrasta ogni altro principio etico.
Un personaggio distrutto da un tragico passato con un incidente con la famiglia è Danilo. Tra i personaggi è quello che possiede il passato più traumatico infatti è perseguitato dal pensiero della morte prematura di sua figlia che ,a detta della moglie, è avvenuta a causa sua e per questo è anche avvenuto il divorzio. Ormai in stato di depressione , fortemente irascibile , alcolizzato e disperato nel riconquistare la sua ex moglie si lascia andare fino a morire durante il suo tentativo di derubare un bancomat. L’autore ci fa percepire come una persona intenta a vivere una vita felice seguendo il bene , a causa di un evento casuale , gli è stata tolta ragione di vivere ponendolo in un punto di non ritorno e causando la sua morte.
Barcikowski Vladislav (parte 2)
Infine abbiamo Quattro Formaggi , un personaggio afflitto da dei forti disturbi mentali che gli pervadono la testa e alterano negativamente la sua razionalità. Da un personaggio descritto come un fedele amico , sempre disposto ad aiutare e sacrificare se stesso , viene esposto il suo lato più profondo e violento . Proprio dai suoi disturbi mentali viene percepita sempre più realisticamente la figura di Dio , che diversamente dal significato comune di bene assoluto , ogni gesto anche il più cruento viene interpretato da Quattro Formaggi come il volere divino e che il destino non può variare. La dimostrazione che il romanzo è volto sulla scelta del bene e del male e le loro conseguenze è mostrata nel finale quando, dopo la vicenda dello stupro, del tradimento e il tentato omicidio , Quattro Formaggi tenta il suicidio dato che non può fuggire da ciò che ha commesso .
RispondiEliminaIn conclusione ho trovato che la scelta narrativa legata alle decisioni morali che portano alle loro corrispettive conseguenze sia molto intrigante , in particolare per il linguaggio e l’impatto che lascia ogni scena. Apprezzatissimi i temi di contorno che hanno arricchito l’intero romanzo .
Barcikowski Vladislav ( parte 3)